Dal 4 al 30 novembre 2010
Mediateca Provinciale di Matera, Spazi Espositivi
Inaugurazione: giovedì 4 novembre, ore 19.30
Testo autobiografico
di Tommaso Cascella
… scrivere del proprio lavoro è come confessarsi dal prete: si dice quasi tutto e ci si assolve. L’indicibile, il segreto, questo è impossibile da mettere a fuoco, il vero è incoffessabile, è rimosso, scivola via. Sto parlando del perchè dipingo e di quello che il mio lavoro rappresenta. Posso caricarlo di significati, posso renderlo “leggibile” con parole appropriate e poetiche, ma rimane sempre inspiegabile quell’imprendibile attimo in cui ci si domanda del perchè di questo o di quel segno, colore, pausa, graffio.
Mi chiedo perchè dipingo in questo modo?
E, in tutta onestà, non ho una risposta che possa illuminare lo spettatore. Penso alla mia grafia, e forse, più che un critico, ci vorrebbe un grafologo, un perito di tribunale che analizzi i tremori, le ripetizioni, le incertezze, che filtri il mio lavoro e possa mettere in evidenza il vero dall’artificioso, l’emozione dalla sicurezza del mestiere, che possa classificare i segni tra primari e vecchi, tra spigolosi e tondi. Il prossimo catalogo sarà presentato dal Prof. Tal dei tali che ci spiegherà lo stato d’animo dell’autore dell’opera, il suo grado di calma o nervosismo, la sua verità o falsità.
Ma naturalmente questo è solo un aspetto della lettura di un quadro, non abbiamo affrontato nulla del suo significato ma solo intorno allo stato emozionale dell’autore.
Ecco che si ripropone la “confessione” che dovrei rendere qui, e dichiarare, una volta per tutte, cosa significano questi miei lavori.
Ma la verità, come dicevo prima, mi scivola via, non l’afferro, non la percepisco se non in termini didascalici, dando un “significato” a questo o quel segno, un valore simbolico al colore, un segno musicale alla stesura, alle pause e contrappunti. Sto parlando con il vocabolario dei musicisti, e cosa c’è di più astratto e “insignificante” della musica? Credo proprio che dopo il grafologo sarà un musicista a scrivere del mio lavoro.
Una cosa mi prende sempre nella pittura e nella scultura: lo spazio. Il quadro si fa teatro, paesaggio. Le pause tra un segno e l’altro sono animate dal colore, da una pausa dove l’occhio scorre via come quello di un uccello. Penso che un regista di cinema ci si trovi bene in questi spazi, in questi fotogrammi di una ripresa infinita dove la pittura prosegue fuori dal quadro/fotogramma, dove la visione è quella d’un unico territorio dove scorrono stagioni e storie, dove i segni sono personaggi di un teatro antico. Penso che dopo il grafologo ed il musicista, anche il cineasta possa aiutare alla lettura dell’opera.
Parlando di spazio, di pause, di piani, paesaggio, scultura, credo che l’architettura (mia vecchia passione) possa dare un contributo decisivo per definire il tutto. Quindi la lista dei personaggi si allunga.
Ma forse, alla fine, vorrei proprio un prete per confessarmi. E’ lui il personaggio chiave ma che probabilmente non comprenderebbe nulla delle mie parole e le ricondurrebbe nel solco di un’etica a lui familiare, ridurrebbe i miei pensieri nei recinti di una storia scritta dai saggi antichi distillando il bene dal male. Metterebbe paletti e confini e deciderebbe infine nel nome di Dio.
Ma il testo critico del prete non l’avrete mai perchè è legato al segreto della confessione.
L’unico professionistache potrebbe illuminarvi porterà il segreto con sè.
Un fardello leggero per lui perchè comunque non avrà compreso nulla dei miei balbettamenti, dei miei graffi, scarabbocchi, urli, lacerazioni, trasparenze, velature, musica, architettura, scultura, sesso, amore, pianti, risate, ironia, in altre parole, della mia vita.
Ed è proprio questo il senso del lavoro: io non rappresento nulla, accolgo sulla tela la vita e le mie mani raccontano cose che non so, verità che rimangono oscure ed indicibili se non con balbettii, segni, colori, graffi, simboli, amore…
Info Mostra
Luogo: Mediateca Provinciale di Matera “A. Ribecco”
Indirizzo: Piazza Vittorio Veneto, Matera
Inaugurazione: 4 novembre 2010, ore 19.30
Periodo: dal 4 al 30 novembre 2010
Orario: Dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 18.30 – Venerdì e sabato dalle 8.30 alle 13.30
Ingresso: libero
Contatti: Tel e fax 0835.330671| info@mediatecamatera.it