Nel caratteristico centro del materano, da sabato 21 al 24 impazza il Carnevale. Tra le testimonianze folkloristiche alianesi, infatti, quella sul Carnevale è senza dubbio la più interessante per la sua originalità , già sottolineata da Carlo Levi nel "Cristo..." : "Venivano a grandi salti , e urlavano come animali inferociti , esaltandosi delle loro stesse grida . Erano le maschere contadine . Portavano in mano delle pelli di pecora secche arrotolate come bastoni , e le bandivano minacciosi , e battevano con esse sulla schiena e sul capo tutti quelli che non si scansavano in tempo" .
L'ultima domenica di Carnevale, nella piazza del paese, si tiene la "frase". Si tratta di una rappresentazione sarcastica in cui si fa riferimento a fatti e personaggi della realtà locale . Tutto particolare è poi l'abbigliamento della maschera tipica del paese : la maschera cornuta . I giovani indossano i classici mutandoni invernali ("i cauzenitt") cingendosi trasversalmente con un nastro di cuoio da cui pendono numerosi campanelli di bronzo e finimenti di muli e cavalli . Una fascia di crine , invece , circonda la vita , mentre il capo è coperto da una grossa maschera composta di argilla e cartapesta , sormontata da un gran numero di penne di gallo , dalla cui parte frontale spuntano corna assai pronunciate e lunghi nasi pendenti. Raffigurano creature diaboliche e grottesche dai significati magici che si perdono nell'origine stessa del Carnevale. Tali maschere sono uniche , non è possibile trovarne altrove. Esse testimoniano una tradizione che si è conservata immutata nel corso del tempo e su cui le moderne manie di innovazione non hanno avuto facile presa .
Durante il Carnevale si possono assaporare i tipici frazzul, la pasta fatta in casa secondo la tradizione contadina condita anche dal rafano grattuggiato che insaporisce quest'antico piatto.