Un viaggio nella memoria compiuto attraverso "luoghi dell'anima" dove confluiscono, da lontananze geografiche e temporali - spesso leggendarie -, uomini e donne depositari di vite e gesta memorabili che dall’inizio del secolo arrivano alla Seconda guerra mondiale e da lì all’oggi senza che mai venga meno il sentore leggendario di quel suo “distretto”, il vessillo di grazia, rabbia e amore che il Narratore consegnerà a chi sta per nascere.
Siamo in una comunità che è esistita e ancora prospera nella continuità epica degli uomini liberi. Uomini e donne che partono e tornano, che appaiono e dileguano o azzittiscono, portatori di doni, di “buone notizie”, consapevoli che quelle valli, quei picchi, quei boschi li fanno diversi, li educano e li contengono. L'amore, l'anarchia e luoghi che sanno di poesia.
Maurizio Maggiani (Castelnuovo di Magra 1951) con Feltrinelli ha pubblicato:
Vi ho già tutti sognato una volta (1990), Felice alla guerra (1992), Il coraggio del pettirosso (1995, premi Viareggio Rèpaci e Campiello 1995), màuri màuri (1996), La regina disadorna (1998, premi Alassio e Stresa per la Narrativa 1999), È stata una vertigine (2002, premio letterario Scrivere per amore 2003, finalista premio Chiara), Il viaggiatore notturno (2005, premio Ernest Hemingway, premio Parco della Maiella e premio Strega), Mi sono perso a Genova (2007) e, con Gian Piero Alloisio, Storia della meraviglia. 12 canzoni e 3 monologhi (2008) e Meccanica celeste (2010). Come giornalista e commentatore cura una rubrica all'interno del quotidiano genovese Il secolo XIX e scrive per La Stampa. Per la casa editrice Feltrinelli pubblica dei podcast sotto il titolo Il viaggiatore zoppo.
L’associazione culturale Energheia e la Libreria dell’Arco, comunicano che Giovedì 11 Febbraio p.v., presso Palazzo Lanfranchi, con inizio alle ore 19.00, si terrà un incontro con il pluripremiato scrittore Maurizio Maggiani.
“Non ho mai smesso di essere curioso, e sono diventato romanziere”. Con queste poche parole ama definirsi l’eclettico autore ligure, raccontando dei molteplici mestieri svolti nell’arco della sua vita. “Tre mesi dopo il diploma di Magistrale – ricorda -, facevo già il maestro nella quinta classe di un prefabbricato che faceva da scuola nella periferia operaia della città. Avevo diciannove anni e crescevo assieme ai miei alunni; erano gli anni delle sommosse, ed ero certo di lavorare per il mondo nuovo. Ho ancora quella certezza e penso anche di essere stato un buon maestro; ho insegnato nel corso degli anni in carcere, nelle sezioni speciali per handicappati e in quelle sperimentali per il loro inserimento, e oggi so che è il più bel mestiere che abbia mai fatto. Ero un giovane uomo nell’epoca in cui in questo Paese era ancora possibile muoversi con curiosità, lavorando per vivere. Ho cambiato lavori e città continuando a crescere. Non ricordo più bene tutto quello che ho fatto per campare, ma so che la mia vita è sempre stata movimentata e ricca di momenti fortunati”.
L’autore ospite per la prima volta nella nostra città, racconta anche di come abbia avuto inizio la sua carriera da scrittore. “Nell’85 – dice -, mi sono comprato, firmando 36 cambiali, un computer Apple, il primo che si fosse visto in circolazione, e con quello ho imparato a scrivere. Perché scrivere su quell’apparecchio mi dava un gran piacere tattile e visivo, perché ho scoperto che potevo costruire parole, e con le parole pensieri, che erano immagine composta così come si compone un’inquadratura fotografica, o cinematografica. Con questo ho scritto una lettera al quotidiano della città e di lì in poi mi hanno chiesto di scrivere a pagamento; con lo stesso computer ho scritto una lettera a una donna e quella lettera è stata spedita a cura del mio miglior amico a un concorso per componimenti letterari inediti, che divenne leggendario per la straordinaria partecipazione popolare. La lettera, dal titolo “Prontuario per la donna senza cuore”, vinse il concorso sotto forma di racconto letterario. Da lì ho cominciato a ricevere telefonate da editori che mi chiedevano se per caso avessi “qualcosa nel cassetto”. Il mio cassetto era vuoto, ed è sempre rimasto così, ma alla quinta telefonata ho detto che sì, avevo qualcosa”.
L’autore, nel corso della conversazione parlerà della sua ultima opera letteraria “Meccanica Celeste” (ed. Feltrinelli), un modo per approfondire al meglio le tematiche e i luoghi dell’anima narrati.