Su Matera incombe ancora la spauracchio dell’inceneritore. La ciità e l’ntero territorio attendono con ansia e preoccupazione l’esito delle richiesta presentata lo scorso 17 maggio dal Gruppo Italcementi S.p.A. alla Regione Basilicata per incrementare da 12 mila a ben 60 mila le tonnellate di rifiuti da bruciare nell'impianto sito in Località Trasanello a Matera.
Il comitato no-inceneritore “Mento sul cemento” - costituitosi nei mesi scorsi e che continua a raccogliere sempre più adesioni di associazioni e comuni cittadini – aveva già inoltrato il 15 luglio scorso al competente ufficio regionale le proprie osservazioni ostative al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), rimaste però senza risposta. Così come nessun esito ha avuto la richiesta inviata il mese scorso al sindaco di Matera Salvatore per la convocazione dell’apposita conferenza di servizi, obbligatoriamente prevista dalla legge nel caso di rilascio dell’AIA.
E così il comitato ora passa all’azione. Come già preannunciato, il prossimo 22 gennaio alle ore 18.00 nellla sala consiliare della Provincia di Matera si terrà infatti il convegno “Bruciare rifiuti fa male…da morire?” con l’intervento del dott. Agostino Di Ciaula, dirigente medico dell’Asl BAT e presidente della sezione pugliese dell'Associazione Internazionale Medici per l'ambiente, autore di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali sul tema: “Sarò a Matera per spiegare perché i rifiuti non devono essere bruciati nei cementifici né altrove - dice - e quanta ipocrisia ci sia intorno a questo nuovo business”.
Intanto nei prossimi giorni partirà la petizione popolare promossa dallo stesso comitato No-Inceneritore, secondo quanto previsto dallo statuto comunale, con la raccolta firme a un banchetto in Piazza Vittorio Veneto in tutti i fine settimana, contestualmente alla petizione on line sul sito www.change.org.