Dopo il successo ottenuto con il suo primo romanzo Mille anni che sto qui - best seller vincitore del Premio Campiello 2007 - Mariolina Venezia torna nella sua Basilicata con un giallo sui generis, originale e divertente, pungente ritratto dell'Italia di oggi.
Protagonista il sostituto procuratore di Matera Immacolata (Imma) Tataranni. Simpatica e antipatica al tempo stesso, Imma è alta un metro e uno sputo, ha capelli crespi, gusti improbabili e una memoria prodigiosa. È una donna abituata «per indole e storia personale» a non perdersi in chiacchiere e ad andare al sodo «cercando di risolvere problemi domestici e casi giudiziari senza grosse distinzioni fra un omicidio passionale, un abuso edilizio e un rubinetto che perde, implacabile come un orologio a cucù, insensibile alle sfumature e concentrata sul risultato».
Caustica e determinata, ironica e inguaribilmente ottimista, Imma è decisa a fare luce sull'omicidio di un ragazzo morto accoltellato. Sullo sfondo di una regione dai mille problemi, descritta con dissacrante ironia e ostinato attaccamento, Irma indaga attorniata da una folla di personaggi le cui storie Venezia intreccia con l'abilità già dimostrata in Mille anni che sto qui. E destreggiandosi tra il bell'appuntato Calogiuri, l'odiatissima impiegata assenteista Maria Moliterni, l'ottuso maresciallo La Macchia, l'incontenibile sovrintendente Montemurro, suocera, marito, figlia e un traffico di rare tavolette votive dell'epoca della Magna Grecia, Imma riuscirà a portare a galla la verità. Perché la gente della Basilicata è sempre stata così, «quando si mettevano non mollavano, come certe piante abituate a crescere in terreni impervi. Come lei»
Immancabilmente, quando si trovava di fronte la nuora con la sua faccia di luna piena e i capelli che a seconda delle settimane viravano sul rosso mogano, o fiamma, o peggio ancora carota, con la ricrescita sempre in agguato, gli improbabili tailleurini che le aveva cucito la madre e le scarpe coi tacchi che con l'andar del tempo diventavano sempre più alti, la signora De Ruggieri aveva un trasalimento che si sforzava di dissimulare guardando fisso in avanti, l'occhio un po' vitreo, le labbra strette, in apnea, cercando di cacciare via un dubbio: che le angherie fatte subire a generazioni di liceali non stessero adesso producendo quell'effetto in virtù della legge del contrappasso.
Ma Imma non faceva una piega, così tanta mimica facciale restava incompresa, e la signora finiva col chiedersi se la madre di sua nipote non fosse anche scema, oltre a essere la donna peggio vestita della provincia, e se sì come avesse fatto a diventare sostituto procuratore.