Presso l’Auditorium dell’Istituto di Istruzione Superiore Tecnico Agrario Statale “G. Cerabona” di Marconia
Nell’ambito della giornata dedicata alla musica, organizzata dalla sezione di Marconia della FIDAPA e patrocinata dal Comune di Pisticci il prossimo 11 ottobre, è previsto un concerto dei Maestri Domenico Masiello al violino e Piero Cassano al pianoforte. L’evento avrà luogo presso l’Auditorium dell’Istituto di Istruzione Superiore Tecnico Agrario Statale “G. Cerabona” di Marconia alle ore 20.00.
La manifestazione artistica sarà preceduta da un convegno sulla musicoterapia che avrà luogo presso la Sala Consiliare della delegazione Comunale di Marconia alle 16.30.
La serata concertistica prevede un programma ricco e affascinante. Siamo certi che i maestri musicisti sapranno accompagnare il pubblico lungo le vie del sogno che la musica sa regalare in ogni occasione nella quale si ha modo di incontrarla. Quando poi il connubio tra bravi musicisti e maestri dell’arte di Euterpe è corroborato dalle esecuzioni di brani che ne hanno segnato la storia stessa, anche chi non è aduso all’ascolto della musica classica, si sentirà sollevato dal pavimento per librarsi sulle ali dolcissime della fantasia.
Appuntamento quindi a sabato 11 ottobre per vivere la magia che i Maestri Masiello e Cassano sapranno far scaturire dalle vibrazioni delle corde del Violino e del Pianoforte per dipingerle sul pentagramma dove note e ascoltatori danzeranno tra le punte delle stelle. Solo la bella musica è capace di questi miracoli!
Domenico Masiello è un giovanissimo maestro, vive a Marconia dove comincia il suo percorso sotto la guida della maestra Nicolina Decolli. Con il maestro L. Maci consegue i primi esami presso il conservatorio di Lecce. Già a 12 anni è allievo della maestra Maryse Regard, primo violino dei filarmonici di Roma. Nella sua fase di formazione artistica, partecipa con l’orchestra giovanile di Uto Ughi a numerose manifestazioni e frequenta prestigiosi master class tenuti dai maestri Alessandro Perpich, Felix Ayo e Carmelo Andriani. Con quest’ultimo, all’età di 17 anni, consegue il diploma di violino con 10 e lode e menzione speciale presso il Conservatorio “Egidio Romualdo Duni” di Matera. Il maestro Domenico Masiello esegue le sue meravigliose acrobazie su pentagramma avvalendosi di un violino realizzato per lui dal maestro liutaio Angelo Raffaele Andrulli nel 2007. Attualmente studia presso il politecnico di Bari e prosegue il suo percorso musicale con il maestro e amico Piero Cassano.
Piero Cassano è di Bari, si diploma in pianoforte con il massimo dei voti, lode e menzione speciale presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, sotto la guida del Maestro Hector Pell e intraprende gli studi di composizione con Teresa Procaccini a Roma. Dopo il diploma in pianoforte si perfeziona in Francia Germania, Svizzera e Russia, rispettivamente sotto la guida dei Maestri Elian Richepin, Paul Badura-Skoda, Tatjana Nikolaeva, Victor Merzhanov e Anatoly Verdernikov. Contemporaneamente segue i corsi di musica da camera a Fiesole e consegue il Diploma in Musica da Camera. Dal 1991 è ammesso all’Hochschule fuer Musik di Vienna sotto la guida dei maestri Noel Flores e Paul Badura. Nel 1993 è chiamato dalla Fondazione Teatro Petruzzelli e Teatri di Bari a svolgere l’attività di Maestro Sostituto per la realizzazione della Stagione Liriche, attività che svolge ininterrottamente da 16 anni. Occasionalmente ha collaborato con il Cantiere Internazionale dell’Arte di Montepulciano in qualità di Direttore di scena e presso vari teatri. In collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano ha effettuato numerose tournée in Europa, in Russia, in Egitto, Turchia e in Cina per la realizzazione del “Così fan tutte” di Mozart, ultima regia di Giorgio Strehler. Attualmente è titolare di una cattedra di Pianoforte Complementare presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari.
I maestri eseguiranno il seguente programma.
Giuseppe Tartini – “Il trillo del Diavolo”. Lo stesso autore ne racconta l’origine. “Una notte (1713) sognai che avevo fatto un patto e che il diavolo era al mio servizio. Tutto mi riusciva secondo i miei desideri e le mie volontà erano sempre esaudite dal mio nuovo domestico. Immaginai di dargli il mio violino per vedere se sarebbe arrivato a suonarmi qualche bella aria, ma quale fu il mio stupore quando ascoltai una sonata così singolare e bella, eseguita con tanta superiorità e intelligenza che non potevo concepire nulla che le stesse al paragone. Provai tanta sorpresa, rapimento e piacere, che mi si mozzò il respiro. Fui svegliato da questa violenta sensazione e presi all’istante il mio violino, nella speranza di ritrovare una parte della musica che avevo appena ascoltato, ma invano. Il brano che composi è, in verità, il migliore che abbia mai scritto, ma è talmente al di sotto di quello che m’aveva così emozionato che avrei spaccato in due il mio violino e abbandonato per sempre la musica se mi fosse stato possibile privarmi delle gioie che mi procurava”.
Franz Shubert – “Arpeggione” dalla Sonata in LA minore D 821. È raro ascoltare un brano musicale più bello e più compiuto di questa composizione. La musica, così intensamente carica e vibrante di dolcezza, senza nessuna pretesa di impressionare, si svolge discretamente, accettando di nascere da ciò che c’è, quasi obbedendo a qualcosa d’altro che non l’effluvio dei pensieri e dei sentimenti del compositore. E proprio in questa obbedienza, nell’amorevole approfondirsi del rapporto con ciò che è dato, Schubert scopre il Mistero e si avvicina alla perfezione. Così, il percorso del musicista diventa metafora della vicenda umana; ognuno di noi è fatto perché quello che Dio chiede alla sua vita – la vita come vocazione – raggiunga una perfezione di armonia e melodia.
Niccolò Paganini – Rondò – (La campanella). Niccolò Paganini, grandissimo virtuoso di violino, si dedica anche alla composizione in quanto riteneva innaturale eseguire musiche sulle quali non poteva avere un completo controllo. Il Concerto n. 2 “La campanella”, opera del 1826, probabilmente il più popolare del maestro genovese, prende il titolo dal brillante rondò finale. Il primo tempo, Allegro Maestoso. L’Adagio si distende in una melodia plastica permeata da intenso lirismo. Il Rondò finale, Andantino allegretto moderato, ha una carica ritmica travolgente. Di questa composizione Liszt, ammiratore entusiasta di Paganini, ne ha ricavato uno studio per pianoforte.
Wolfgang Amadeus Mozart – “Sonata per violino e pianoforte” dal concerto n. 25 K 301. Fa parte di un gruppo di sei Sonate - dette palatine perché dedicate alla moglie di Karl Theodor, principe elettore del Palatinato – “Così, tanto per cambiare, ho scritto qualcosa di diverso, duetti per pianoforte e violino” dice Mozart. Infatti, in queste Sonate il violino è trattato in stile concertante. La Sonata in sol maggiore, come la maggioranza delle consorelle, è in due movimenti. Il primo tempo, Allegro con spirito e il secondo movimento, un Allegro in 3/8. Il dialogo equilibrato tra i due strumenti che si alternano il canto costituiscono l'essenza della sonata classica per violino e pianoforte.
Camille Saint-Saens – Introduction et Rondò Capriccioso – op 28. Tra i brani della letteratura violinistica che i grandi solisti prediligono, l’ Introduction et Rondò capriccioso in la minore op. 28 di Camille Saint-Saens occupa da sempre una posizione di primo piano. Come in molti altri suoi lavori, Saint-Saens evidenzia i profondi influssi stilistici che la musica spagnola ebbe sulla sua produzione. Dal punto di vista tecnico, la partitura dimostra la profonda conoscenza che Saint-Saens aveva dello strumento, fatto che si traduce in una parte violinistica ideale per dare la possibilità al solista di mettere in mostra tutte le sue qualità tecniche ed espressive. Un brano che richiede eleganza, souplesse virtuosistica e capacità di fraseggio cantabile, proprio per queste ragioni prediletto da tutti i grandi violinisti, ai quali questa partitura offre molteplici occasioni di mettere in mostra la loro classe.
Niccolò Paganini, dal Concerto n. 4. Il Concerto in re minore n. 4 viene composto tra il 1829 e i primi mesi del 1830 durante la frenetica tournée nelle città tedesche. Esegue per la prima volta il suo quarto concerto. Adagio flebile con sentimento in fa diesis minore. Il brano ha un patetismo commosso che ricorda il tono elegiaco del miglior Bellini.
Astor Piazzolla – “Oblivion”. Dolcissimo, struggente, in cui il ritmo serrato della danza lascia spazio ad una melodia lirica e introspettiva. La ricerca ritmica e melodica di Astor Piazzolla si esprime in questa composizione dove l'anima del Tango Argentino si riscopre nelle contaminazioni con altri ritmi, nella ricerca melodica con l'utilizzo di strumenti non legati alla tradizione Argentina. Dopotutto la musica del Tango Argentino è nata e si è evoluta proprio così: con le combinazioni di ritmi di diverse provenienze in una nazione che riceveva migliaia di immigranti da diverse culture anche molto lontane tra loro. Una musica complessa ma capace di attrarre l’ascoltatore, di coinvolgerlo complici di volta in volta la ritmica, la sensualità del tango, oppure il rigore della musica sinfonica. “Il tango è un pensiero triste fatto danza”…forse è qui il segreto della musica di Piazzolla: riuscire a fondere un sentimento profondo, dolce, triste, con la carnalità della danza.