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Sogni a bassa risoluzione

Evento del 31/05/2012  dalle ore 19:30
Sogni a bassa risoluzione Sogni a bassa risoluzione
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Presentazione del romanzo presso Shibuya Cafe' Music Store - Matera
Matera Stringhe temporali diverse, ben tre per altrettante narrazioni, in un romanzo di formazione che conduce il lettore nel percorso di maturazione del protagonista Tulio.
“Sogni a bassa risoluzione”, di Andrea Cacciavillani per la Eiffel Edizioni, è il romanzo che sarà presentato domani – giovedì – 31 maggio alle 19.30 allo ShibuyaCafe' Music Store in via Purgatorio 12 (già via Ridola) a Matera. Nel corso dell’incontro con lo scrittore, moderato dalla giornalista Sissi Ruggi, saranno letti alcuni brani del libro.
Al suo secondo romanzo, ma copiosa è la produzione di Andrea Cacciavillani come autore di sillogi di poesia, testi teatrali e come paroliere della band molisana dei “Tabula Osca”, lo scrittore si misura con un racconto in cui l’originalità del testo e la capacità ormai ben nota di Cacciavillani di saper descrivere con semplicità le emozioni umane, anche quelle più complicate da spiegare, rendono il libro accattivante. A tal punto che è in fase di lavorazione la trasposizione cinematografica di “Sogni a basa risoluzione”.
Il libro racconta la svolta di Tulio, trentenne guardia giurata in un centro commerciale. Il giovane soffre d’insonnia dall’età di 14 anni, da quando, dopo aver avuto un incubo, al mattino scopre che il padre è morto per un infarto. Fra le notti passate in bianco, i silenzi in cui si consuma il rapporto con la madre, una donna che nasconde un segreto, e l’assenza di amicizie, Tulio si aggrapperà a un messaggio ricevuto su un telefonino non suo che ha rinvenuto, perso, nel centro commerciale in cui lavora. Conserverà quel telefonino, dando inizio a una conversazione fatta di soli sms con Altea. La misteriosa donna, che firma gli sms a cui Tulio risponde, darà una scossa alla vita de protagonista che inizierà a cercare senza più timori le risposte ai suoi incubi e ai segreti di famiglia.
 

SINOSSI ROMANZO “SOGNI A BASSA RISOLUZIONE”
AUTORE: Andrea Cacciavillani

LA STORIA:

Tulio Ansanti all'età di quattordici anni fa un incubo strano e terribile. Il giorno dopo il padre muore di infarto. Dopo quella notte e quell'incubo, Tulio inizia a soffrire di insonnia. Ha la compulsione di chiudersi a chiave in camera da letto, lentamente la sua  comunicazione con il mondo si affievolisce, è timido, insicuro, senza una donna e un amico. Il giovane evita la vita sociale perché non è in grado più di confrontarsi. Ha un peso nell’anima. Un anello nella catena della sua vita che si è spezzato. Un mistero che potrà risolvere solo combattendo. Ma lui non combatte, come una foglia si lascia trasportare dagli eventi, stentando in una vita priva di stimoli e motivazioni. Vive con la madre, ma il rapporto con lei è fondato su un equilibro di silenzio e sopportazione. La donna è un personaggio che nasconde un segreto. E’ timorosa, silenziosa, eccessivamente religiosa e Tulio inconsciamente la detesta senza sapere il perché. Lei tenta di aiutarlo ma con i mezzi sbagliati aspettando che sia il tempo a poter risolvere i problemi del figlio. Tulio, frequenta fino alla maturità un istituto tecnico meccanico ma senza una reale convinzione. Dopo il diploma per anni si barcamena tra
lavoretti saltuari e lunghe giornate chiuso dentro casa, fino a quando, all’età di 30 anni riesce ad essere assunto da un’agenzia di vigilanza come guardia giurata. Il suo primo incarico è la sorveglianza presso un grande centro commerciale. Così, conosce Mario
Bonari anche lui guardia giurata presso la stessa agenzia. Mario è un tipo socievole, ottimista e vitale. L’esatto contrario di Tulio. I due diventano ottimi amici, tanto che Tulio farà da testimone di nozze a Mario. Il giorno del matrimonio accadono due cose che colpiscono Tulio in maniera particolare. La prima: Mario gli confida che lascerà il lavoro da guardia giurata per aprire un’erboristeria insieme alla moglie Lucia. La seconda: Tulio conosce Erika. Una ragazza carina, chiacchierona che ha l’abitudine di scrivere su un diario, che lei chiama “il mio mondo perfetto”, tutte le parole che le piacciono. Tulio è affascinato molto da Erika ma la perde di vista il giorno stesso del matrimonio. Dopo qualche mese, Tulio decide di recarsi da un medico esperto nella cura dell'insonnia. Il dottor Tani. Quest'ultimo gli chiede di parlargli della sua adolescenza. Tulio si soffermain particolare su alcuni eventi che segnarono il fallimento della società che il padre aveva messo su con il fratello, suo zio.
Il dottor Tani gli prescrive delle pillole che dovrebbero temporaneamente favorire il sonno ma Tulio per un motivo o per un altro non riuscirà mai ad assumere quelle medicine. Quella stessa notte, mentre è in servizio presso il centro commerciale, arriva un  messaggio ad un cellulare smarrito nel centro commerciale e che gli era stato consegnato da una commessa per custodirlo. Tulio è annoiato e curioso così apre il cassetto e dopo qualche incertezza, decide di leggere il messaggio. Altea è il mittente. C’è la foto di una mano e un messaggio “una dolce carezza per te”.
Tulio prima ripone il cellulare ma poi improvvisamente lo riprende e decide di rispondere al messaggio e scrive “Grazie per la carezza, mi aiuterà a sognare”. Altea risponde di nuovo e Tulio fa lo stesso. E' in uno stato di profonda eccitazione. E’ felice. Non arrivano altri
messaggi e quando al mattino Tulio deve lasciare il posto di lavoro, ripone il cellulare nel cassetto, poi prima di uscire torna indietro e lo porta con sé. E' così che Tulio inizia un rapporto morboso con questa misteriosa Altea, senza avere la certezza che sia davvero una donna. Una comunicazione fatta di soli messaggi ma che lo porteranno, per la prima volta, a mettere in discussione tutta la sua vita e le sue paure. La sua disperazione e la sua stanchezza arrivano ad un punto limite oltre il quale non si può andare. Tulio si ribella e inizia a combattere contro il mutismo della madre, contro il problema dell'insonnia e contro le sue paure come quella della vecchiaia e della morte.
Per tre giorni Tulio non dorme altalenando tra sogni romantici con Altea e sensi di colpa nei confronti di tutto e tutti: del proprietario del cellulare, della sconosciuta Altea, della madre. Inizia ad attaccarsi prepotentemente al quel continuo ritorno di ricordi della sua adolescenza, periodo in cui una vita ce l’aveva.
Altea sarà il pretesto per iniziare a farsi delle domande senza avere più paura delle risposte. Così, una sera dopo aver litigato con la madre che ostacola senza un'apparente motivazioni le sue sedute dal Dottor Tani, Tulio inizia ad avere delle orrende visioni del padre. Le visioni scompaiono velocemente ma poi ritornano annunciate da un forte rumore che Tulio sente nella testa. Quella sera stessa Altea gli invia un messaggio e un indirizzo “ ...e' arrivato il momento di vederci. Non ti scriverò né richiamerò. Adesso ti aspetto”. Tulio in condizioni normali non avrebbe reagito, ma gli accadimenti degli ultimi tre giorni, la certezza che stava impazzendo e che poi sarebbe morto lo spingono a prendere quella decisione: andare da Altea. L'anima di Tulio inizia a ribellarsi all'apatia, scalciando contro il destino. Vuole improvvisamente avere una vita da ricordare e soprattutto da vivere. Così in piena notte, esce di casa per raggiungerla. Chi ci sarà in quella stanza? Tulio non ha idea di cosa lo attenda. Per lui la cosa importante è fare qualcosa. Decidere per la prima volta in vita sua di fare qualcosa invece di attendere. Sa che quella potrebbe essere l’ultima possibilità di scoprire l'identità di Altea e soprattutto di capire il motivo della sua insonnia e di tutte le sue paure. Una storia che inizia con un sogno e finisce con la verità.

LA STRUTTURA DEL ROMANZO:
Il romanzo è strutturato su tre storie che raccontano tre momenti di vita diversi del protagonista e che coprono insieme quasi tutta la sua vita. La storia principale si consuma in tre giorni e racconta del rapporto morboso che Tulio inizia ad avere con Altea. La seconda storia cronologicamente precedente di qualche mese rispetto alla principale, ma alla quale si incastra in capitoli alternati, racconta della nascita e della maturazione dell’amicizia con Mario Bonari suo collega di lavoro.
Nella terza vengono descritti eventi dell'adolescenza di Tulio, raccontati sotto forma di monologhi in prima persona, che nel romanzo rappresentano le sedute mediche di Tulio con il dottor Tani, un medico dal quale si reca per la cura dell’insonnia. Le tre storie diverse cronologicamente confluiranno nello stesso finale. Si chiuderà il cerchio svelando il perché dell’insonnia di Tulio, del suo rapporto conflittuale con il mondo e con la madre e anche l’identità di Altea. Il romanzo inizia con un sogno e finisce con la verità

Andrea Cacciavillani


INTRODUZIONE
di Susanna Schimperna
 
Solo chi non ha fantasia può insistere nel considerare antitetici caso e destino. Salvo ricordarsi di Jung e invocare la famosa e mai sufficientemente benedetta categoria delle “coincidenze significative”, i partigiani di sua maestà il Caso e di sua terribilità il Destino sono in genere agguerriti e per nulla disposti ad ammorbidire le proprie posizioni. Purtroppo per entrambi, la realtà non si lascia ridurre al bisogno, tutto umano, di facili schematizzazioni. E parla più il linguaggio dei poeti di quello della presunta ragione. Quando Milan Kundera scrive «Soltanto il caso può apparirci come un messaggio. Soltanto il caso ci parla» noi, immediatamente, sentiamo che queste parole ci risuonano vere. La riconciliazione tra casualità e fato diventa ancora più evidente, commovente, giusta quando il grande scrittore arriva ad applicarla all’amore: «Il caso è pieno di magia. Se l’amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come gli uccelli sulle spalle di San Francesco d’Assisi».
E’ proprio sull’irrompere del caso-destino e sulle sue conseguenze che si gioca questo romanzo di Andrea Cacciavillani. Un piccolo “evento” che potrebbe non essere tale se trascurato, e poco importa se alla fine si rivelerà costruito ad arte: quel che conta è la percezione di colui che lo vive e che decide, sfuggendo alla paura e all’inerzia, di trasformarlo in occasione di riscatto, di eccitazione.
Un cellulare dimenticato. Un messaggio raccolto impropriamente. Una risposta che schiude in un attimo un intero universo di possibilità. Fino a quel momento la situazione di Tulio sembrava, era bloccata. La sola idea di agire per modificarla sarebbe risultata ridicola a quel ragazzo massacrato dall’insonnia e da un incubo, dal rapporto difficile con la madre, da una timidezza dolorosamente parallela a un fin troppo rassegnato stato di estraneità dal mondo. La vita però è sorprendente, creativa. Molto più di noi. Cronometro invisibile dei nostri bisogni, ci presenta le sue sfide quando pensa che potremmo essere pronti a raccoglierle. Spesso le ignoriamo, altre volte ci sottraiamo ad esse per viltà, ogni tanto le agguantiamo con prepotenza, sicuri che ci spettino perché pensiamo di essere a credito con la fortuna. Atteggiamenti autodistruttivi, al minimo non produttivi. La salvezza di Tulio è di affrontare invece l’imprevisto con batticuore, umiltà, coraggio. Tutto allora diventerà meravigliosamente semplice e naturale, fino a che le tre narrazioni di segmenti della sua vita, disposte dall’autore su stringhe di tempo diverse, confluiranno in un finale di apertura e speranza.
Un problema posto da questo libro è dunque, si sarà già capito, quello della maturazione. Si parla ormai – quasi con ossessione – di processo di crescita, di percorsi.
Cacciavillani reintroduce il valore rivoluzionario di un elemento inatteso che piomba a rimescolare le carte. La sua definizione appropriata è “avventura”.
Risolutiva di situazioni e stati d’animo stagnanti, l’avventura cambia qualcosa dentro di noi. Crediamo di essere stati noi a cercarla? O è lei che trova noi? Nel momento in cui, come fa Tulio, le apriamo le braccia e il cuore, vuol dire che già siamo cambiati, che già abbiamo operato il salto di qualità (maturazione, secondo un’altra ottica) e dunque, paradossalmente, che di buttarci in questo ignoto non avremmo bisogno? Cacciavillani propone un punto di vista ancora diverso: è dall’esterno che riconosciamo che qualcosa ci sta capitando, quando gli sguardi che gli altri ci rivolgono non sono più quelli di prima. Nel descrivere ciò che accade al bambino che si accorge di non essere più tale, il romanziere torna sul tema dell’irruzione, della subitaneità:
 
     «Bambino ci nasci, non ci devi diventare… Perché a un certo punto ti ritrovi, senza che tu lo abbia chiesto, in un posto che non è più solo tuo ma è di tutti. Devi lottare, sgomitare per essere notato. Tutti quegli sguardi amorevoli e gratuiti non ti vengono più dispensati».
 
Idea suggestiva, questa della gratuità. In fondo debbono pagarle un tributo tutte le cose che possiamo rubricare sotto il segno dell’Eros, come l’immaginazione, la fantasia, il gioco, la libertà. Che un’utilità l’abbiano lo crediamo con forza, intuitivamente. Ma non sapremmo etichettarla né quantificarla, abituati come siamo a calcolare solo vantaggi tangibili, facilmente convertibili in denaro. Diciamo che sono gratuite, allora, le opportunità che la vita per capriccio o in obbedienza a leggi a noi sconosciute ci regala. Come sono gratuiti, nella stessa accezione di misteriosi e irriducibili a criteri mercantili, certi piaceri, tra i quali quello del narrare.
 
     «E tutto questo succede nel momento in cui capisci una cosa importante: i sogni non devono essere esauditi ma raccontati. Sei adulto quando hai luoghi, momenti e persone giuste ai quali rivelare i tuoi desideri».





 
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