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26/03/2012 15.39.48 - Articolo letto 5330 volte

Esenzione IMU delle case popolari

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La "Rete" lancia un appello al Governo
Matera Gli organismi associativi costituitisi in “Rete” per la promozione della solidarietà e per la tutela dei beni comuni (Diritti di Cittadinanza, Sunia, Federconsumatori, Assocasa, Sfida, Appc e Apu) segnalano l’intervento dei Sindaci delle grandi Città italiane (Bologna, Roma, Milano, Bari, Firenze, Napoli, Cagliari, Torino, Trieste, Venezia) i quali, come si legge nell’allegato Comunicato stampa del SUNIA nazionale dello scorso 23 marzo, hanno rivolto un appello al Governo per l’esenzione IMU delle case popolari, al fine di non sottrarre le indispensabili risorse finanziarie che gli organismi pubblici come le Ater preposti all’edilizia sociale devono assicurare per la manutenzione degli edifici assegnati alle famiglie meno abbienti.
 
Come si ricorderà, la “Rete” aveva già sollecitato in tal senso l’Amministrazione Comunale di Matera in un appello [che pure si allega] dello scorso 1 febbraio, evidenziando altresì l’opportunità di applicare l’aliquota minima dell’IMU agli appartamenti affittati a canale concordato.
 
L’intervento dei Sindaci delle grandi Città italiane rappresenta un ulteriore motivo che dovrebbe indurre pertanto l’Amministrazione Comunale di Matera a tenere in debito conto le proposte della “Rete” in vista dell’approvazione degli atti deliberativi in materia di IMU.



                                                                       Al Sindaco di Matera
                                                            e p. c. Ai Consiglieri Comunali di Matera
                                                                      Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Matera
                                                                      All’Amministratore Unico ATER di Matera
 
Oggetto: Proposte per limitare le pesanti conseguenze determinate dall’introduzione dell’IMU su canoni  sociali e concordati per le locazioni abitative
 
Dal 1 gennaio 2012, come previsto dal decreto “Salva Italia” (D.L 201/2011 convertito nella Legge.n,214/2011), verrà anticipata di 2 anni  l’introduzione dell’IMU al posto dell’ICI.
Gli organismi associativi materani della “Rete” per l’inclusione sociale e la solidarietà (Diritti di Cittadinanza, Sunia, Federconsumatori, Assocasa, Apu, Appc e Sfida) sono preoccupati delle conseguenze che l’IMU avrà per le famiglie ed in specie per quelle  meno abbienti alle prese con i canoni di locazione delle abitazioni, dal momento che la nuova imposta determinerà un ulteriore aggravio di oneri in base alle circostanze di seguito riportate.
 
1.      I Comuni, dovendo recuperare le proprie risorse di bilancio prevalentemente con la nuova imposta,  dovranno applicare alle rendite catastali degli immobili il moltiplicatore 160, per poi procedere alla diversificazione di aliquote a partire da quella di 0,4% sulle abitazioni principali possedute in proprietà con quota esente di 200 €.
2.      L’intero gettito dell’imposta sarà in ogni caso decurtato della metà (calcolato applicando l’aliquota di base 0,76%, con esclusione della quota esente dell’abitazione principale e dei fabbricati agricoli strumentali) come quota che i Comuni devono riservare allo Stato (art. 13 comma 11 del D.L. 201/2011).
3.      Un ulteriore incremento del prelievo con l’IMU si determinerà con le revisione delle rendite catastali da parte dei Comuni nell’ambito del riclassamento degli estimi  delle abitazioni secondo gli effettivi valori di mercato delle costruzioni nei diversi quartieri.
4.       L’Ater dovrà versare ai comuni l’IMU per la eventuale parte eccedente la quota esente relativa all’abitazione principale dei locatari, e pertanto vedrà la riduzione delle proprie disponibilità finanziarie per interventi di manutenzione e per nuove costruzioni di edilizia popolare.
5.      I proprietari di case che affittano alloggi a canone agevolato potrebbero esigere dagli inquilini adeguamenti degli importi dei fitti (ex art.6 comma 3 del DM 30 dicembre 2002) per fronteggiare il nuovo prelievo IMU.
La “Rete” ritiene che il Comune di Matera, in vista dell’approvazione del regolamento di applicazione dell’IMU per varare il  bilancio di previsione 2012 (31 marzo 2012), debba fare tutto il possibile per impedire queste ulteriori pesanti conseguenze sulle condizioni economiche delle famiglie meno agiate. Famiglie che, fra l’altro, a fronte degli aumenti di canone indotti dall’IMU, non potranno contare sul fondo sociale per il sostegno alle famiglie bisognose non più attivo per esaurimento di risorse.
La “Rete” propone, pertanto, all’Amministrazione Comunale di Matera l’adozione di misure atte a:
1)      scoraggiare la tendenza a tenere sfitte le abitazioni;
2)      incoraggiare l’accesso ai canoni legali concordati per la locazione di unità immobiliari;
3)      verificare la possibilità di applicare anche per i canoni degli alloggi popolari dell’Ater ai fini IMU quanto previsto per l’ICI dall’art. 2 comma 4 della legge 431/98, in quanto non abrogato, là dove si prevede la possibilità per i Comuni di derogare al limite minimo dell’aliquota dello 0,4%.
La riduzione dell’aliquota minima per le abitazioni principali non dovrebbe comportare una diminuzione di gettito per il Comune in quanto i minori introiti che ne deriverebbero potrebbero essere compensati  dalle maggiori entrate IMU sia per la case tenute sfitte, o locate a canone libero, che per i  terreni e le aree edificabili, tenendo conto altresì che  nel calcolo della quota da riservare allo Stato non si considera la porzione del gettito ottenibile dall’applicazione dell’aliquota superiore a quella ordinaria di base dello 0,76%, il cui intero differenziale resta pertanto di pertinenza del Comune.
Un possibile criterio  di applicazione del prelievo IMU potrebbe prevedere:
-   la massima riduzione possibile rispetto all’aliquota minima dello 0,4% per l’abitazione principale in proprietà (al netto della quota esente), portandola a non più dello 0,2%;
-   la massima riduzione possibile rispetto all’aliquota minima dello 0,4% anche sulle abitazioni locate a canone sociale dell’Ater: potrebbe essere applicata quella dello 0,2%;
-   l’aliquota minima dello 0,4% per le locazioni a canone concordato;
-   l’aliquota  massima per il canone libero, anche tenendo conto della possibilità di incrementare dello 0,30% l’aliquota di base 0,76%, ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446;
-   l’aliquota massima possibile per le case sfitte, nonché per aree edificabili per costruzioni diverse da quelle per l’edilizia sociale e per le attività produttive;
-   l’aliquota massima possibile anche per i comodati di locazione in favore di soggetti diversi dai componenti il nucleo familiare di origine.
Gli organismi associativi della “Rete” (Diritti di Cittadinanza, Sunia, Federconsumatori, Assocasa, Apu, Appc e Sfida) chiedono che l’Amministrazione Comunale di Matera e i diversi gruppi consiliari esaminino con attenzione le proposte riportate e dichiarano la propria disponibilità ad illustrarle nei tempi e modi che potranno essere convenuti.


COMUNICATO STAMPA
IL SUNIA CON I SINDACI PER TOGLIERE L’IMU SULLE CASE POPOLARI ED APPLICARE L’ALIQUOTA MINIMA PER GLI AFFITTI CONCORDATI
Dichiarazione di Daniele Barbieri Segretario generale del Sunia L’appello partito dal Sindaco di Bologna e raccolto dai Sindaci di Roma, Milano, Bari, Firenze, Napoli, Cagliari, Torino, Trieste, Venezia, accoglie e rilancia una richiesta avanzata dal SUNIA e dagli altri Sindacati inquilini al momento del varo della nuova normativa in materia di immobili.
150 milioni di euro, tanto vale questa proposta per i gestori di edilizia pubblica, che verrebbero sottratti ad una indispensabile manutenzione di un patrimonio immobiliare in buona parte degradato.
Ma, insieme a questa misura, va introdotta la possibilità per i Comuni di applicare l’aliquota minima dell’IMU agli appartamenti affittati a canale concordato con l’eliminazione della quota riservata allo Stato come previsto per la prima casa.
Le recenti misure fiscali sugli immobili rischiano, infatti, di cancellare, invece di rilanciare, l’unico modo per tentare di governare una dinamica degli affitti che ha prodotto oltre 250.000 sfratti per morosità negli ultimi cinque anni. La cedolare secca prima e l’IMU adesso, hanno ridotto in maniera pesante il vantaggio ad utilizzare una modalità contrattuale, quella concordata, con affitti più contenuti e  trasparenti rispetto al contratto cosiddetto libero. Questo, se non si interviene, comporterà un progressivo abbandono di questa tipologia ed il conseguente ulteriore aumento degli affitti e della trasparenza contrattuale. Il SUNIA fa appello al Parlamento affinché introduca nel “decreto semplificazioni” queste indispensabili modifiche necessarie a non aggravare ulteriormente la situazione  abitativa del Paese.



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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