Nella cornice di Matera, Capitale europea della Cultura per il 2019, si terrà un Meeting organizzato dal Centro Studi Intergenerazionale della Città dei Sassi, per il 18 e il 19 giugno prossimi, incentrato sulla figura di San Benedetto , Patrono d’Europa e l’attualità della sua Regola. Infatti, attraverso le varie iniziative previste, si potranno evidenziare non solo le memorie artistiche e architettoniche dei Benedettini nel territorio lucano, ma anche l’eredità culturale ed antropologica della Regula del Santo di Norcia, come possibile strumento e guida nelle relazioni fra le varie generazioni e tra i popoli.
Nella prima giornata, dalle ore 9.00, a Palazzo Lanfranchi si terrà un convegno proprio sull’attualità della regola benedettina nel dialogo tra le generazioni. I relatori saranno don Donato Giordano e don Giulio Meiattini, entrambi docenti universitari: il primo, Priore della comunità benedettina di Picciano (Matera), il secondo, espressione dell’Abbazia della Madonna della Scala di Noci (Bari). Gli studiosi ci aiuteranno a definire storicamente e geograficamente la presenza benedettina in Basilicata e illustrare l’attualità della figura di S. Benedetto. Seguirà l’intervento della dott.ssa Simona Fontanarosa, su S. Giovanni da Matera. Nel medesimo contesto, sono previste esposizioni tematiche, inerenti per l’appunto all’argomento del convegno, da parte dei partecipanti ai Circoli di studio delle sedi Censin del Materano, coinvolte nel progetto.
Alle 17.30, dopo un Light lunch e un itinerario benedettino guidato del primo pomeriggio, ci sarà l’inaugurazione della mostra Docere et probare sulle memorie artistiche e architettoniche benedettine in Basilicata, presso la Chiesa di S. Maria de Armeniis. Questo momento del meeting sarà curato dalla dott.ssa Milena Ferrandina e vedrà inoltre la partecipazione del Coro della Polifonica Materana Pierluigi da Palestrina. Infine alle ore 20.00, nella Chiesa di S. Giovanni Battista, il Coro Novum Gaudium di Noci condurrà una lezione/concerto di Canto gregoriano.
La mattinata di domenica 19 giugno sarà dedicata alla Marcia intergenerazionale per l’accoglienza dei popoli, un modo per rimarcare concretamente i legami tra i popoli attraverso la figura del santo umbro. La Marcia, curata da Nunzio Giancola, comincerà alle 7.00 da Montescaglioso, con l’attraversamento del Parco delle Chiese rupestri del Materano e l’arrivo a Matera in Piazzetta Pascoli per la conclusione del meeting.
Info e iscrizioni: www.censin.it Tel. 339 6500964 / 331 2837128 e.mail evento2016@censin.it
PERCHE’ UN CENTRO STUDI INTERGENERAZIONALE
Le sfide connesse all'aumento della speranza di vita e alla diminuzione della natalità richiedono delle risposte alle nuove esigenze alle persone appartenenti alle altre fasce d’età al fine di trovare soluzioni sostenibili ed innovative per tutte le generazioni interessate dai cambiamenti in atto. Una realtà che deve costituire oggetto di studio e deve vedere attivi tutti i settori della società non solo per prevenire possibili criticità ma per cogliere nuove opportunità e sostenerle con scelte adeguate. Il Censin,Centro Studi Intergenerazionale, intende soprattutto attraverso la sua Cattedra di Dialogo tra le Generazioni in collaborazione con enti ed associazioni del territorio promuovere ricerca sui temi dell’intergenerazionalità e del dialogo tra generazioni. Un impegno corale per riflettere e mettere a confronto, in una logica di rete, quanto si va realizzando e diffondendo in Italia e nel resto dell’Europa. Uno degli obiettivi è quello di individuare e promuovere sul territorio lo scambio di esperienze e di buone pratiche attorno ad alcuni temi quali: il net welfare, quale sistema innovativo di benessere psicosociale e e il reciproco apprendimento tra generazioni. Il lavoro del Censin è rivolto a professionisti di vari settori, enti e servizi a tutte le persone interessate dalle trasformazioni in atto. Si parte dall’idea che uno dei principali motori dell’innovazione sociale sia proprio il confronto tra persone di età diverse - anche appartenenti a etnie differenti - legate da un comune denominatore: il territorio. Soltanto progettando insieme lo sviluppo sostenibile del territorio l’integrazione intergenerazionale può diventare una realtà.
D’altra parte, le recenti tendenze demografiche, i cambiamenti socio-culturali degli ultimi decenni, hanno indotto a coniare una nuova espressione, quella di «integrazione intergenerazionale”. Significa che ogni persona, indipendentemente dall’età, è portatrice di valore e può dare un contributo fondamentale allo sviluppo della società, a patto che sia aperta ad apprendere per tutto l’arco della vita e a trasferire la propria esperienza alle nuove generazioni, libere a loro volta di rivisitarla. Si afferma in questo modo un nuovo modello culturale che guarda la persona ad ogni età sempre creativa e socialmente significativa. E’ chiaro che si necessita di opportunità innovative ovvero di esperienze che consentano di progettare insieme, soluzioni nuove alle esigenze della collettività. Quest’anno, la tematica del Meeting annuale Censin si propone confronto fecondo tra le generazioni sull’attualità della Regola benedettina. L’evento intende scardinare l’assoluta separatezza di culture che sembrano contrapposte fra giovani e anziani.
Chi siamo
Il Censin, Centro Studi Intergenerazionale, è un istituto di ricerca che svolge una costante attività nell'ambito delle questioni intergenerazionali attraverso la realizzazione di studi sull'evoluzione sociale e programmi di intervento nei settori attinenti al net-welfare e all'apprendimento permanente. Inoltre promuove eventi di divulgazione scientifica nonché seminari e programmi di formazione. Il Censin si propone di far convergere diversi saperi ed esperienze in un team di ricerca multidisciplinare, che, attraverso un approccio integrato, possa portare alla produzione di progetti innovativi, aumentando nello stesso tempo, le conoscenze scientifiche di tutti i settori disciplinari coinvolti.
Il Censin si configura come organismo complementare dell'Associazione non profit "Centro Studi Anziani di Basilicata".
L’ATTIVITA’ DEL CENSIN
La CATTEDRA DI DIALOGO TRA LE GENERAZIONI
Il Censin ha istituito la “Cattedra di dialogo tra le Generazioni” per promuovere ricerche in ogni settore disciplinare partendo dagli spazi che funzionano come luoghi di incontro e di mediazione tra le generazioni come famiglia, scuola, lavoro, associazionismo e altri.
Ogni settore professionale avverte infatti la necessità di un aggiornamento riguardo la prospettiva di un nuovo dialogo tra le generazioni sempre più unitario, capace cioè di inglobare anche gli orizzonti morali a cui guardare per proporre possibili sviluppi. Gli ambiti di ricerca e divulgazione scientifica appositamente programmati hanno il compito di approfondire una dimensione particolare del dialogo tra le generazioni.
I CIRCOLI DI STUDIO DI APPRENDIMENTO INTERGENERAZIONALE
I Circoli di Studio rappresentano un modo “nuovo” di apprendere tramite strumenti e metodi innovativi per coltivare interessi, ampliare e sviluppare competenze, mettere in gioco capacità, realizzando percorsi tematici di studio fra persone eterogenee per età, esperienza e cultura.
Operativamente un tutor/facilitatore mantiene il programma di apprendimento focalizzato mentre si muove nella direzione scelta dai partecipanti.
Il Circolo prevede incontri di studio e attività complementari quali seminari di approfondimento e di documentazione e visite didattiche. E’ possibile accedervi in qualunque periodo dell’anno scegliendo un Circolo di Studio per l’apprendimento permanente intergenerazionale presente nel territorio.
IL CENSIN TELECARE
Obiettivo del "Censin Telecare" è verificare e promuovere lo stato di benessere della persona nel proprio contesto socio-culturale. Il servizio comprende le seguenti funzioni base:
- monitoraggio costante della situazione personale, sociale e ambientale;
- informazioni, orientamento e collegamento con la rete dei servizi attivabili;
- azioni di promozione di mirati stili di vita.
Il collegamento avviene tramite contatto audio e/o audiovideo, in modo programmato e talvolta automatico, da una o più Centrali Operative sulla base di un piano di intervento concordato. In aggiunta a tali funzioni base, può essere inoltre prefigurato un ulteriore sviluppo che preveda nuovi servizi di net-welfare.
GLI EVENTI DEL MEETING CENSIN 2016
IL 18 E 19 GIUGNO MEETING CENSIN 2016 - SAN BENEDETTO PATRONO D’EUROPA
CONVEGNO
San Benedetto patrono d’Europa: l’attualità della regola benedettina nel dialogo tra le generazioni
Matera, 18 giugno 2016 ORE 9.00 – Palazzo Lanfranchi
Sabato 18 giugno 2016 alle ore 9.00, presso la sala Carlo Levi del Palazzo Lanfranchi a Matera, si terrà il Convegno "San Benedetto, Patrono d’Europa: l’attualità della Regola Benedettina nel dialogo tra le generazioni" che si colloca all’interno delle manifestazioni organizzate dal CENSIN, Centro Studi Intergenerazionale di Matera per il Meeting annuale, San Benedetto Patrono d’Europa nei giorni 18 e 19 giugno. Dopo i saluti delle autorità Mario Cifarelli, presidente del Censin, presenterà l’evento. I relatori Don Donato Giordano, Monaco benedettino, docente Facoltà Teologica Pugliese di Bari, don Giulio Meiattini, monaco benedettino Abbazia Madonna della Scala di Noci e Simona Fontanarosa, ricercatrice, insieme ai Circoli di studio del Censin, coordinati dai tutor Breglia Licia, Celano Rossella e Ciarfaglia Michele, si confronteranno sul come nella nostra epoca, caratterizzata da grandi cambiamenti, la Regola Benedettina può indicare con i suoi principi anche la via per l’avvenire. Carmela Biscaglia, vice presidente della Deputazione di Storia Patria per la Lucania, coordinerà i lavori del convegno. San Benedetto, nella tradizione agiografica, è recepito come uomo di Dio, carismatico, padre spirituale dei monaci e taumaturgo. A lui si deve l’organizzazione del monachesimo in Occidente, grazie alla Regola da lui redatta a metà sec. VI, la quale oltre a contenere le norme essenziali per la vita comunitaria è pervasa da un grande senso di moderazione e di umanità. La Regola di S. Benedetto, capolavoro di saggezza e di equilibrio, riconosce il primato di Dio nella vita personale e indica le norme di comportamento per dare ai monaci sicuri punti di riferimento. Nel rispetto della dignità della persona, Benedetto indica al monaco una strada di perfezione non troppo ardua, caratterizzata dalla discrezione, dal senso della misura e dall’ordine nella vita. Il monachesimo benedettino, perciò, ebbe un grande successo e si diffuse nelle varie regioni dell’Europa medievale, con una rete di abbazie le quali oltre ad essere fari di spiritualità, contribuirono in modo determinante al progresso economico e sociale del territorio. Il monastero benedettino era concepito come una comunità autonoma che, oltre agli ambienti necessari per la vita comune, doveva essere attrezzato per una sua autonomia di sussistenza: terre da coltivare, animali, attrezzi, stalle, magazzini, mulino, forno, etc. I monaci curavano i lavori di dissodamento e di bonifica, recuperando vaste aree di terreno inselvatichito da secoli di abbandono e rendendole produttive. Ora et labora (prega e lavora), fu il motto che caratterizzò il monachesimo benedettino. I monaci pregavano e lavoravano manualmente, curando il culto e la cultura, la liturgia e l’arte. Ogni monastero aveva la sua biblioteca e lo scriptorium, dove si trascrivevano i testi degli antichi autori cristiani e pagani, salvati dalla distruzione, e si decoravano i preziosi codici con splendide miniature. Una particolare cura era dedicata ai malati e all’assistenza dei più bisognosi, invalidi e orfani. Le abbazie erano anche luoghi di sosta lungo le strade di transito e di pellegrinaggio, perciò avevano una foresteria che accoglieva viaggiatori e pellegrini, con grande spirito di carità. Di fondamentale importanza, per il progresso della società civile e religiosa del tempo, furono le scuole curate dai monasteri – anche al di fuori del recinto - nelle quali i giovani venivano formati non solo culturalmente mediante l’apprendimento dottrinale, quanto soprattutto attraverso la comunicazione dell’esperienza di vita. Una trasmissione di esperienza e sapienza, di generazione in generazione, in prospettiva di un
arricchimento umano per il bene comune e un futuro migliore. Il monachesimo benedettino, in quindici secoli di esistenza, nel suo diffondersi a livello planetario si è caratterizzato, oltre che per il rispetto della dignità della persona, anche per l’apertura alle varie culture con le quali é venuto a contatto, mediante un processo d’inculturazione che lo ha visto impegnato nel dialogo e nell’integrazione dei valori umani e religiosi condivisi. Si vuol dire che la Regola di S. Benedetto, affermando il primato di Dio e la grandezza dell’uomo, si è rivelata una realtà viva, aperta alle situazioni che di volta in volta - ovunque e in ogni tempo - si sono presentate, punto di riferimento sicuro per il bene della persona e della società umana.