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16/08/2011 13.23.34 - Articolo letto 3751 volte

Conti e democrazia: un nuovo algoritmo

Vincenzo Santochirico (PD) Vincenzo Santochirico (PD)
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Nota di Vincenzo Santochirico
Basilicata "Il sospiro di sollievo per l'esclusione di Matera dalla black list delle provincie da sopprimere non esclude, ma anzi aggrava il dissenso verso il pressapochismo di un governo off limits.
Sul mantenimento delle Province si può convenire o meno, ma per ragioni che attengono all'articolazione della rete democratica e di governo non per ragioni di spesa. Fissato il tetto di spesa sostenibile, per equilibri interni di bilancio o vincoli internazionali, decidere se concentrare le risorse su rappresentanze e strutture centralizzate o decentrate ovvero quale mix e bilanciamento creare fra le une e le altre, è decisone che si fonda sulla concezione che si ha dello Stato e del sistema pubblico, non  sulle alchimie finanziarie.
Non a caso, per esempio, Formigoni ha lamentato che questa e' la terza manovra in 12 mesi, e l'ultima ha scaricato già un peso abnorme sulle Regioni: il peso di quella di luglio 2011 e' del 50 % sulle Regioni che pesano solo per il 16 % sulla spesa totale.
Invece, approfittando della notte della politica vengono accomunati e omologati nell’indistinzione dell’oscurità  privilegi di casta e istituti di democrazia.  
C'e' chi, a destra come a sinistra, dopo gli ulteriori tagli decretati a regioni e comuni, recita il Requiem per il federalismo, che da più' di  quindici anni e' stato il tormentone del dibattito pubblico.
D'altronde, la declinazione in chiave economicistica delle scelte istituzionali e' una tentazione ricorrente nella decisione pubblica di questo tempo e fu una delle ragioni che ci contrappose decisamente al Presidente De Filippo, in ambito regionale, al procurato e praticato aborto delle Comunità Locali.  
E' evidente il rischio che dalla crisi si tenti di uscire aggravando le ingiustizie sociali, approfondendo i divari, riducendo la democrazia e sacrificando i diritti.
Per toccare solo incidentalmente un diverso aspetto della manovra economica, limitare i diritti del mondo del lavoro o scegliere di gravare  di un contributo straordinario il reddito del ceto medio anziché tassare, anche eccezionalmente,  i patrimoni e applicare un ulteriore prelievo sui capitali rimpatriati con lo scudo fiscale, non e' socialmente (e neanche politicamente) indifferente e neutro.                        
Ma, torniamo  al tema della relazione fra crisi e istituzioni, che  si dovrebbe ampliare integrandolo con quello del rilancio del progresso sociale (così ridefinerei il  profilo che oggi più ambiguamente  e riduttivamente  viene comunemente chiamato "crescita").
La vera sfida che sta di fronte a chi oggi é classe dirigente é come - nei nuovi  limiti della finanza pubblica,  che per brevità possiamo dire di parità di bilancio - vengono riequilibrati e riorganizzati, da un canto, i livelli e gli organismi di partecipazione democratica, dall'altro, gli strumenti operativi dell'intervento pubblico nei diversi campi (da quelli economici a quelli culturali, passando attraverso il welfare, per indicare solo  i principali).    
A livello regionale, proseguendo un percorso avviato da tempo, ma mutevole nell'ispirazione e incerto nell'applicazione,  bisognerà accelerare le riforme, avendo a cuore molto più' l’attenzione per la funzione e la appropriatezza riguardo  alla missione (che deve essere chiara) che per  gli organi di direzione.
Per fare qualche esempio, anche in considerazione del dibattito pubblico di questi giorni, i Consorzi industriali, recentemente riformati, diventano carrozzoni se non gestiscono servizi e politiche di promozione e sostegno al sistema delle imprese. E' legittimo però il dubbio sulla loro utilità  se le politiche formative verso le imprese le fanno il  Dipartimento e le Agenzie, il sostegno resta   di competenza del Dipartimento e dell'indefinita Sviluppo Basilicata,  la promozione e l'innovazione sono di pertinenza dell'eterea Basilicata Innovazione.
 Cosi come – ci chiediamo – ha  senso  chiedere le Unioni dei Comuni e criticare il Fondo di coesione dopo aver affossato le Comunità locali? E ancora ci si potrebbe chiedere  l'APT cosa fa, come si raccorda alla gestione dei Piot, e si evita che (non senza improvvisazione) si occupi di cose di cui confessa pubblicamente l'incompetenza (Film Commission).
Sono solo esempi, che danno idea del lavoro che si può e si deve fare e che  peraltro non necessariamente intersecano l'ormai prossimo avvio del confronto sullo Statuto regionale.  
 Insomma, come a livello nazionale non si può calare un'indiscriminata scure sul sistema istituzionale per ragioni economiche,  ma occorre fare scelte organiche sul sistema democratico, fermo restando l'obiettivo di salvare i conti, nello stesso modo, e con più' rapidità  e incisività,  dobbiamo operare in Basilicata.
La rotta è difficile dovendo  superare lo stretto fra  Scilla, costituita da un sorta di  ricetta maltusiana, che ha come oggetto la democrazia anziché la demografia, e Cariddi, data dalla tentazione del ceto  politico di emulare  Urano, che per autopreservarsi  sacrifica  i suoi figli.                       
Salutando positivamente, per quanto detto,  la salvezza della Provincia di Matera, non  adagiamoci in frasi retoriche, evitiamo dispute campanilistiche (anche se l'aspetto delle dimensioni territoriali degli enti, comprese le provincie,  ha un suo rilievo), ma soprattutto ragioniamo e decidiamo di come il sistema pubblico serva meglio le esigenze della collettività, elaborando   un nuovo algoritmo  che ottimizzi la ricchezza della democrazia e dell’economia con il rigore della finanza pubblica."




Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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