La Libreria Di Giulio ospita l’autrice, regista e scenografa Irma Immacolata Palazzo giovedì 28 aprile 2016 alle ore 18:30 presso la Libreria Di Giulio a Matera.
La scrittrice presenta il suo romanzo “La cartella rossa”– Ed. Coralli
Interverranno Stefania Draicchio – Consigliera di Parità della Provincia di Matera
Cosimo Cinieri – noto Attore, Regista e Drammaturgo
Modera Stella Montano – giornalista
Reading: Roberta Laguardia - Attrice
IRMA IMMACOLATA PALAZZO
Assistente alla regia di Carmelo Bene in “OTELLO” e “MANFRED”, dal 1978 dirige con Cosimo Cinieri la Compagnia Cinieri-Palazzo come autrice, regista, scenografa, costumista e ideatrice di colonne sonore. In teatro ha realizzato numerosi allestimenti tra cui: “LA BEAT GENERATION”, “Cosimo Cinieri è/o MACBETH di W. Shakespeare”, premiato col Biglietto d’oro a Taormina Arte ’85, 30 Atti Unici (Pinter, Schnitzler, Strindberg, Ionesco, F.G.Lorca, Cechov, E. De Filippo, ecc.), “CANZONIERE ITALIANO”, con la Banda dell’Arma dei Carabinieri. Per RAI 3 ha realizzato “DUETTO D’AMORE”-dialogo in versi dalla grecità ad oggi- in quattro puntate, premiato al Festival di Salerno, ed “ERRARE IN TOSCANA”. Collabora in produzioni radiofoniche come autrice e regista e lavora come sceneggiatrice per il cinema. Nel 1999, ha pubblicato il libro di poesia "GIOCARE IN CASA", ed. Campanotto, nel 2008 “EMBALLEMENT”, ed. Pagine, con cui ha vinto il 1° premio Pagine di Poesia 2007 e nel 2015 il suo primo romanzo: LA CARTELLA ROSSA, Ed. Coralli.
LA CARTELLA ROSSA – Ed. Coralli
Il bellissimo racconto di Irma Palazzo narra di una bambina che, quotidianamente, deve inventarsi strumenti utili a protezione del suo mondo e della sua anima. Il racconto, si svolge negli anni ’60 a Bari, e in particolare tra il quartiere oggi chiamato “San Paolo” (u CEP) e un collegio di Bitonto.
Un racconto che ci restituisce l'esperienza di un mondo scomparso dal 2006, quello degli Istituti per l'Infanzia abbandonata; un racconto di resilienza che ci sollecita ad assumere uno sguardo più attento nei confronti dei nostri bambini, di ieri e di oggi.
E’ un ritorno al racconto sociale, a quel racconto che si sviluppa in gran parte dell’Europa nella prima metà dell’Ottocento che tratteggia la vita dei ceti sociali economicamente svantaggiati e denuncia situazioni di sopruso e pregiudizio.
Le dinamiche relazionali tra ragazzine e ragazzini, la mutuazione dei modelli “adulti” nei comportamenti di pre/adolescenti, ci immergono in un ambiente che è solo l’embrione di quel che diventerà. Ma non c’è giudizio da parte dell’autrice. Non ci sono condanne ed assoluzioni. E’ andata così. Il rapporto con questo passato è dialettico e conoscitivo. Gli abusi sono cronaca, non intaccano, almeno nella volontà, quel mondo separato, una vera e propria messa in scena teatrale che la bambina prima e l’adolescente poi, si costruisce come riparo, per avere una stanza tutta per sé. C’è salvezza dunque. C’è la possibilità di restituire non in maniera speculare ma anzi, come in una camera in cui l’immagine è rovesciata, il bene al posto del male, l’ironia al posto del cinismo , la cura al posto dell’abbandono