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02/11/2011 17.58.12 - Articolo letto 5989 volte

Crisi economica, politica, sociale in Italia

Luca Braia Luca Braia
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Nota di Luca Braia
Basilicata Crisi del debito, crisi economica, crisi politica e sociale: sono le tempeste che si vanno formando ai quattro punti cardinali dell'orizzonte e che rischiano di travolgere l'Italia, di cambiare la storia della moneta unica europea e di decretare la fine della stessa Unione Europea.
Sinora il governo italiano si è dimostrato colpevolmente impreparato e assente nell'affrontare la crisi del debito e la crisi economica che dalla prima trae vigore. Sempre in ritardo, spesso inconcludente e troppe volte  inopportuno, tanto da minare alla base quanto di più importante vale oggi a livello globale, la credibilità.
In un siffatto, vertiginoso quadro generale il governo Berlusconi appare vistosamente inadeguato ad affrontare le due emergenze che oggi realmente dovrebbero spaventarci : la crisi politica e lacrisi sociale.
Nel mentre attendiamo che da una parte il nostro Presidente del Consiglio compia  l’unico  atto di responsabilità e di resipiscenza a sua disposizione, quello delle dimissioni, e dall’altra che l’Europa finalmente “batta un colpo“, mettendo da parte stupidi sorrisi e gag da avanspettacolo, facendo invece interagire in maniera virtuosa e finalmente efficace  la tanto vituperata e tanto spesso snobbata Unione Europea ed i suoi strumenti finanziari, la Moneta Unica Europea e la Banca Centrale Europea.
Con gli ultimi, drammatici avvenimenti ha già cominciato a prendere corpo il “Commissariamento del Governo Italiano  da parte dell’Eurogruppo”  in materia di politica economica: una situazione davvero umiliante che visualizza agli occhi di tutti quanto il nostro Paese sia vicino al baratro del default e che rende quanto mai improba la stessa prospettiva alternativa di governo, tanto più che “il Centro Sinistra non è ancora percepito come un blocco unico con  idee chiare ed un progetto di rilancio condiviso” .
In una circostanza di emergenza come quella che stiamo vivendo, l’unica condizione che  dovrebbe appassionare tutti i rappresentanti politici e istituzionali di ogni ordine e grado, al di là delle posizioni e delle opinioni di ciascuno, è quella di abbandonare ogni logica difensiva e concentrarsi in un formidabile sforzo di riforma e di ristrutturazione del sistema-Italia, a cominciare dal suo costoso ed inefficiente sistema pubblico, per aiutare le famiglie a tenere in piedi la coesione sociale e la domanda interna, e le imprese a recuperare le posizioni perse nel mercato globale, lavorando nel contempo a riequilibrare il più importante indice della solidità finanziaria ed economica di uno Stato, ossia il rapporto tra il debito pubblico ed il Prodotto interno lordo.
Ma è sin troppo chiaro che la linea annunciata dal governo e fondata sul perseguimento a tappe forzate del pareggio dei conti statali è un ennesimo esempio di semplicismo e di miopia, per gli evidenti impatti depressivi che essa è destinata ad avere sulla già esangue crescita economica registrata nel 2011 e per l’ulteriore devastazione che essa finirà per provocare nel sistema del welfare nazionale. Se c’è un terrore che dovrebbe accomunarci e indurci tutti a “stringerci a coorte”, è che se l'economia italiana si ferma,scordiamoci di risanare i conti dello Stato e probabilmente anche di mantenere l’auspicata  pace sociale.
                Quale rotta, in questa grande tempesta italiana ed europea, vuole prendere la Regione Basilicata? Quale contributo vuol dare al rilancio nazionale questa Regione che contemporaneamente è la terza tra le regioni meno popolate d’ Italia, la seconda dopo la Val d’Aosta  per densità demografica (solo 59 abitanti per Kmq), l’ultima in Italia come percentuale di famiglie che vivono sotto la soglia di povertà (28%), ma ha il primo giacimento petrolifero in terraferma di Europa e potrebbe a breve diventare la prima piattaforma più importante di stoccaggio del gas di Europa, e che è sempre tra le Regioni d’ Italia con la maggiore quantità di riserva idrica disponibile?.
Quale politica il governo regionale vuole mettere in campo per riformare il proprio “sistema pubblico locale” e per predisporsi al meglio per fronteggiare il drastico taglio dei trasferimenti statali e le prossime, difficili quanto impegnative, “sfide federaliste”?
La condizione del “Sistema Basilicata”, più di ogni altro ed oggi come non mai fragile ed in difficoltà, non va sottovalutata. Essa ha oggi bisogno diuna classe dirigente che decide, che con forza e senso di responsabilità discuta e si confronti non all’infinito, per poi assumere con tempismo e coraggio quelle decisioni che possano consentire alla nostra Regione di  “non perdere altre occasioni“  come qualcuno a volte incautamente dichiara, comunque per evitare di ripeterci in errori che non andrebbero mai più compiuti.
Sono mesi che anche a livello regionale viviamo una sorta di immobilismo da “paura delle decisioni”, un virus fatale che da tempo ha colpito il governo Berlusconi e da qualche mese abbia esteso il contagio  alla nostra terra. E’ questa, perlomeno, la sensazione che si percepisce nei luoghi delle decisioni a tutti i livelli . Il disfacimento del quadro politico nazionale e  l’incombere di elezioni politiche anticipate, oltre alle logiche tattiche proprie della “società politica”, rischiano di trasformare i prossimi mesi in un lunghissimo “pit stop” che precede una lunga e insidiosa campagna elettorale.
Tutto questo rischia di far impantanare pericolosamente l’azione del governo regionale e non solo, che al contrario, oggi come non mai, dovrebbe invece avere il pieno supporto dalla sua maggioranza e connotarsi con la necessaria autorevolezza per far decollare le tanto attese riforme in agricoltura, nella sanità e negli enti locali, come  per chiudere le importanti vertenze aperte con il governo nazionale sull’utilizzo della risorsa idrica, sul petrolio e sullo stoccaggio del gas, fondamentali per riprogrammare, con le risorse economiche necessarie, un ancora possibile ed eco-sostenibile sviluppo della Basilicata .
Continuiamo a registrare incoraggianti segnali di vitalità della nostra comunità. La stessa grande partecipazione agli ultimi bandi regionali scaduti in questi giorni (quello  riservato al turismo “PIOT  Collina Materana”  e quello denominato  “Start Up e Spin Off” ) attesta che la voglia delle nostre imprese di investire sul nostro territorio e tutt’altro che evaporata.
Come pensare di accompagnare al meglio questa voglia di protagonismo che ancora nella nostra terra esiste? Come portare in tempi celeri a compimento tutti gli iter istruttori dei Bandi per investimenti produttivi e quelli in  materia di energia ancora in corso (Bando Val Basento, Bando Senisese, Bando PIEAR), quelli per la formazione (Cataloghi formativi), quelli per l’inserimento dei nostri giovani nel mondo del lavoro (Reddito ponte e Work experience), quelli in agricoltura (Bando misura 121 e 111)? Come semplificare i processi autorizzativi, come non perdere le risorse rivenienti dai programmi europei, come programmare la nuova governance istituzionale, come e con quali risorse rilanciare le aree industriali della nostra regione?
I costi della politica diventano insopportabili agli occhi della pubblica opinione, soprattutto se a questi non corrisponde un adeguato livello di impegno, di proposta e di decisione; il recupero della credibilità della politica passa non solo attraverso i tagli ad indennità e privilegi, comunque opportuni solo se non minano l’autonomia e la rappresentanza democratica dei territori, ma ritengo soprattutto attraverso la qualità e l’efficacia della sua azione che dovremmo imparare a monitorare di più e meglio con trasparenza e maggiore senso critico.
In questo tempo difficile caratterizzato da una crisi economica straordinaria, invece di riempire le pagine dei giornali o peggio ancora di consumare le giornate lavorative con riunioni interminabili ed autoreferenziali per condurre processi postumi agli errori del passato (cosa sicuramente giusta ed utile, ma non urgente e preponderante),  la classe politica della Regione deve sforzarsi di concentrare  le sue energie e le sue intelligenze sulle proposte, sulle possibili soluzioni, interrogandosi sul come ognuno di noi, nel ruolo che svolge, può davvero contribuire a salvare la “barca Basilicata, per scongiurare che possa trasformarsi in scialuppa” (e neanche di salvataggio).



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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