I colori predominanti, come suggeriscono le decorazioni delle pareti e i puff, sono l’arancione e il verde. Anch’essi, insieme alle foto esposte, raccontano una storia: rispettivamente quella dei monaci buddisti e della dittatura militare contro cui hanno avuto il coraggio di ribellarsi. La Galleria di Porta Pepice a Matera presenta fino al 29 Marzo 2009 la mostra In the land of Buddhism ma basta varcare la soglia del civico 55 di Via delle Beccherie, la via dimenticata e poco illuminata di botteghe ed artigiani, per accorgersi che, in realtà, è molto più di questo. Quando la porta si chiude alle spalle, comincia l’ingresso in un mondo magico: un’atmosfera di note forti. Ad occhi chiusi si percepisce benissimo la luce soffusa delle candele, il profumo intenso dell’incenso e una musica misteriosa di suoni lontani. Schiudendo le palpebre, si staglia di fronte un intero viaggio tra Cambogia e Birmania raccontato da circa 70 foto. Protagonista dell’esplorazione ardita del fotografo materano Gaetano Plasmati, è la vita dei Buddisti scandita dalle mansioni quotidiane dei religiosi, la visita dei templi maggiori come quello di Baghan, le mine antiuomo della guerra del Vietnam in Cambogia e la battaglia per le risorse naturali in Birmania. Le foto in bianco e nero riportano la cecità e l’invalidità delle vittime degli ordigni degli anni neri, dicono di Aung San Suu Kyi, il Premio Nobel per la pace, agli arresti domiciliari dal 1991, riferiscono dei ragazzini che gratis stendono l’asfalto con le mani. E poi la testa di legno del Buddha, emblema di una cultura complessa, che ben chiude il cerchio. Una mostra sensibile nella città di Matera, proposta dal Sindaco Emilio Nicola Buccico come capitale della cultura.