Per il terzo appuntamento di “Letture a Palazzo Gattini” l’autrice Marina Ripa di Meana
Ritorna con cadenza mensile la rassegna culturale “Letture a Palazzo Gattini”. Dopo
il primo incontro (7 dicembre 2010) con la silloge “Suonatore di corno” del poeta pugliese Maurizio Evangelista ( La Vallisa-Bari) e il primo dizionario del dialetto materano di Tonino D’ercole (4 gennaio 2011) “Voci di Sassi” (3^ edizione) ospite d’accezione sabato 12 febbraio l’autrice Marina Ripa di Meana.
Il testo, "Virginia Agnelli – Madre e farfalla" (Minerva edizione) come consuetudine sarà presentato dalle giornaliste Maria Anna Flumero (Direttrice artistica della rassegna) e Rosalba Stasolla (Responsabile Comunicazione Palazzo Gattini) alle ore 19.00 presso la sala Meeting di Palazzo Gattini. All’incontro sarà presente l’autrice. Ingresso libero.
A seguire, h 21.00 Cena con l'autore. Per costo e prenotazione: 0835-334358
Impegni mantenuti. Infatti la Stasolla ricorda: “come annunciato nel mese di dicembre alla stampa ci siamo attivati e riusciti ad aver nella nostra rassegna nomi anche di caratura Nazionale. Del resto noi vogliamo essere un punto di riferimento della città, anche culturalmente“.
La Flumero ha rimarcato: “La peculiarità della rassegna è la presentazione del testo collegata alla vigilia della ricorrenza di ogni mese. Poche ore alla ricorrenza di San Valentino, volersi bene è possibile anche donandosi una serata dal profumo culturale, ma anche regalandosi o donando un buon libro”.
Sinossi del libro. Bellissima, trasgressiva, intelligente, coraggiosa, figlia di un principe della nobiltà nera e della travolgente e sardonica americana Princess Jane: Virginia Bourbon Del Monte Agnelli, madre di Gianni, Susanna e di altri 5 figli, ha avuto una vita drammatica e “scandalosa”.
La sua biografia è stata tenacemente occultata dalla famiglia che ha cancellato la sua straordinaria personalità. Questo libro non racconta né le vicende della Fiat, né gli scontri per ragioni di eredità, vuole restituire invece alla storia la figura di una donna affascinante e decisiva nella formazione di re Gianni e della famiglia reale Agnelli. Nella costruzione, insomma, dell’Agnelli style. Tanto è vero che l’avvocato teneva in camera da letto una sola fotografia: la sua. Virginia perse il marito Edoardo, morto per un incidente aereo, a 35 anni. Pochi mesi dopo la sua scomparsa s’innamorò di Curzio Malaparte, tanto da volerlo sposare. Lo aveva conosciuto a Forte dei Marmi, dove passava molti mesi dell’anno nella sua splendida villa sul mare. Il suocero, il fondatore della dinastia, il senatore Giovanni Agnelli non glielo perdonò. Prima fece saltare le nozze, poi chiese al capo dell’Ovra Arturo Bocchini di seguirla passo passo, e di fornirgli tutte le notizie sulla vita della nuora. La polizia fascista per mesi e mesi la pedinò e compilò su di lei dettagliati rapporti. Servirono al senatore Agnelli per citare Virginia presso il tribunale per i minori di Torino, che in tempi rapidissimi emise una sentenza che le toglieva la patria potestà e l’affidava al suocero. L’ordinanza la bollava come pubblica peccatrice e consentiva una sorta di “sequestro” dei 7 figli, che le vennero strappati dalla polizia mentre in treno si recavano con lei a Roma.