Si intitola “Soliloquio” la mostra che si inaugura sabato 9 maggio alla Galleria Porta Pepice in via delle Beccherie a Matera. Ad esporre le fotografie nello spazio di Gaetano Plasmati è il materano Bruno Pantone. C’è una punta di ‘gotico infantile’ nelle foto di Pantone: il disagio che diviene paura di rimanere soli quando si è bambini e che si trasforma in status elitario durante l’adolescenza. Il compiacimento nella solitudine come rivendicazione di una presunta superiorità intellettuale rispetto agli altri, tipica dell’adolescente che per la prima volta si confronta con i problemi concreti del vivere sociale. “Quella stessa vittoria sull’omologazione altrui –sostiene Pantone- si tramuta, poi, nuovamente in malessere durante l’età matura, quando ai primi bilanci del proprio vissuto si scopre l’impellenza della comunicazione: il desiderio intenso di lasciare un contributo, che sia esso di parole, opere o immagini, in grado di avvicinarci al nostro prossimo. E sarà forse per l’inclinazione un po’ schiva o forse troppo introspettiva del mio carattere, soprattutto in quegli anni dell’adolescenza così forti di autocompiacimento e ribellione, che è della comunicazione che ho fatto il mio cruccio della maturità”. Molto spesso però le dinamiche della comunicazione moderna sono fallimentari e paradossalmente, nell’era della comunicazione globale, pur avendo il Mondo a portata di un ‘click’, ci ritroviamo soli e affossati in un vago senso di frustrazione che non riusciamo a definire perché, a differenza delle precedenti generazioni, non abbiamo i dati necessari a comprenderne le cause. “Eppure è molto semplice, -continua il fotografo- soprattutto se si dedica parte del nostro tempo all’osservazione, è molto semplice intuire che la meccanica alla base dei nuovi mezzi d’interazione sociale ha recato un