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Storia del Diavolo, del Soldato e del Violino

Evento del 02/06/2010 
Storia del Diavolo, del Soldato e del Violino Storia del Diavolo, del Soldato e del Violino
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Associazione di Cultura Musicale “Harmonia” e Associazione Culturale “Pasquale Saraceno”
Ferrandina

Il PERIODO STORICO ED I CONTENUTI DELL’OPERA.

E’ il 1915 quando Stravinskij incontra Ramuz in Svizzera e ne nasce subito un sodalizio artistico. La prima guerra mondiale è appena iniziata: gli strateghi dicono che finirà nel giro di qualche mese…. Nel 1917, quando invece quella immensa follia umana pare proprio non finire mai, il sodalizio fra i due artisti produrrà l’Histoire du Soldat. La tragica e sarcastica vicenda del piccolo soldato, vittima predestinata di un diavolo astuto, nasce dall’amaro pessimismo di fronte ad un mondo che va a catafascio, non senza penose conseguenze per la situazione degli artisti. Le frontiere, come i teatri, sono chiuse; la Russia è troppo lontana e la Rivoluzione bolscevica ha procurato a Stravinskij non pochi problemi economici. Per il compositore e anche per tutti gli artisti dell’epoca non c’è possibilità di lavoro.
Ed allora perché non scrivere qualcosa di semplice, qualcosa che non esiga una gran sala ed un vasto pubblico? Perché non scrivere qualcosa che possa essere eseguita da pochi strumenti e da pochi attori? Se i teatri sono chiusi perché non scrivere qualcosa che possa essere allestita in qualsiasi posto, anche all’aperto? Perché non riportare in vita la tradizione dei teatri popolari girovaghi, da fiera? Stravinskij traduce a Ramuz, dal russo in francese, la favola del soldato. E’ una favola dell’antica tradizione popolare russa ma in quegli anni diventa di una attualità sconcertante. Due sono i temi fondamentali dell’opera. Il primo è quello del povero soldato, di tutte le epoche e di tutte le guerre, mandato a morire per ragioni che spesso non conosce nemmeno; quando non viene ucciso e ritorna a casa, si accorge di aver perso soprattutto i suoi antichi valori ed affetti e che per ironia della sorte viene alla fine beffato anche dal Diavolo.
Il secondo è quello antico di Faust che vende l’anima (il violino) per acquisire ricchezza e poteri ma che troppo tardi si accorge che il baratto non ha prodotto per niente la tanto sperata felicità. Troppo tardi ci si può rendere conto di aver dato ascolto a falsi imbonitori che promettono la ricchezza, il potere e la felicità ma che si rivelano,  spesso troppo tardi, solo falsi venditori di beni effimeri.

MUSICA

La composizione musicale si articola in un gioco di riferimenti stilistici eterogenei (dal corale alla musica da ballo) in forme mistificate, private cioè del loro senso originario, in una organizzata ambiguità che maschera il radicale pessimismo del messaggio.
Stravinskij rompe definitivamente con la scuola orchestrale russa, privilegiando un discorso musicale frammentario, estremamente ritmico, producendo una scrittura sempre più stringata e tagliente. Eliminato il superfluo restano le punte acuminate a trafiggere con la loro spesso cacofonica novità gli ascoltatori, gli intenditori della musica classica, e nella composizione Stravinskij è ormai pronto ad includere anche la musica moderna del ‘900 (il jazz ed il ragtime provenienti dall’America) in un discorso nuovo e dirompente. Fondamentali diventano anche le percussioni, intese questa volta come strumenti protagonisti e non più solo di accompagnamento ritmico.
L’organico dei musicisti è formato dai tipi più rappresentativi, l’acuto ed il grave, delle diverse famiglie strumentali. Per gli archi, il violino e il contrabbasso; per i legni, il clarinetto e il fagotto; per gli ottoni, la tromba ed il trombone ed infine le percussioni.
Inoltre il gusto del grottesco e la deformazione della frase musicale, che spessissimo avrebbero prodotto una delusione nelle attese del pubblico, sono tipici della tradizione popolare e ben si adattano ad accompagnare la narrazione di una favola.
Bellissimo, anche se molto amaro, il finale dell’opera che, con la Marcia trionfale del Diavolo, esplosione di colori, timbri diversissimi ed immagini musicali, celebra la figura del diavolo vincitore mentre il soldato lo segue a testa bassa, rassegnato all’inevitabile destino dei deboli alle prese con i potenti.
Nella prima rappresentazione dell’opera, avvenuta a Losanna il 27 settembre del 1918, vi erano alcune parti danzate dal diavolo e dalla principessa, ma nessun documento è rimasto oggi di tali parti.


LE SCENE ED I COSTUMI

L’epoca dell’Histoire du soldat è quella dei primi decenni del ‘900 in cui nelle arti figurative domina il Futurismo. In Europa trionfano i Ballets Russes di Djagilev in cui le arti figurative si uniscono alle coreografie ed alle musiche in spettacoli di enorme ricchezza visiva e sonora. In Italia i maggiori esponenti di questo moderno movimento artistico sono Umberto Boccioni e Giacomo Balla.
Specialmente quest’ultimo, insieme a Fortunato Depero, lavora molto anche per il teatro. La sua pittura spesso si accende di una tensione magico-favolistica nelle cadenze delle sue geometrie elementari, nella luminosità dei suoi colori base. Depero, proprio negli anni venti, porta avanti un grande racconto fiabesco ma vissuto in uno stile “meccanico”.
Le scenografie comprendono la riproduzione di alcune bellissime tele futuriste che, viste come fondali di teatro, contornano le varie scene dell’opera accentuandone il carattere fiabesco ma modernizzandolo in quel contesto storico dei primi decenni del ‘900.
La scena del ruscello ha come fondale un paesaggio di Edward Wadsworth del 1913; l’inquietante giostra di Mark Gertler del 1916 è il mezzo usato dal diavolo per riportare indietro il soldato. Gli splendidi Paese di tarantelle del 1916 e Corteo della grande bambola del 1920, entrambi di Depero, sono i fondali per la scena del villaggio e per la scena della stanza della principessa. Un mondo fiabesco si, ma modernissimo, caratterizza queste tele ed appare perfettamente integrato nello stile complessivo dell’opera: temi e personaggi dell’antica tradizione popolare rivisti in una visione novecentesca in cui dominano le forme geometriche ed i colori forti.
Anche i costumi di Antonella Masciandaro sono ispirati ai temi cromatici e formali di alcune composizioni di Depero realizzate per lavori teatrali e balletti proprio di Stravinskij.
Avendo preferito questo taglio pittorico delle scenografie, ci piace immaginare, perché no?, che alcune di queste tele che proponiamo in questa edizione, siano state pensate un giorno proprio per una rappresentazione de l’Histoire du Soldat di Stravinskij.


Personaggi ed interpreti



il diavolo
 (il vecchio, la vecchina,
 il mercante, il musicista)
 Nando IRENE

il soldato
Nicola NATALE

il narratore e banditore
Giuseppe SELVAGGI

la principessa
Rosa COSOLA



le danzatrici
Margherita PELLICOLA
Mina CIFARELLI
Maria Bruna FERRULLI




Coreografie di
Claudia SCHEMBRI

Costumi di
Antonella MASCIANDARO




Adattamento, allestimento e regia di
FRANCESCO  BONANATA
 





 
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