E’ dagli anni ’60 che la chiesa della Santissima Annunziata si dedica alla carità…e sono proprio queste le parole scolpite vicino all’immagine, posta fuori dalla chiesa, di Don Giovanni Mele, la mente e il cuore di tutto ciò che pulsa tutt’oggi attorno e dentro la chiesa , anche se lui non c’è più.
Arrivo alla mensa, nel quartiere di Piccianello, alle ore 16:30 circa. E’ ancora chiusa ma, fuori ci sono tante persone che al freddo aspettano con ansia e speranza di poter entrare. Faccio un giro intorno e dentro la chiesa e tutto ti parla di natale…di amore…
All’interno della chiesa, in penombra, c’è solo una ragazza che prega…mi giro e vedo la luce del confessionale dove c’è una persona che si sta confessando…e tutto magicamente avvolto da un silenzio rigenerante.. da una pace…mi avvicino all’altare è c’è un presepe accuratamente posto…intanto sento un vociare provenire dalla mensa.
Esco per andare in mensa e trovo di lato alla chiesa una albero di tutto punto addobbato ed illuminato…posto per strada in un angolino del quartiere lì, per tutti.
Entro nella sala dove si effettua il centro di ascolto e il banco alimentari, aperti dal lunedì al giovedì. Suor Nunzia Marmorino coordina l’attività di quattro gruppi del centro di ascolto formati da volontari laici ,le quali vengono seguite da uno psicologo, Emanuele Paolicelli che le forma e dà consigli utili. Raccontano le Operatrici dell’ascolto e dell’accoglienza che si confrontano ogni giorno con problemi di famiglie disagiate, povere. Ascoltano i loro sfoghi cercando di capire se possono aiutarli soprattutto con il conforto e la parola…perché un altro punto di forza dell’attività umana svolta a Piccianello è indubbiamente
Nel centro di ascolto e al banco alimentari arrivano circa 100 famiglie.
Per natale si è cercato di distribuire un pacco alimentare più sostanzioso.
C’è un grande flusso di gente che arriva prende il suo numerino ed aspetta che gli venga consegnato il suo pacco, poi ci sono le volontarie. Gente comune. C’è chi accoglie la gente, c’è chi si occupa di riempire i pacchi e alla fine ci si scambia gli auguri di Natale. Ieri proprio per Natale ad ogni famiglia con dei bambini veniva dato un presepe tutto di cioccolata e c’erano tanti bambini ed ogni bambino veniva informato che il 5 Gennaio potrà ricevere la “calza della Befana” e in più gli veniva chiesto se desidera qualcosa in particolare e una bimba ha detto una bambola…e la volontaria lo scriveva su di un foglio che poi verrà posto in chiesa e chiunque vuole può comprare ciò che c’è scritto sul bigliettino e rendere felice un bimbo che altrimenti non potrebbe realizzare il suo desiderio.
Sembra di entrare davvero nella casa di Babbo Natale dove ci sono tanti Elfi che lo aiutano a costruire un giocattolo che renderà felice un “bimbo”. Arrivo in mensa li incontro Giulia Mele, la sorella di Don Giovanni, e grazie a lei la mensa funziona ogni giorno, anche il giorno di natale. Ci dice che dalle 12 vengono distribuiti in media 50 pasti…e lei cucina insieme ad altre signore per tutti coloro che si recano in mensa.
I suoi occhi brillano di gioia, serenità e mentre mi parla di come è nata
Giulia ci racconta che grazie a Don Giovanni esiste una casa di accoglienza, nata soprattutto per le “badanti” straniere e spaesate che finito di lavorare poi non avevano un posto dove andare. Allora grazie ad una donazione del Sindaco Porcari si potè realizzare l’idea di Don Giovanni. Questa casa è situata vicino la chiesa, in via Marconi, è piccola perché può ospitare solo 7 persone ma, basta per fare qualcosa di utile.
Finalmente incontro Don Domenico Di Candia che è molto gentile e disponibile nel spiegarci dettagliatamente come funzionano tutte le attività svolte attorno alla sua parrocchia. Si attorno perché è una chiesa aperta che si riversa nel quartiere. Mi racconta Don Domenico che nelle attività umanitarie svolte ,cioè la mensa, il centro di ascolto, il banco alimentare, la distribuzione di vestiti e altro, operano 40 volontari, che le risorse alimentari vengono attinte dalla GEA (i vari banchi alimentari che si svolgono nei supermarket, dove chi va a fare la spesa per sé può comprare qualcosa per le famiglie povere), dalle attività commerciali di Matera che forniscono pane, pesce, carne e dalle famiglie che invece portano per lo più pasta,latte, pelati.
Don Domenico dice che le famiglie che chiedono aiuto a Piccianello sono persone materane, persone provenienti dai paesi limitrofi e tanti stranieri.
Lascio Don Domenico alle sue attività e lo ringrazio per la sua gentilezza e mi soffermo a parlare ancora un po’ con Giulia che mi parla ancora di Don Giovanni operoso nella carità e per i più bisognosi fino all’ultimo senza chiedere mai niente per se. Qualche giorno fa una coppia di ragazzi portano una grande spesa di alimenti per la mensa e lei gli ringrazia e non si spiega perché. E i ragazzi le rispondono che il regalo più grande gli è stato fatto da Don Giovanni e dai suoi insegnamenti…che rimangono nel cuore.
Allora saluto affettuosamente la sig. ra Giulia ed esco dalla mensa… vado vicino all’immagine di Don Giovanni e leggo:
Don Giovanni Mele
A piccianello dal 1959
Una vita di solidarietà…
“ Queste le tre cose che rimangono
ma di tutte più grande è la carità” (San paolo Apostolo)
e rifletto…