27 MARZO 2011
TEATRO DUNI DI MATERA
SIPARIO ORE 17.30
La Compagnia Teatrale TALIA TEATRO è lieta di presentare
Adattamento e versione in vernacolo materano di Antonio Montemurro dalla commedia "Il medico dei Pazzi" di Eduardo Scarpetta.
I biglietti sono già in vendita presso il botteghino del Teatro Duni di Matera.
La locandina dello spettacolo sintetizza il tema centrale di questa rappresentazione: "...è difficile distinguere un pazzo da un sano", recita una battuta. E così, anche il grande Einstein, colto in un momento di follia, può sembrare un pazzo.
Viviamo infatti in un mondo nel quale, per spiegarci le cause degli avvenimenti, non possiamo che pensare alla follia dei protagonisti di quegli avvenimenti. Si pensi ai tanti episodi di violenza, ai fautori delle numerose guerre che funestano la Terra, all'accumulo sconsiderato di danaro da parte di alcuni, i quali non potranno neanche spendere quel danaro oppure a coloro che "non hanno mai dubbi, ma solo certezze..." .
E' questo il cuore della commedia che, mediante una successione parossistica di situazioni esilaranti, diverte lo spettatore e, nel contempo, lo invita alla riflessione seria su temi certo antichi, ma sempre attuali.
E' per questi motivi che ho scelto di rappresentare la commedia di Edoardo Scarpetta "Il medico dei pazzi".
Il testo è stato rielaborato ed adattato dal sottoscritto in vernacolo materano, proprio con questa precisa finalità.
Ad ogni personaggio è stata data dall'attore una veste particolare. Gli interpreti hanno cucito su di sé le parti, dopo aver approfondito l'analisi del personaggio e dopo aver riflettuto sul contributo che ciascuno di loro avrebbe potuto dare al lavoro, durante le prove.
In proposito devo dire che il senso di amicizia e di stima che esiste nel nostro gruppo teatrale è stata la base per un lavoro sereno e gratificante per tutti noi.
Questo lavoro vede il debutto di diversi attori giovani, che hanno frequentato negli anni passati i corsi di teatro organizzati dalla nostra Associazione.
Quest'ultimo è per noi motivo di grande soddisfazione. Essi contribuiranno nel tempo, anche senza il nostro aiuto, a migliorare la cultura teatrale di questa città, insegnando alla gente ad andare frequentemente a teatro, che per noi di Talia rimane spettacolo unico nella storia dell'uomo, che né il cinema né la televisione potranno mai sostituire.
Antonio Montemurro
Paccìj è una mia modesta rielaborazione della commedia "Il Medico dei pazzi" di Eduardo Scarpetta, scritta nel 1908.
La trama: un anziano borghese materano, Felice Sciosciammocca, si reca a Napoli per far visita a suo nipote Ciccillo, inconcludente studente di medicina fuori corso, che monta una strana situazione allo scopo di spillare danaro allo zio, per far fronte ai suoi debiti di gioco. Gli fa credere, infatti, di essere da tempo laureato e di esercitare la professione di psichiatra in una clinica, che ha preferito chiamare "Pensione Stella", e che i clienti della pensione sono i malati di mente che egli ha in cura. Diverse ed esilaranti sono le scene che coinvolgono l’ignaro Felice in questo gruppo colorito di sani che sembrano pazzi.
Il mondo di questa commedia, infatti, sembra essere quello dei normali che sembrano pazzi. Ma, a ben riflettere, è anche quello dei pazzi che non sanno di esserlo. L’innocenza ed il comportamento dei personaggi fanno ridere, è vero, ma, nello stesso tempo, sconcertano lo spettatore, che sa che i pazzi sono normali e viene portato a vedere i normali come pazzi.
In questo giuoco normalità-pazzia si svolge la trama di questo lavoro, che anticipa un tema destinato a divenire un caposaldo del teatro di Luigi Pirandello. Questi infatti nel 1908 era appena agli inizi della sua carriera teatrale.
Far ridere, far piangere, far pensare: fedele a questa mia convinzione che una commedia può dirsi riuscita quando riesce a fare queste tre cose, in "Paccìj" faccio in modo che lo spettatore, oltre a ridere, rifletta sui comportamenti della gente che incontriamo tutti i giorni, e venga messo di fronte al sospetto che solo chiamando in causa la follia, può darsi una spiegazione di quei comportamenti.
Da ultimo ancora due utili riflessioni:
- i malati si devono amare, perché incolpevoli, sfortunati e vittime del loro stato;
- dire tutto quello che si pensa: solo un pazzo e coraggioso idealista, lui si veramente libero,
può dire tutto quello che pensa.