Evento appartenente alla XXX edizione del Gezziamoci 2017 - Il Jazz Festival di Basilicata
Quest’anno il Gezziamoci, il Jazz Festival di Basilicata, taglia un traguardo molto importante: la sua trentesima edizione. Molti gli eventi che ci hanno portato fino a questo punto, molte le idee realizzate e quelle ancora da realizzare per il festival più longevo del sud Italia.
La caratteristica che distingue il Gezziamoci dagli altri festival è la ricercatezza nel presentare i programmi ogni anno, cercando di essere sempre all’avanguardia nel mondo del jazz e di proporre qualcosa non solo bello ma anche innovativo e fuori dagli schemi. Da qui le idee dei “concerti all’alba” immersi nei parchi della murgia materana o nelle chiese rupestri.
Non solo. Il Gezziamoci è strettamente legato al proprio territorio e alla propria città: Matera. L’idea è sempre stata quella di legare la cultura alle nostre radici, di modo che il Gezziamoci e Matera potessero crescere insieme come luogo di cultura collettiva e condivisa, dove tutti i musicisti non si sentissero ospiti ma abitanti per un giorno di quei luoghi. Luoghi che molte e molte volte li hanno ispirati, la dimostrazione che non si cava solo tufo dai sassi materani ma la maggior parte delle volte si cava cultura.
Il traguardo di quest’anno è la dimostrazione di come un’associazione come l’Onyx Jazz Club, fatta di persone che per passione operano e realizzano un festival dalla durata annuale con una stagione invernale ed estiva, sia il punto focale dal quale ripartire per operare in una comunità fatta di persone e territori. Di come la passione e la volontà di fare bene possano far sì che la cultura sia qualcosa alla portata di tutti e creata insieme a tutti.
I trent’anni del Gezziamoci, il Jazz Festival di Basilicata, sono la dimostrazione di come sia possibile creare qualcosa di bello e prezioso e farlo crescere attraverso i luoghi, la gente, gli artisti; tutti insieme.
PROGRAMMA:
Sabato 1 Aprile e domenica 2 Aprile
in collaborazione con Norwegian Ministry of Foreign affairs – Norsk Jazzforum
Sabato 1 aprile, Casa Cava, Matera
Ore 20:30, biglietto unico per i concerti di 1-2 Aprile 10 euro
MOSKUS TRIO
Anja Lauvdal, pianoforte
Fredrik Luhr Dietrichson, contrabbasso
Hans Hulbækmo, batteria
Il trio Moskus, dopo la doppia candidatura allo Spellemannspris (Grammy norvegese) nel 2012 con l’album di debutto “Salmesykkel”, è stato nuovamente candidato all’inizio di questo 2017 con “Ulv Ulv“. Il trio entusiasma e cattura l’interesse dell’ascoltatore accompagnandolo in un autentico viaggio nella musica e nella natura incontaminata. Grazie a composizioni improvvisate dense d’inventiva e alla forte presenza scenica, durante i concerti il pubblico e i membri stessi del trio godono di un’esperienza unica. Un piano trio che dopo aver riscosso un notevole successo di critica con l’album “Salmesykkel”, “si candida a diventare la nuova giovane band di culto norvegese” secondo l’inglese John Fordham sul Guardian.
Moskus combina una forte personalità espressiva e una grande maturità e le affianca all’energia e all’indipendenza tipiche della gioventù. Una band molto dinamica, che senza alcuno sforzo alterna giocosità disinibita e serietà introspettiva. Il recente “Ulv Ulv“ segna un ulteriore e importante passo avanti, verso l’astrazione e verso una maggiore contemporaneità. I tre componenti, come sempre, contribuiscono in modo del tutto paritetico all’evolvere generoso e accattivante della loro musica, creando paesaggi sonori di rara bellezza.
Al concerto seguirà una jam session con i musicisti lucani
Domenica 2 aprile, Casa Cava, Matera
Ore 20.30, biglietto unico per i concerti di 1-2 Aprile 10 euro
HILDE MARIE HOLSEN
Hilde Marie Holsen tromba e elettronica
Paesaggi sonori improvvisati ed elaborazioni in tempo reale di ottoni sono il cuore dell’esplorazione di Hilde Marie Holsen: interazione tra il suono soffiato della sua tromba e l’elettronica. Una musica molto contemplativa e intrisa di malinconia, in cui trovano spazio noise, grande dinamica e intensa drammaturgia. Hilde Marie Holsen è originaria di Jølster, Norvegia occidentale, ma risiede a Oslo, dove ha conseguito un master in tecnologia musicale presso la Norwegian Academy of Music di Oslo dopo essersi laureata in tromba jazz presso l’Università di Agder (Kristiansand).
Insieme a lei, Luca Vitali presenterà il libro “Il suono del Nord. La Norvegia protagonista della scena jazz Europea“.
Ad animare le pareti della Casa Cava sarà il graphic design del prestigioso Studio Yokoland di Oslo che ha caratterizzato fin dalle origini l’immagine l’etichetta norvegese Hubro. Un’esposizione che arriva per la prima volta in Italia e vedrà esposte alcune delle produzioni più significative dell’etichetta.
“La Scandinavia rimane, assieme all’Italia, non solo il luogo dove si produce (e si consuma) più jazz, ma il luogo dove questo raccoglie il suo significato originale di musica dinamica che si sposta attraverso i crocevia del pianeta. Per questo il prezioso testo di Luca Vitali sul jazz norvegese è non solo importante, ma diviene lente d’ingrandimento della nuova realtà jazzistica europea. Perché racconta quanto un relativamente piccolo mondo come la Norvegia possa nutrirsi con i nuovi linguaggi solo se è in grado di relazionarsi con il mondo più ampio” (Paolo Fresu – Prefazione)
Domenica 9 Aprile, Casa Cava, Matera
Doppio Concerto Ore 17.30 e 21.00
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
GIULIANA SOSCIA E PINO JODICE 5ET
STABAT MATER IN JAZZ
Giuliana Soscia / accordion, compositions, arrangements
Pino Jodice / piano, compositions, arrangements
Pino Melfi / trumpet/ flugelhorn
Attilio Zanchi /double bass
Giovanni Imparato voice/percussions
“Stabat Mater in Jazz “ nasce da un idea di Giuliana Soscia e Pino Jodice, incoraggiati dal grande M° Roberto De Simone che ascoltando la loro versione jazzistica del primo movimento “Stabat Mater Dolorosa”, entusiasta, li convinse a completare ’intera opera di rielaborazione.
Lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi è una delle opere sacre composte in epoca Settecentesca rimaste sempre in repertorio fino ad oggi. L’universalità dei temi, la naturalezza dell’esposizione melodica, ne fanno un’ opera senza tempo, anche se Pergolesi segue un iter compositivo usuale , la sua musica è permeata sicuramente di una grande abilità tecnica e
di un linguaggio connotato particolarmente dal punto di vista espressivo. Tutto ciò ha consentito una vincente rielaborazione jazzistica, che si intreccia con i ritmi e gli schemi tipici del jazz e ampi spazi improvvisativi. La fisarmonicista, pianista, compositrice/arrangiatrice e direttore d’orchestra jazz Giuliana Soscia e il pianista, compositore/arrangiatore e direttore d’orchestra jazz Pino Jodice hanno pubblicato questo straordinario progetto per il Conservatorio di Musica Domenico Cimarosa e debuttato in Francia a Marsiglia presso l’IIC di Cultura. I due jazzisti rielaborano i temi dello Stabat
Mater li fanno rivivere in chiave moderna tramite il jazz. Pino Jodice affianca alle melodie citazioni musicali ricorrenti attinte dai giganti del jazz americano, in particolare “A love supreme” e “Naima” di John Coltrane. Giuliana Soscia aggiunge delle citazioni ispirate al tango di Astor Piazzolla, ampliando ancor più l’universalità della musica di Pergolesi appartenuto ad un’ epoca così lontana , ma in fondo così vicina a noi nei sentimenti e nelle emozioni . Si aggiunge l’esperienza di un
contrabbassista jazz che ha collaborato con gran parte del panorama jazzistico mondiale, Attilio Zanchi, il potentino Pino Melfi alla tromba, flicorno e tromba barocca, che sottolinea la fusione di due stili, la sonorità della tromba barocca tipica dell’organico strumentale dell’orchestra settecentesca e la tromba con la sordina di Miles Davis il gigante del jazz . Completa il quintetto il percussionista/cantante d’eccezione Giovanni Imparato, noto al grande pubblico anche come percussionista/cantante dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, completa il quartetto con la sua particolare voce e ritmi di tamburi, con i suoi molteplici colori tinge il progetto di una veste arcaica e sacra in quanto specialista e conoscitore dei ritmi dei tamburi sacri batá usati nelle cerimonie della santería cubana della tradizione Yoruba. La fisarmonica strumento della tradizione italiana folkloristica, con le sue ance rievoca la voce umana e le melanconiche melodie argentine tanghere fino ad arrivare al jazz più tradizionale al free-jazz. Il pianoforte utilizzato nelle improvvisazioni e come strumento portante a volte anche ritmico, fa da supporto armonico.
Giornata internazionale del Jazz
Domenica 30 Aprile, Casa Cava, Matera
Ore 20:30 – Ingresso euro 10
PAOLO SCHIANCHI
From 6 to 49 strings
L’incredibile viaggio nel mondo della chitarra che ha emozionato le platee del Nord America: un concerto completamente fuori dal comune, con strumenti unici al mondo e l’acclamato talento multiforme del chitarrista e compositore Paolo Schianchi.
«Paolo è uno dei più talentuosi, competenti, creativi musicisti che io abbia mai incontrato. Chiunque abbia avuto il privilegio di ascoltare uno dei suoi concerti sa bene che artista incredibile sia Paolo.»Giulio Carmassi (Pat Metheny Unity Group). Paolo Schianchi è un musicista e performer fuori dall’ordinario, in grado di padroneggiare tutte le principali varietà della chitarra, dal liuto rinascimentale a strumenti futuristici di sua creazione. Tra questi una chitarra a 49 corde del liutaio cremonese – di origini argentine – Carlos Roberto Michelutti, e Octopus® , uno strumento elettro-acustico inventato dallo stesso Paolo Schianchi e brevettato, con il quale è possibile suonare dal vivo diverse chitarre contemporaneamente utilizzando mani e piedi insieme, senza l’aiuto di suoni pre-registrati. Paolo è un chitarrista, compositore, cantante, arrangiatore, ricercatore e inventore. Con quattro Lauree in Musica e Comunicazione, è stato il primo Artist in Residence nella storia della Saint Francis University in Pennsylvania, USA (fondata nel 1847). È stato inoltre il primo artista solista ad esibirsi in concerto sulla chitarra presso il Carnegie Museum of Art (PA, USA). Grazie ad un appassionato lavoro di ricerca, Paolo Schianchi ha recuperato, restaurato e trascritto per chitarra, dopo più di quattro secoli di oblio, alcuni manoscritti inediti del compositore rinascimentale Santino Garsi da Parma; opere che la musicologia – per avverse vicende – aveva lasciato cadere nell’oblio, ma che nel Rinascimento erano tra le più popolari ed eseguite.
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