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Radici & Gemme. La società civile delle campagne dall’Unità ad oggi

Evento del 09/11/2013  dalle ore 16:30
Radici & Gemme. La società civile delle campagne dall´Unità ad oggi - 9 novembre 2013 Radici & Gemme. La società civile delle campagne dall´Unità ad oggi - 9 novembre 2013
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Presentazione del volume di Alfonso Pascale
Tricarico Il libro “Radici & Gemme - La società civile delle campagne dall’Unità ad oggi" (Cavinato Editore International, Brescia, 2013) di Alfonso Pascale sarà presentato domani a Tricarico (Casa Comunale ore 16,30) per iniziativa dell’Associazione Basilicata Rurale-Cia.
Il ponderoso volume di Alfonso Pascale, nato a Tito, già dirigente regionale e nazionale della Cia, che appartiene a quella numerosa schiera di lucani in Italia che non farà più ritorno al paese (vive e lavora a Roma), come scrive nella recensione il prof. Roberto Finuola, costituisce un suggestivo e rigoroso affresco dell'evoluzione della società civile - nelle campagne italiane dall'Unità ad oggi - nel quale il rigore scientifico della narrazione si unisce ad una, non sempre comune, capacità di descrizione pittorica degli avvenimenti in grado di rendere vive e vicine al lettore le dinamiche descritte.
L'aspetto certamente più caratterizzante del lavoro è quello di offrire una visione multidimensionale dei fenomeni descritti: di ciascun periodo storico vengono contestualmente esaminati gli aspetti economici, quelli sociali, quelli sociologici, quelli politici, quelli storici… evidenziandone in ogni occasione le interrelazioni e le interdipendenze. Questa capacità di cogliere i vari aspetti della storia agricola e di analizzarli sotto diverse angolazioni nel medesimo tempo e senza perdere l'unitarieta' della narrazione, trae certamente origine dalla storia stessa dell'autore che proviene, lui medesimo, da quel mondo rurale che tanto sapientemente descrive e che al mondo contadino ha dedicato tutta la sua vita come dirigente sindacale prima e come acuto studioso poi.
Ne consegue una visione a tutto tondo della evoluzione della società civile delle campagne che caratterizza l'opera e ne fa un unicum nel panorama delle analisi storiche, sociologiche ed economiche dell'agricoltura italiana. Dall'analisi di Pascale emerge, infatti, chiaramente come quelli che venivano un tempo definiti elementi di debolezza dell'agricoltura italiana (forte presenza di piccole aziende basate spesso sull'autoconsumo e/o part-time, bassa meccanizzazione con l'utilizzo di tecniche di coltivazione tradizionali...) costituiscono invece oggi il presupposto dell'attuale fase di rivalorizzazione e di ritorno di molti giovani all'agricoltura.
Un discorso a parte merita la ricostruzione della storia della rappresentanza sindacale del mondo agricolo che vanta tradizioni elevatissime. Mosso certamente dalla propria storia personale di dirigente di un'organizzazione agricola, l'autore fa rivivere i grandi personaggi del sindacalismo ricordando con motivato orgoglio che proprio nel mondo agricolo nasce, ai primi del Novecento, la prima organizzazione di rappresentanza sociale con la Federazione nazionale dei lavoratori della terra (Federterra, 1901).
Un altro merito del volume è, infine, quello di non limitarsi ad una analisi storica, ancorchè ampiamente documentata e largamente innovativa nell'approccio, bensì di tentare un aggancio con le attuali dinamiche facendo intravvedere possibili futuri sviluppi per un mondo rurale che può e deve porsi nuovi traguardi globali per una alimentazione equamente distribuita e sicura, per il superamento della dicotomia fra città e campagne, per un nuovo possibile sistema di welfare basato sui tradizionali valori contadini della mutua assistenza e della reciprocità.
Le problematiche relative al cibo ed alla sicurezza alimentare, alle contraddizioni dello sviluppo agricolo capace di raggiungere elevati valori produttivi troppo spesso a scapito dell'ambiente e della qualita' della vita, al difficile rapporto fra città e campagne con la prima che finisce per depauperare la seconda attraendone gli abitanti e riducendo gli spazi verdi con la cementificazione, portano a recuperare modelli antichi che per fortuna il mondo rurale non ha mai totalmente perso.
Significativamente il volume si conclude con una domanda: "ci sarà un futuro per l'agricoltura?" A questa domanda Pascale risponde che spontaneamente si sono delineate tre prospettive ("traiettorie") di sviluppo, apparentemente contraddittorie fra loro ma in realtà complementari: l'agricoltura industrializzata che adegua continuamente la crescita della dimensione di scala e adotta strategie di sostenibilità per sopravvivere; l'agricoltura multifunzionale che realizza economie di scopo e crea nuovi mercati; l'agricoltura che disattiva la funzione produttiva per privilegiare altre attività (creazione di energia, fornitura di servizi sociali, ambientali, ricreativi,…).
Alla presentazione del libro interverranno,  insieme all’autore, il sindaco di Tricarico Lina Marchisella, Donato Distefano, Pancrazio Toscano, Andrea Freschi, Angelo Ziccardi (coordina Rino Cardone, giornalista Rai).
In mattinata sempre a Tricarico la Cia e l’Associazione Basilicata Rurale consegneranno in municipio una targa al prof. Giuseppe Infantino con la motivazione “per l’intensità di un secolo ha sperimentato, concretamente, la simbiosi proficua e necessaria tra agricoltura e cultura, amandole, profondamente, entrambe”. 


Il saggio di Alfonso Pascale ricostruisce fatti e idee riguardanti i ceti rurali: contadini, proprietari, pescatori, artigiani, mercanti, piccoli industriali del settore alimentare, professionisti e tecnici. Un mondo variegato e fortemente intrecciato coi luoghi degli scambi e con la vita delle città, che ha saputo conquistarsi, in forme originali e a volte contraddittorie, lo spazio politico e sociale per trasfondere nella contemporaneità i propri valori. Non si ripercorrono solo le tappe del processo di costruzione delle forme organizzative con cui si è manifestato il protagonismo rurale ma anche quelle che hanno riguardato l’evoluzione delle culture, dei modi di pensare e della percezione delle trasformazioni socio-economiche che sono avvenute nelle campagne. Un’attenzione particolare è rivolta al rapporto tra uomini e risorse e alle innovazioni tecnologiche e si dà conto dell’ampiezza del sapere tecnico ed esperienziale accumulato nelle campagne riguardante il lavoro dei campi, l’uso delle acque, l’adattamento del territorio, la cura delle piante e degli animali. La tesi che l’autore intende sostenere è che, per fronteggiare i problemi odierni (insicurezza alimentare, cambiamenti climatici, questione energetica, crisi finanziaria), l’agricoltura, nella sua dimensione non solo produttiva ma anche culturale, potrebbe svolgere una funzione essenziale a patto, però, che recuperi la sua originaria funzione di generatrice di comunità. Nel saggio si descrive, pertanto, il fenomeno della nuova ruralità – comparso in Europa tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso – e le forme peculiari con cui si manifesta nelle regioni mediterranee, in continuità con una tradizione che si caratterizza per una maggiore integrazione tra città e campagna, nonché per una diffusa presenza della pluriattività e dell’economia informale. L’odierna ruralità mediterranea non è affatto “nostalgia del mondo rurale”, nuova “arcadia”, bensì rinnovata combinazione di attività in più settori e di soggetti sociali di diversa estrazione e provenienza, legati tra loro da relazioni di tipo collaborativo. La storia delle diverse aree territoriali, del Nord e del Centro-Sud e dei loro protagonisti permette di risalire alle ragioni di lunga durata dei divari economici e sociali che ancora permangono e delle difficoltà nel rapporto tra comunità locali e Stato e nella capacità di assorbire e rielaborare culture che vengono da lontano” (dalla scheda libro del sito dell’editore).




 
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