Si è chiusa ieri sera, con una degustazione del vino doc di Matera all’hotel Caveoso, la prima edizione di Arteknè, Prima Mostra Mercato Internazionale di Arte Contemporanea del Sud Italia, ideata e organizzata da Giuseppina Travaglio della galleria Teknè di Potenza. Circa 3.000 persone hanno visitato, nei quattro giorni dell’evento, le gallerie allestite nelle stanze di Palazzo Gattini Luxury Hotel, la mostra sulla migrazione “birds of passage” allestita a Le Monacelle (con le opere di Felipe Aguila, Marco Baroncelli e Enzo Orlandi, Donna Conlon, Ines Fontenla, Maria Rosa Jijon, Mario Opazo, Manuela Viera-Gallo), le personali di Sabato Angiero presso il ristorante San Pietro Barisano, Octavio Floreal presso il Caveoso, Massimiliano Lacertosa presso la Camera di Commercio, Elisa Laraia presso Fondazione Zetema, Aldo Mondino presso la galleria Opera Arte & Arti, Mimmo Rubino presso l’hotel Ridola. Successo di pubblico anche per le conferenze e le performance degli artisti, oltre che per la presentazione del libro: “This is contemporary! Come cambiano i musei d’arte contemporanea” di Adriana Polveroni, giornalista e curatrice d’arte, che si è tenuta ieri sera al Caveoso. Nome importante, quello della Polveroni, nel panorama della critica dell’arte che, ad Arteknè, si aggiunge a quelli di Lia De Venere e Gloria Gradassi che hanno partecipato all’inaugurazione della Mostra Mercato.
“Siamo soddisfatti per i risultati ottenuti da questa prima edizione – ha detto Giuseppina Travaglio – Certamente c’è tanto da correggere, ma Arteknè crescerà perché abbiamo intenzione di continuare in questa avventura. Partire è stato molto difficile, soprattutto perché abbiamo cominciato in perfetta solitudine. Per questo speriamo, in futuro, di ottenere l’appoggio delle istituzioni e degli amatori, per accreditare Arteknè come un appuntamento annuale per collezionisti, artisti, galleristi e giornalisti di tutt’Italia e non solo”.
La quattro giorni di Arteknè ha registrato la presenza di gallerie note come la Toselli e la Spirale di Milano, la 911 di La Spezia, il Vicolo di Genova storica galleria di Salita Pollaiuoli, il Ritrovo di Rob Shazar di Sant’Agata dei Goti, il Molino di Gaglione, la Opera Arte & Arti di Matera e la Teknè di Potenza, ma anche la Chenglin di Pechino e la Fu Xin di Shanghai, di artisti provenienti dal nord Italia, come Barbara Paoletti, che è nata a Ferrara, ma vive a Udine e lavora su sensazioni e ricordi con pochi colori e segni in codice, e del sud come il lucano Piero Ragone.
Tra le opere più ricercate, erano esposti pezzi di Gino De Dominicis (uno dei lunghi nasi) da 80mila euro, “Hamburger” di Andy Warhol da 60mila euro, “Archeologi” di Giorgio De Chirico da 48mila euro, manche opere di Mimmo Rotella, Emilio Vedova, Lodola, Aldo Mondino, Nicola Pucci, Virgilio Guidi.