È, in sistesi, la situazione preoccupante delineata ieri a Matera nel corso dell’Assemblea regionale dei quadri e delegati della Cisl di Basilicata
di GIOVANNI MARTEMUCCI
Quella che stiamo vivendo è la più grave crisi economica e industriale che abbia mai investito la Basilicata. È, in sistesi, la situazione preoccupante delineata ieri a Matera nel corso dell’Assemblea regionale dei quadri e delegati della Cisl di Basilicata. Tanti i sindacalisti provinciali e regionali che hanno affollato in mattinata il Cinema Comunale, ma erano in molti anche i semplici lavoratori e i pensionati che vogliono sentire, informarsi, capire. Segno tangibile che, in questa situazione di incertezza, il sindacato può unire, diventando più che mai, il catalizzatore per difendere il posto di lavoro ma anche il portavoce delle istanze di una programmazione seria e calibrata sul territorio. La posta in gioca è alta. Sono in ballo interessi fondamentali che vanno dall’occupazione al salario e alle pensioni che dovrebbero permettere a chiunque di vivere in modo dignitoso in un contesto economico, politico e sociale molto difficile.
“La crisi –sostiene il segretario provinciale della Cisl, Giuseppe Amatulli- si riflette ancor più nella nostra piccola regione che registrava fenomeni di emigrazione anche quando l’apparato produttivo era fiorente. Assistiamo al fuggi fuggi delle multinazionali che erano venute a delocalizzare le loro produzioni industriali qui. Abbiamo creduto negli anni passati alla grande industria chimica, poi a quella meccanica, poi a quella manifatturiera, il Mobile imbottito, ma i risultati sono triste cronaca di questi ultimi tempi. La situazione è seria: in molti, nonostante gli ammortizzatori sociali non riescono nemmeno a pagare la rata del mutuo della prima casa”. Nell’area murgiana dei salottifici sono venuti meno 6.000 posti di lavoro. Gli strumenti che il sindacato ritiene opportuni per risollevare la situazione sono molteplici e differenziati. “Per il Distretto del mobile imbottito –aggiunge Amatulli- occorre ridare forza al Protocollo Scajola che resta una buona soluzione, perchè il comparto necessità di interventi finanziari per sostenere la competitività nei mercati. Per quanto concerne la Valbasento, un passo in avanti è certamente rappresentato dalla riattivazione dell’Osservatorio territoriale della Chimica. Esso, oltre ai compiti di monitoraggio ed analisi della situazione produttiva ed occupazionale, deve avere l’ambizione di formulare soprattutto proposte all’Osservatorio nazionale”. Le conclusioni sono state affidate a Nino Falotico che ha parlato di una “concertazione sconcertante” per quanto riguarda rapporto con il governo regionale. “Potremmo definirlo discontinuo e sconcertante – ha esordito il leader regionale - nel senso che le relazioni con il sindacato sono improntate prevalentemente alla gestione delle emergenze e solo in termini discontinui sulle tematiche della programmazione, dello sviluppo e delle grandi riforme. Anche con il mondo imprenditoriale lucano la concertazione è ferma al protocollo sulla sicurezza firmato da sindacati e Confindustria. Noi crediamo che si possa fare di più”.
Giovanni Martemucci