Ingegneria naturalistica contro il dissesto idrogeologico

la frana avanza (foto Martemix)

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Un libro racconta come fare
di GIOVANNI MARTEMUCCI

Matera Verrà presentato l'11 novembre a Matera alle ore 16 nella sede universitaria di via Lazzazzera il libro di Italo Abate e Maria Grotta dal titolo "Costruire con le piante". L'evento è stato promosso dall'Associazione "AmbienteMediterraneo-Cultura e Territorio" di Napoli in collaborazione con l'Università degli Studi di Basilicata-Facoltà di Architettura. "Costruire con le piante" porta un messaggio carico di novità: il successo degli interventi di ingegneria naturalistica dipende dal migliore utilizzo delle attitudini biotecniche delle piante. Le capacità di resistenza delle specie vegetali alle forze dinamiche che sconvolgono l’equilibrio del suolo possono davvero facilitare la via per raggiungere l’obiettivo della riduzione del danno ambientale conseguente, quasi sempre, alla realizzazione di opere sul territorio. In un territorio in cui spesso il degrado causato dall’antropizzazione suscita impulsi di rigetto ed intensi turbamenti dello stato d’animo si avverte l’urgente necessità di ricostituire un equilibrio ambientale che possa far rinascere le emozioni di vivere in un habitat naturale, bello nella sua esteriorità, ricco di fascino nelle sue diverse varietà vegetazionali e che sia nel contempo stabile sul piano ecologico. Obiettivi, questi, che possono essere raggiunti con l’applicazione delle tecniche di Ingegneria Naturalistica. Questa moderna disciplina, ormai ben nota, offre grandi opportunità per il recupero del territorio con la realizzazione di opere a basso impatto ambientale. La palificata, la fascinata, la cordonata, la palizzata, la copertura diffusa, le briglie in legname, e tutte le altre opere per la difesa del suolo e la sistemazione idraulica, consentono oggi di evitare la cementificazione dei corsi d’acqua o dei versanti in frana. Nelle tecniche di Ingegneria Naturalistica sono di primaria importanza l’applicazione di alcuni principi fondamentali: I°-corretta progettazione ed esecuzione delle opere,e, II° utilizzo delle specie vegetali autoctone. In particolare, nelle aree a clima mediterraneo, come quelle della Basilicata, vanno privilegiate le specie di Quercus ilex, Pinus leucodermis o P. heldreichii var. leucodermis, Pistacia lentiscus, Juniperus communis, Olea europaea, Pistacia terebinthus, Ceratonia siliqua, Myrtus communis, Spartium junceum, Ampelodesmos mauritanicus ed altre ancora. Opere di Ingegneria Naturalistica che, oltre a ridisegnare secondo natura le sponde del Bradano, del Basento e del Sinni, potrebbero costituire i presupposti per ricreare una rete ecologica con specie vegetali autoctone in una Regione che presenta, assieme ad altre Regioni meridionali, storia, mito e cultura del Mediterraneo. Il libro “Costruire con le piante” focalizza l’attenzione proprio sulle specie vegetali mediterranee da utilizzare negli interventi di Ingegneria Naturalistica.
Giovanni Martemucci

Tags: dissesto idrogeologico | frana

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Rubrica: Attualità

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