Sono mesi ormai che la fontana di Piazza Vittorio Veneto non entra in funzione rendendo il luogo più frequentato dai cittadini Materani e non solo, sempre più triste e desolante del solito.
Anche nel cuore della città , questa Amministrazione non riesce a dimostrare un po’ di cura nell’arredo urbano e un minimo di efficienza.
Se non fosse per la fontana Ferdinandea, il cui spostamento , va sottolineato, è stato reso possibile grazie ad un finanziamento reperito nella scorsa finanziaria da rappresentanti Materani del Centro Sinistra dell’allora governo Prodi , ma che a pochi giorni dalla sua installazione và già in funzione solo a giorni alterni, Piazza Vittorio Veneto , in queste giornate di caldo torrido avrebbe assunto un aspetto ancora più precario grazie anche a quelle recinzioni che da tempo infinito circondano l’area di accesso agli Ipogei in eterna ristrutturazione della quale non è dato sapere la relativa fine.
E pensare che per far funzionare la Fontana basterebbero solo poche migliaia di Euro, necessari a sostituire la pompa che permette il riciclo dell’acqua.
Basterebbe infatti un pò di buona volontà per rendere la piazza più viva e più gradevole nell’aspetto estetico, oltre che per regalare a cittadini materani e turisti una importantissima sensazione di refrigerio nelle giornate calde ed assolate che cominceranno ad essere sempre più numerose con l’avvicinarsi dell’estate, ma evidentemente anche in questo caso e per questa struttura il reperimento delle risorse risulterebbe da mesi difficile se non addirittura impossibile.
Meglio allora che i turisti che anche nei prossimi giorni, speriamo numerosi , faranno visita alla nostra città si abituino presto come abbiamo fatto noi , ormai da mesi, cittadini materani , all’idea di vedere quella fontana secca , piena di ruggine, di carte e di rifiuti vari , un vero monumento all’incuria ed al degrado.
Auguriamoci solo, che almeno ai turisti, il tutto passi inosservato , altrimenti sarà l’ennesima brutta figura che Matera patrimonio mondiale dell’Unesco fà al loro cospetto.
Luca Braia