"La bugia non è violenza
Ma normal sopravvivenza
La bugia è verità
A cui manca la metà.
La bugia, la bugia
Del bugiardo è la poesia
Se ne dici una al giorno
Togli la realtà di torno
Se ne dici cento e cento
Finirai in parlamento."
Note di regia
Perché una Pinocchia?
Una versione femminile del burattino per eccellenza, dell’ avventuriero impavido e sprovveduto?
La analisi del testo di Benni ha portato il gruppo di lavoro a diverse considerazioni, ognuno dei partecipanti ha la sua versione, ma quelle comuni sono essenzialmente due: Pinocchia è il modello femminista che annulla lo stereotipo della donna, ma allo stesso tempo ne sottolinea la perdita dei valori che il femminismo estremo comporta; Pinocchia burattina è l’antitesi di Geppetto essere umano che perde la maschera del genitore buono e paziente, rivelando le debolezze umane e la miseria dell’ uomo solo e arido.
Si scoprirà, infine, che le nature di entrambi coincidono, rivelando che il pupazzo/donna e l’ uomo/pupazzo sono accomunati dall’essere governati da sopraffazioni della vita reale con cui, tutti, dobbiamo fare i conti crescendo e trasmutandoci in adulti.