Marino Pacileo, detto “Gorbaciof” a causa di una vistosa voglia sulla fronte, è il contabile del carcere di Poggioreale a Napoli. Schivo e silenzioso, Pacileo ha una sola passione: il gioco d’azzardo. Quando scopre che il padre di Lila, la giovane cinese di cui è innamorato, non può coprire un debito contratto al gioco, Pacileo sottrae i soldi dalla cassa del carcere per darli alla ragazza. Dal quel momento, tra partite sbagliate, riscossione di tangenti e rapine, inizia una spirale discendente dalla quale non sarà più in grado di uscire.
La sceneggiatura dell’intensa opera di Stefano Incerti (di gran lunga la sua più riuscita) arriva dritta dritta da Carlito’s Way di Brian De Palma: identici la fretta del passo spedito di Servillo (perfetta versione napoletana dello spacciatore portoricano Brigante), l’urgenza di distaccarsi da un destino segnato, il sentore di morte che aleggia fin dalla prima inquadratura, uno sguardo concentrato sul denaro, pensato contato e scommesso (cavalli, bingo, carte, videopoker...) come unico mezzo per svicolare via. Un film, scarnificato eduardianamente e spogliato dell’irresistibile enfasi depalmiana, che parla poco e guarda molto. Conscio e complice dell’inesorabile fatalità.
Titolo originale: | Gorbaciof |
Nazione: | Italia |
Anno: | 2010 |
Genere: | Drammatico |
Durata: | 85' |
Regia: | Stefano Incerti |