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Magiche serate a Colobraro

Attivo da sabato 28 luglio 2012 a domenica 9 settembre 2012
Magiche serate a Colobraro 2012 Magiche serate a Colobraro 2012
Media voti: Magiche serate a Colobraro - Voti: 0
Serie di eventi culturali estivi
Colobraro 3 - I0 - 17 - 24 - 31 agosto
Nell'Affascinante Centro Storico dalle 18 ogni ora
"SOGNO DI UNA NOTTE A......QUEL PAESE"

Percorso Teatrale nei vicoli del Centro storico
Segue Degustazione prodotti tipici, canti e balli in piazzetta


IL SABATO E LA DOMENICA FESTE E FIERE

28 luglio   ore 18 FIERA GRANDE
29 luglio               
FESTA D'INAUGURAZIONE PARCO GIOCHI
ore 18 Disco Music ed animazione col punto ludico
ore 21 Disco Music per tutti fino a notte
5 agosto             FESTA D'INAUGURAZIONE PIAZZA ELENA ore 21 con "SUITE 101" Cover Band NOMADI
11  agosto             IV FESTA PROTEZIONE CIVILE - Parco Giochi
ore 17 Apertura   Stand   e   degli   spazi   per   i   giochi ore 21 Musica - Balli - Karaoke
12 agosto   ore 21 COMPERE SOTTO LE STELLE  Fiera serale Zona 120
18 agosto ore 18 COMPERE SOTTO LE STELLE Fiera serale Piazza Elena
19 agosto   ore 21 FESTA IN ONORE DI S.ROCCO a cura della Parrocchia
25 agosto ore 21 LIGA 2.O Tribute Band Ligabue - Piazza Elena
9 settembre       FESTA   DELLA   MADONNA   DEL   BOSCO a cura della Famiglia D'Oronzio-Gialdino

I LUNEDI' LETTERARI

6 agosto   ore 18 E.CUGUGNELLI con M.AGATA presentano il libro "Se Tu sei Pinocchio, io non sono la Fata Turchina"! MANUALE DELLE BUGIE DEGLI UOMINI
13 agosto ore 18 Maria BUCCOLO presenta il volume TEATRO E FORMAZIONE" "Teorie e pratiche di Pedagogia nei contesti formativi"
13 agosto ore 21 SELEZIONE REGIONALE DI "MISS ITALIA" - Largo Convento
20 agosto ore 18 Maria CELANO presenta il Libro "RACCONTI DA GUSTARE"
27 agosto ore 18 Salvatore VERDE presenta il libro "IL CAVALIERE TEMPLARE DI TURSI" (con citazioni anche inerenti Colobraro)

IL MERCOLEDI' CINEMA & CABARET

1 agosto     ore 18 FILM PER RAGAZZI - Auditorium ore 21   POSTI      IN      PIEDI      IN      PARADISO (di e con Carlo verdone)
8 agosto     ore 18 IL GATTO CON GLI STIVALI (conAntonio Banderas)
8 agosto    ore21 CABARET LAURA LEO Auditorium da La sai l'ultima "da Torino a  Licata tutta una  Risata!!!"
15 agosto    ore 21  BENVENUTI AL NORD (con Bisio,Siani,Finocchiaro)
22 agosto   ore 18 FILM PER RAGAZZI - Auditorium Largo Convento ore 21   CABARET "RICORDANDO TROISI"
29 agosto   ore 18 FILM PER RAGAZZI - Auditorium ore 21   10   REGOLE   PER   FARE   INNAMORARE (con  Guglielmo  Scilla  e Vincenzo  Salemme)
5 settembre ore 18 FILM PER RAGAZZI - Auditorium ore 21 TI STIMO FRATELLO (con GiovanniVernia alias Jonny Groove)



Colobraro è un Paese arroccato su una collina del Preappennino Lucano di 665 metri di altezza, da dove si può ammirare un fantastico ed affascinante panorama: verso Est con lo Jonio ed il Golfo di Taranto; verso Sud/Ovest con il Massiccio del Pollino (che comprende i Monti tra i più alti dell’Appennino Italiano).
 
Le origini del Paese risalgono al periodo Medievale, tra il X ed il XII secolo, con la realizzazione del Castello intorno al quale successivamente è andato formandosi il Centro Urbano.
 
Il nome COLOBRARO deriva da COLUBER (serpente), ossia LUOGO DI SERPENTI.
 
LA NOMEA DI Colobraro, invece, deriva da una leggenda raccontata in tempi relativamente moderni, o meglio un aneddoto risalente agli anni ’40 (1940) secondo il quale un notabile locale disse a Matera “Se non è vero quel che dico dovrebbe cadere il lampadario…” che pare dopo alcuni giorni cadde…. o più semplicemente e realisticamente: “Si accorse di un lampadario che stavasi staccando ed avvertì i presenti.”
 
Nella naturale rivalità tra Paesi limitrofi, questo, mai confermato accadimento, portò a Colobraro la nomea di “QUEL PAESE”, in modo da non pronunciare il nome Colobraro: “foriero di jella”.
 
Storiograficamente, invece, Colobraro e tutta la Lucania furono oggetto di studi tra gli anni ’50 e ’57 da parte dell’antropologo Ernesto DE MARTINO.
Da questi studi furono pubblicati, ad opera dello stesso antropologo, due saggi: “SUD E MAGIA” e “MAGIA IN LUCANIA”.
La ricerca di De Martino era tesa ad una esplorazione etnografica delle rozze  pratiche di magia cerimoniale lucana, con l’intento di comprendere la funzione psicologica della magia ed i  motivi del suo perdurare, nonché i rapporti tra magia, devozione popolare e liturgia ufficiale (per esempio, era tipico delle abitazioni tenere in vista Santi e nel contempo amuleti, quali cornetti e ferri di cavallo).
Ernesto De Martino cercava anche di comprendere come mai in quello che era stato il Regno di Napoli, compresa la stessa città di Napoli, la polemica antimagica illuministica dell’illuminismo europeo (illuminismo che riteneva dovesse esserci il predominio della razionalità su ogni forma di superstizione) non riuscì a far breccia nei circoli illuministi napoletani, i quali preferirono un compromesso di origine colta, che si estrinsecò nell’ideologia della “ JETTATURA”; ovvero una disposizione psicologica tra serio e faceto (il classico brocardo di B. Croce “Non è vero ma ci credo); da ciò scaturì la figura ironica dello Iettatore (o del porta jella), come colui che inconsapevolmente e sistematicamente introduce il disordine nella realtà quotidiana.
 
Ernesto De Martino, ripeto negli anni ’50, trova a Colobraro (come in altri Paesi Lucani da lui visitati: Valsinni, Pisticci, Grottole, Viaggiano, Albano, eccetera.)  vari riti:
 
1. LA FASCINAZIONE,  che non consisteva nel mettere l’affascino e/o il malocchio bensì nel rito della fattucchiera di togliere l’affascino e, persino, di identificare l’autore della fascinazione.
 
2.Fascinazione ed Eros: in questo caso la Fattucchiera prepara un potente filtro d’amore: si lega il mignolo della mano destra, lo si punge, se ne fanno uscire tre stilli di sangue, si taglia un ciuffo di peli dalle ascelle e dal pube, si impastano i peli con il sangue, si fa seccare al forno, e si ottiene così una polverina che si porta in Chiesa per consacrarle durante la messa; oppure impregnare un pannolino, e farlo gocciolare in una bottiglia, con la formula di consacrazione: “Sangue della mia natura sino alla sepoltura”.
 Invece dopo il matrimonio GLI SPOSI a Colobraro debbono saltare attraverso la soglia della Chiesa, altrimenti possono essere soggetti a fattura: infatti sulla soglia possono esserci un laccio, dei nodi o altri impedimenti magici intenzionalmente deposti da qualche operatore od operatrice di incantesimi. Non debbono immergere la mano nell’acquasantiera, per tema che vi sia disciolta qualche polverina affatturante, per effetto della quale l’atto sessuale non potrà essere effettuato. Se si spegne una candela dalla parte della sposa, la sorte di questa sarà cattiva, mentre sarà cattiva quella dello sposo se si spegnerà una candela dalla sua parte, quando la coppia si appresta a consumare il matrimonio. A Colobraro sotto il saccone si nascondono falce, forbici aperte, un setaccio (che suggerisce l’idea di trattenere la malignità), un pezzo di corda della campana (che è un mezzo per eludere il fascino, poiché lo impegna a contare).
 
 
 
3. LA MALATTIA E LA FASCINAZIONE:
 IL MAL DI TESTA: a Colobraro fra i mal di testa “magici”, ve n’è uno chiamato lo scindone che viene collegato col sole. Questo mal di testa subentra al calar del sole dopo una giornata di fatica;   al mattino il cerchio doloroso continua a stringer la testa, occorre tuttavia, rimettersi in cammino per tornare alla fatica dei campi:allora il contadino allarga le braccia e mormora: “Buon giorno santo sole ai piedi del signore dal petto leva l’affannodalla testa il gran dolore” la religiosità pagana.   
LA MILZA: per l’ingrossamento di milza a Colobraro si opera con un filtro di lana nera “senza misura”, piegato in tre capi: quindi si traccia con esso un segno di croce sulla parte dove si avverte il dolore, la formula : “milza e milione vattene al tuo cantone: milza e milione”.
 
4.L’INFANZIA E FASCINAZIONE:
PREVISIONI DEL SESSO DEL NASCITURO: alla previsione del sesso a Colobraro si depone la canna del telaio al crocevia, e dal sesso del primo passante dipenderà quello del nascituro.
 
IL BATTESIMO: a Colobraro un incantesimo di Colobraro ricorda alle forze maligne che la loro vittima è battezzato, cioè in quella condizione di immunità magica che dal battesimo procede: fascino che vai per via, da N.N. non ci andare, perché è carne battezzata, dice uno scongiuro sul quale torneremo più oltre.
 
L’ABITINO (ovvero l’amuleto che consegniamo all’inizio del percorso): nel quadro di questo particolare bisogno del bambino, rientra l’uso di sacchetti magici, chiamati in lucania ”abitini”.       Si tratta di sacchetti di stoffa associati al velo organico (la cosiddetta camicia); data l’importanza apotropaica che, fra tutte le forme di lotta contro le forze maligne, ha assunto il battesimo, è maturale che si tenga molto a battezzare l’abitino, che viene appeso al collo del neonato durante la cerimonia al fonte battesimale. È esplicitamente attestato a Colorare che anche l’adulto non deve abbandonare il suo abitino, o quanto meno dovrà metterselo di nuovo nei momenti importanti della vita.
 
LA SERETEDDA: la mancata adesione dei margini della sutura del cranio, in dialetto seretedda( seghetta), si cura mettendo al neonato una cuffia che sia stata preventivamente esposta a una suffumigazione di incenso.
 
LA SCISCIA: a Colobraro ( che è il nome locale della ciste sublinguale) si cura mettendo sulla bocca dell’infante un pò di miele e un pò di sale e recitando lo scongiuro del monticello: “sopra un ponticello vi sono tre galantuomini che aravano e aravano e schiacciavano gli occhi della rana” .
 
IL LATTE MATERNO: a Colorare, se la visitatrice prende in braccio il bambino della puerpera e poi lo restituisce alla madre sfiorando il seno, questo leggero sfregamento basta per seccare le mammelle. Se il neonato rimette il latte sul pavimento e la visitatrice inavvertitamente lo calpesta, ecco che questo calpestare è automaticamente disprezzo per gelosia, invidia che ruba.
 
Questo è quello che ci piace raccontare per affascinarvi della storia del nostro paese e delle genti lucane, dopo 60 anni dalla venuta di De Martino siamo certi che Colobraro e il sud non vivano e credano di magia, ma siano luoghi dalla razionalità illuminista; luoghi ove, come questa sera, state scoprendo,  di magico ci sono le bellezze dei luoghi, dei panorami, dei beni architettonici e di fantastico l’ospitalità delle proprie genti e dei sapori dell’eno-gastronomia che assaporerete al termine del percorso teatralizzato che sta per iniziare.




 
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