Partono dall'Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo e percorrono tutto il centro storico di Montescaglioso. Trascinano, legata ai piedi, una catena spezzata, hanno una lunga barba giallastra di canapa, un mantello scuro e un largo cappello, il più delle volte fatto con un disco di canapa da frantoio. In mano stringono un lungo ago con cui minacciano di chiudere la bocca dei bambini. Per questo si chiamano "Cucibocca". Tant'è che ancora oggi nonne e mamme per calmare i bambini più irrequieti minacciano di chiamare il Cucibocca.
L'origine di questa figura non è nota e sicuramente è legata al Carnevale, ma si è nel tempo ritagliata uno spazio autonomo, integrandosi con i festeggiamenti natalizi. Elementi a cui collegare la misteriosa figura sono pochi e restano in ogni caso incerti. Nel calendario ortodosso-bizantino il 5 cinque Gennaio si festeggia S. Simeone lo Stilita un cui attributo è proprio una catena spezzata. Ma un altro riferimento potrebbe essere la misteriosa figura di Arpocrate, divinità egizia dedicata al silenzio, affrescata nella biblioteca dell'abbazia ove è raffigurato con l'indice rivolto verso le labbra a chiedere silenzio ed una grande barba giallastra che ricorda la canapa con cui i Cucibocca nascondono il viso.
E' un rito che non ha eguali in tutto il Sud e che si svolge la sera precedente l'Epifania.
Si pensa che servisse per far andare a letto presto i bambini, e fare in modo che la Befana potesse consegnare loro i regali. Un'altra interpretazione vuole che l'atto di chiudere la bocca coincida con la fine dei fasti mangerecci delle festività. E comunque in questo modo, mascherato e scherzoso, si potevano appianare le liti che potevano nascere tra pastori, salariati e massari.
I Cucibocca sbucano dai vicoli a sera avanzata e girano silenziosi per il paese accompagnati dal sordo strisciare delle catene sull'acciottolato e dalla fioca luce di una lanterna. Bussano alle porte e in silenzio chiedono cibo e offerte in natura. I più piccoli spaventati si rifugiano tra le braccia dei genitori ed accettano più facilmente di andare a letto lasciando spazio all'altra misteriosa figura di questa suggestiva notte, la Befana.
Quest'anno, ossia il prossimo 5 gennaio 2009, saranno dieci anni che il CEA, Centro di Educazione Ambientale di Montescaglioso, ha recuperato questo rito, completamente dimenticato, riconsegnandolo alla comunità e ai turisti che per l'occasione affollano Montescaglioso.
Il programma dell'evento anche quest'anno prevede l'avvio della manifestazione dall'abbazia di S. Michele. Il grande monastero a partire dalle ore 19,00 sarà illuminato solo da poche lampade ad olio consentendo ai Cucibocca di completare tra vino e lazzi che precedono il successivo silenzio, i complicati riti di vestizione al quale non possono partecipare che i figuranti e da cui sono esclusi categoricamente i bambini. Infatti nessuno deve poter conoscere chi si nasconde dietro la maschera dei Cucibocca le cui sembianze potrebbero anche celare qualche papà dei tanti bambini che aspettano incerti tra divertimento e paura il comparire delle misteriose figure.
Intorno alle 20,00 nella penombra dei chiostri appariranno i Cucibocca attesi da tantissimi bambini che accompagnati dai genitori, proveranno a cimentarsi con la paura.
Come in tutte le vigilie delle festività più importanti, anche in questa, la vigilia dell'Epifania, si consuma la cena in famiglia e la tradizione vuole nella notte dei Cucibocca le portate siano costituite da nove pietanze diverse.