Giovedì 15 maggio 2014 alle ore 11,00 presso la sala Nelson Mandela del Comune di Matera ci sarà la conferenza stampa dove sarà presentato il libro “Frammenti di vita oltre confine” a conclusione di un articolato percorso di promozione interculturale attraverso i racconti, l’incontro e il dialogo per un arricchimento reciproco in una convivialità delle differenze di genere, di etnia, di religione e di costumi.
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Le iniziative finanziate dal CSV Basilicata (Centro Servizi al Volontariato) con il Bando Promozione 2013 sono state realizzate dall’associazione Alludo, che negli ultimi anni ha inteso occuparsi con forza e interesse delle tematiche giovanili con una particolare attenzione alle fasce deboli e agli immigrati privilegiando il tema dell’integrazione e dell’accoglienza, con il partenariato di diverse associazioni di volontariato tra le quali l’indispensabile Kafila che si occupa nello specifico della promozione delle diverse culture e la sempre attenta Avis tesa al concetto di società solidale.
Alla pubblicazione editoriale sarà allegato il video-documentario “Le stanze di Kafila” prodotto finale del laboratorio di comunicazione dell’FQTS (Formazione Quadri Terzo Settore). Un esempio di come le varie iniziative dell’associazionismo e del Terzo Settore in genere possono unirsi per contribuire ad accrescere il valore delle attività del volontariato che rappresentano una ricchezza per le comunità dei territori.
Il mondo dell’associazionismo, costantemente impegnato nelle tematiche sull’emarginazione specialmente dei soggetti più deboli, ha sentito l’esigenza di dare il proprio contributo per abbattere le barriere fra popoli favorendo l’integrazione fra persone con cultura diversa. La migrazione rappresenta una frattura profonda nelle reti di significati e di rapporti che fondano la vita individuale, culturale e sociale di ciascuno. Nel caso di migranti e rifugiati le conseguenze non hanno un effetto solo sul singolo, ma si estendono alla rete più ampia di relazioni con effetti sul territorio e il relativo contesto sociale di appartenenza.
Il progetto ha come obiettivo l’integrazione sociale e culturale degli stranieri migranti, attraverso l’utilizzo della parola come strumento principale di facilitazione della comunicazione. In questa direzione le associazioni che hanno curato il programma hanno lavorato per promuoversi sul territorio, coinvolgendo gli immigrati e rendendoli attori delle diverse iniziative. Parola come elemento ideale di creazione di continuità e costruzione della relazione, ma anche come strumento di apprendimento e soprattutto di condivisione della memoria della propria storia individuale e che, contemporaneamente, contribuisce alla creazione di un nuovo contesto di appartenenza, di nuove identità e di testimonianza al presente.
La platea diviene un tramite, un traghettatore, un ponte tra un mondo e un altro, tra un passato vivissimo e sentito con amore, dolore, nostalgia e un presente complesso, spaventoso, entusiasmante, avventuroso. La platea come mediatore a cui spetta sostenere l’immigrato nel difficile compito di tendere i fili di continuità identitaria da lì al qui, fornire gli strumenti, l’orientamento, la conoscenza della nuova realtà.
L’approccio si fonda sull’incontro e sul dialogo attraverso il racconto, metodo che comporta sempre un lavoro di analisi di contenuto e di contestualizzazione che spinge alla sospensione del giudizio per promuovere il confronto.