Il Carnevalone Bernaldese affonda le sue radici in tempi remoti. Racchiude in sé un mix di elementi provenienti dalla cultura Magno-Greca e da componenti fantastiche insite nell'immaginario popolare.
Una delle particolarità della tradizione carnevalesca bernaldese è l'inusuale periodo in cui si svolge: la prima domenica di Quaresima.
In questa tradizione convivono due sentimenti opposti: da un lato la protesta del popolo verso le restrizioni imposte nel periodo quaresimale, una volta prevalente ed oggi simbolicamente riproposta, dall’altro la gioia per il principio di una nuova fase del ciclo della vita e per la purificazione dell'anima a cui tutti si preparano.
Tutto questo viene espresso attraverso l'immagine goliardica del “Funerale di Carnevalone”, in cui vengono fatte rivivere tutte le figure classiche della tradizione carnevalesca bernaldese.
La Pro Loco di Bernalda, per il quarto anno, vuole riportare in vita questa antica tradizione e far conoscere soprattutto ai più giovani delle figure che rischiano di cadere nel dimenticatoio: Carnevalone, le Quarèmme, la fèmmena prén, u' Marawàll, lo scambio dei ruoli.
Carnevalone, personaggio buffo, stravagante e strampalato, è simbolo degli eccessi della vita da purificare durante il periodo quaresimale.
La Quarèmma, figura tetra tipica del Carnevalone bernaldese, trae le sue origini dalla latina prefica, donna che tradizionalmente, dietro compenso, sedeva al capezzale dei defunti piangendo e recitando le usuali nenie funebri. Rappresenta la Quaresima e quindi la privazione, il digiuno e la penitenza: segna quindi la fine dei bagordi del carnevale. Le Quarèmme che sfileranno, infatti, sono sette come le settimane della Quaresima.
La fèmmena prén è la moglie di Carnevalone, rappresentata come una donna sciatta, vestita di stracci ed è colei che darà alla luce Carnevalicchio, simbolo di un nuovo ciclo della vita.
U' Marawàll è una figura di fantasia usata in passato per intimorire i bambini e richiamarli all'ubbidienza.
Lo Scambio dei ruoli rappresenta il riscatto della condizione della donna nel passato e quindi nella società patriarcale del tempo. In quel giorno, quando tutto era permesso, la donna si travestiva da uomo e l'uomo da donna consentendole così per un giorno di “portare i pantaloni”.
Domenica 5 marzo in piazza San Donato, dalle ore 16,00 per condividere insieme un giorno di festa e divertimento con tante inattese sorprese!