L’Associazione incisori “Grafica di via sette dolori”di Matera vi informa che dal
7 al 16 Marzo nel laboratorio calcografico di via sette dolori 7 di Matera, i maestri Vittorio Manno e Angelo Rizzelli dirigeranno un corso intensivo riferito alla tecnica della maniera nera, incisione ottenuta facendo dondolare sulla matrice un attrezzo dentellato regolarmente di buon acciaio a forma di mezzaluna (Berceau, roker), la matrice fittamente granita viene poi lavorata con raschietto, brunitoio, carbone dolce, agata per ottenere gli effetti chiaroscurali desiderati.
Questo metodo di incisione è stato inventato dal pittore dilettante tedesco Ludvig von Siegen (1609-c 1680).
Le sue prime opere risalgono al 1642 ed una è un ritratto di Amalia Elisabetta di Hanau-Münzenberg, landgravia di Assia-Kassel in quanto moglie di Guglielmo V d'Assia-Kassel; questo venne eseguito lavorando dal chiaro allo scuro. Il rocker sembra essere stato inventato dal principe Rupert del Palatinato, un comandante di cavalleria che si distinse durante la Guerra civile inglese, che fu il successivo ad usare questo processo, e lo portò in Inghilterra. Sir Peter Lely ne intuì il potenziale nell'utilizzarlo per pubblicizzare i suoi ritratti, ed incoraggiò una serie di incisori olandesi a venire in Inghilterra.
Il processo è stato ampiamente utilizzato soprattutto in Inghilterra, dalla metà del XVIII secolo, per riprodurre ritratti e altri dipinti. John Raphael Smith fu uno dei più dotati in questa tecnica, che applicò per riprodurre quasi tutte le opere di Joseph Wright of Derby; la sua incisione de Il prigioniero, oggi conservata al Derby Museum and Art Gallery è particolarmente rilevante dal momento che il quadro originale è andato perduto. A partire dalla metà del XIX secolo venne sempre meno utilizzata. Robert e Peter Kipniss Ilsted furono due importanti esponenti della tecnica nel XX secolo; ed anche Escher usò la mezzatinta di tanto in tanto.
Scopo dell’esposizione è illustrare concretamente in che modo la maniera nera è definibile come tecnica di indagine tonale; infatti si interviene su di una lastra di metallo fittamente granita, con brunitori (pietra d’agata, raschietto, carte smeriglio, ecc) per schiacciare le barbe prodotte con la granitura, ricavandone le diverse tonalità necessarie per mettere in evidenza una certa immagine.
I fogli esposti di Manno e Rizzelli evidenziano diversi modi di reinterpretare una stessa tecnica, mossi da differenti scopi di indagine: uno verso la materialità del segno, l’altro verso la luminosità.
L’inaugurazione della mostra è prevista per le ore 19,00 di sabato 7 marzo nei locali del Distretto del Mobile Imbottito in via sette dolori 12 e potrà essere visitata tutti i giorni feriali dalle ore 10,00 alle ore 12,00 e dalle ore 17,00 alle ore 20,00.
Per informazioni:
tel. 0835 382513 cell.3286310675
Daniela Cataldi (