Li accomuna la loro passione per la “Poesia” e non solo, sono rispettivamente Vice Presidente e Presidente del Ce.C.A.M Centro di Cultura e Arte della Magna Grecia di Marconia, che ha come “Mission” quello spirito di promuovere l’arte e la cultura in ogni sua “Forma”.
Grazia Giannace e Giovanni Di Lena presenteranno a Matera, le loro opere, titolo della serata “AMICI DI VERSI”.
La serata sarà introdotta e coordinata dalla Prof.ssa Maria Antonella D’Agostino, presidente dell’ Associazione Culturale MATERA POESIA 1995, che ha promosso la stessa, presso l’Hotel San Domenico al Piano, venerdi 13 Maggio dalle ore 18;30.
Pinuccia Sassone, (Presidente dell’Associazione Marcello Sassone Musica e Arte), relazionerà su l’opera dell’autrice Grazia Giannace, Note a margine” silloge di (71 poesie). L’autrice nata a Pisticci ma che vive a Marconia, dove ha svolto per anni l’attività di docente di lettere , da anni impegnata in un percorso artistico a tutto tondo, è insieme ad altri collabora attivamente come già detto all’interno del Ce.C.A.M. Precedentemente aveva scritto “Le mie parole semplici”, la sua passione e frequentazione con l’arte c’è stata da sempre, e si è sviluppata nel tempo, in ogni sua forma sia con la poesia che anche la pittura e la scultura. Nei suoi libri di poesia, vi è quasi una contaminazione delle due arti, tanto che nelle copertine degli stessi vi sono i sui straordinari dipinti.
Carlo Abatino, (Docente e giornalista materano), invece relazionerà su “La piega storta delle idee” libro di Giovanni Di Lena, poeta Pisticcese. Un libro che è una silloge di poesie “cinquantasei”, settimo libro per l’autore, dove lo stesso ci fa riflettere su come i sogni, i progetti, che ciascuno di noi ha cullato ed alimentato sin dall’infanzia fino all’età adulta e matura, s’infrangono e soccombono contro i mille impedimenti e imprevisti della realtà della vita, e deviano quella rotta che ognuno di noi nel corso della vita si è prefisso. L’autore come da sempre, si fa voce di un profondo disagio personale e sociale, tocca i temi profondi quali il lavoro, della socialità della politica e dell’ambiente. Fedele da sempre ad una sua naturale vocazione meridionalistica. La sua poesia definita da lui stesso “un arma spuntata”, la stessa, non solo deve esternare i sentimenti e le emozioni, ma deve avere anche una funzione sociale, una poesia intesa anche come forma di denuncia contro le ingiustizie sociali, ambientali, contro i soprusi perpetrati verso i più deboli, ma anche come poesia “strumento” che ci invita a riflettere ed eventualmente ad agire cambiando la rotta verso il giusto.