E’ di 25 magistrati uccisi, nel periodo storico dal 1965 al 1995, il triste bollettino di morte che ha segnato per sempre la vita di altrettante famiglie ma che dovrebbe scuotere fortemente le nostre coscienze che, apparentemente, sembrano non avere nulla a che fare con quegli eventi.
A ricostruire queste 25 dolorose vicende ci ha pensato Paride Leporace - giornalista, fondatore del quotidiano Calabria Ora e attualmente direttore del Quotidiano della Basilicata - con il suo Toghe rosso sangue, edito dai tipi di Newton Compton Edizioni (288 pag., 12.90 euro), nel quale ha ricostruito le carriere dei 25 magistrati calando questa ricostruzione nel contesto storico nazionale, pieno di insidie allo stato democratico, in cui questi omicidi sono avvenuti. L’autore raccoglie “la testimonianza dei parenti, degli amici e addirittura dei carnefici salvando chi è stato costretto a dare la vita per l’esercizio della giustizia dalla più spietata delle condanne: quella dell’oblio”.
Il passato è uno degli strumenti più utili per giudicare l’esistente. “Per molti magistrati caduti nell’esercizio delle loro funzioni, si è assistito a un deprecabile processo di rimozione del loro impegno - oltre che della loro vita - dalla faticosa storia della Repubblica italiana. Toghe rosso sangue è un libro che, per la prima volta, colma questo scandaloso vuoto di sapere tratteggiando la figura dei magistrati italiani uccisi da mafiosi, criminali comuni e terroristi. Da Agostino Pianta fino a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
Mantenere la memoria di fatti storici di questa importanza è necessario per non cadere nelle facili ideologie e nella banalizzazione delle azioni dei magistrati che agiscono in nome dello stato. Tutto ciò è necessario al consolidamento di una mentalità sociale che si possa definire “onesta” e che riguardi tutti, giovani in primo luogo. Alla mia domanda, sul contributo che Toghe rosso sangue può dare alle giovani generazioni per aiutarle (aiutarci!) a costruire una società più “onesta”, Paride Leporace risponde:
“L’onestà io credo che sia una precondizione per far nascere semi positivi. Le giovani generazioni devono conoscere. Almeno quello che è accaduto nel secolo scorso. Ho scritto questo libro perché mi sono accorto che anche tra persone informate, oltre ai nomi di Falcone e Borsellino, quasi nessuno ricorda più chi erano questi magistrati. Spero di aver dato un contributo alla memoria”.
Le giovani generazioni devono conoscere quindi, ma non solo. E’ un preciso compito, da cui nessuno può credersi assolto (parafrasando De André), destinato a chi ha tutto il suo futuro davanti, quello di impegnarsi per formare una società più giusta e onesta senza dimenticarsi degli errori passati e di chi ha pagato le conseguenze più tragiche di quegli errori. E’ necessario conoscere la propria storia per evitare che gli sbagli già commessi in passato si ripetano nel presente o nel prossimo futuro. Quelli commessi fin’ora hanno avuto pesantissime conseguenze sociali. Secondo Leporace, infatti:
“L’Italia è un paese che ha vissuto grandi emergenze. In particolar modo il terrorismo e la criminalità organizzata. Nel corso di questi conflitti muoiono molti magistrati. Questi dolorosi lutti hanno peggiorato la legislatura e reso difficile la convivenza civile del Paese”.
In questo tribolato contesto nazionale occupa una parte importante anche la nostra provincia. Che Reggio sia un crocevia di sperimentazioni e sviluppo di criminalità varie lo sappiamo tutti. Quello che sappiamo di meno è, invece, come queste nostre tristi peculiarità si sono intersecate nella storia della Repubblica italiana:
“Reggio - conclude l’autore - è stata, e temo che è ancora, condizionata dall’emergenza della criminalità. Su un piano strettamente locale è utile conoscere la storia di un omicidio irrisolto come quello di Scopelliti. Ma anche sapere che la ndrangheta ha ucciso un giudice a Torino. O che dei magistrati reggini hanno contribuito a far luce su un delitto eccellente di mafia come quello del giudice Terranova”.
Toghe Rosso Sangue è un testo utile ed interessante perchè si propone di fissare nella nostra memoria fatti, eventi e persone che non dovrebbero essere mai dimenticate. Ne va della nostra consapevolezza di liberi cittadini.
Di seguito l’elenco dei 25 magistrati assassinati:
Agostino Pianta ucciso da un detenuto
Pietro Scaglione ucciso dalla mafia
Francesco Ferlaino ucciso dalla ‘Ndrangheta
Francesco Coco ucciso dalle Brigate Rosse
Vittorio Occorsio ucciso da Ordine Nuovo
Riccardo Palma ucciso dalle Brigate Rosse
Girolamo Tartaglione ucciso dalle Brigate Rosse
Fedele Calvosa ucciso dalle Unità combattenti comuniste
Emilio Alessandrini ucciso da Prima Linea
Cesare Terranova ucciso dalla mafia
Nicola Giacumbi ucciso dalla colonna “Pelli”
Girolamo Minervini ucciso dalle Brigate Rosse
Guido Galli ucciso da Prima Linea
Mario Amato ucciso dai Nar
Gaetano Costa ucciso dalla mafia
Gian Giacomo Ciaccio Montalto ucciso dalla mafia
Bruno Caccia ucciso dalla mafia
Rocco Chinnici ucciso dalla mafia
Alberto Giacomelli ucciso dalla mafia
Antonino Saetta ucciso dalla mafia
Rosario Angelo Livatino ucciso dalla mafia
Antonio Scopelliti ucciso dalla ‘Ndrangheta e dalla mafia
Giovanni Falcone e Francesca Morvillo uccisi dalla mafia
Paolo Borsellino ucciso dalla mafia
Luigi Daga ucciso da terroristi islamici
Nella foto, Paride Leporace, già fondatore di «Calabria Ora», dirige il «Quotidiano della Basilicata». Dopo innumerevoli reportage dedicati ad alcuni tra i più eclatanti casi di cronaca nera italiana, Toghe rosso sangue è il suo primo libro.