E' paradossale che nella nostra realtà, così difficile e travagliata sul piano ambientale, le associazioni di volontariato si trovino costrette a difendersi, oltre che dagli attacchi di coloro che deturpano l'ambiente, anche da loro colleghi ambientalisti. Non parlerò in maniera anonima o velata di nessuno. Quest'articolo è finalizzato a rispondere a quanto dichiarato dall'arch. Pio Acito durante la manifestazione organizzata da Legambiente, associazione della quale è vice presidente regionale, presso lo stabilimento Italcementi. Ferma restando la valenza di ogni iniziativa indirizzata a dare risalto alle problematiche della nostra terra, ciò che qui si contesta è quanto dichiarato in tale sede.
La nostra assenza dinanzi allo stabilimento, peraltro non voluta in quanto nessuno ci aveva avvisato di un'iniziativa di questo tipo, è stata interpretata in maniera davvero peculiare. Dopo aver sottolineato il fatto che certi soprusi nella nostra terra sono possibili grazie alla mafia, Pio Acito, in un'intervista trasmessa da una tv locale accusava, nemmeno troppo velatamente, le associazioni assenti di connivenza con il sistema criminale che vige da noi. L'intento di questo articolo è dare una riposta in nome del WWF Matera ma altre associazioni come Movimento Azzurro, La Scaletta, FAI, Italia Nostra sono state espressamente denigrate e diffamate da chi ricopre una carica di notevole valenza istituzionale in una delle associazioni più importanti operanti sul territorio nazionale.
Vorremo tranquillizzare Legambiente in merito ai nostri contatti con la criminalità. Vorremo rassicurarli per quanto concerne la connivenza con il potere politico che, a loro dire, ci contraddistingue.
Il WWF a Matera è un'associazione giovanissima, nata a inizio 2009, fondata da ragazzi di età non superiore ai ventiquattro anni, che ha una sede solo grazie alla gentile concessione fatta dal suo presidente, Domenico Rizzi, che si è costituita, avviata e mantenuta grazie alle elargizioni fatte dagli stessi membri che la costituiscono i quali, lungi dal ricavarne qualcosa, fino ad oggi ci hanno rimesso. Rimesso sì, ma con gioia, perché il progetto associativo è stato avviato con il preciso intento di canalizzare la volontà di lavorare verso un obiettivo per noi importante: la tutela del nostro territorio. Siamo così conniventi con la politica e la criminalità che, ad oggi, non abbiamo una sede attribuitaci da un ente territoriale, usiamo le nostre vetture e i nostri mezzi per le incombenze associative, non potremmo mai pagare un affitto perché, le poche entrate monetarie esterne, derivanti dalle donazioni dei cittadini, ci consentono di pagare le bollette e poco altro.
Siamo così vicini alla classe politica, che non abbiamo esitato e denunciare le potature selvagge effettuate a Matera. Siamo stati presenti, accanto al presidente del "Parco della Murgia Materana", Roberto Cifarelli, nella protesta inerente all'inquinamento del torrente Jesce e, stia pur sicuro, arch. Pio Acito, non mancheremo di attaccare qualsiasi altro atteggiamento vessatorio verso ciò che riteniamo importante, perpetuato tanto dalla classe politica quanto da chiunque altro. Gradiremmo sapere i dati sui quali basa quanto asserito dinanzi a migliaia di cittadini materani, tanto per sapere se, il WWF di cui parla il vice presidente regionale di Legambiente, è lo stesso del quale facciamo parte noi.
Fermo restando che sarebbe auspicabile sempre l'azione unitaria delle associazioni operanti sul territorio, ciò non sempre è possibile. Nelle altre iniziative da noi poste in essere, sebbene non avessimo avuto l'appoggio di tutte le associazioni esistenti, non ci siamo mai permessi di denigrare nessuna di esse. Perché? Per rispetto. Rispetto verso l'autonomia e l'indipendenza delle varie sigle ambientaliste che, possono e devono cercare di lavorare assieme ma, se ciò non si verifica, non devono per forza dimostrare di essere l'una meglio dell'altra. L'attacco va fatto quando vengono lesi i beni che statutariamente siamo votati a tutelare: il territorio e l'ambiente che ci circonda. Lo scontro, finalizzato al mero protagonismo, non ci appartiene, così come non appartiene a molte delle altre sigle citate dall'arch. Pio Acito nel suo intervento.
Legambiente era sola dinanzi al cementificio perché ha scelto di essere sola, non cercando la sinergia con nessuno in questa, come in altre occasioni. Una chiamata a raccolta, fatta con qualche giorno di anticipo alle altre associazioni, avrebbe certamente assicurato la presenza di coloro che condividevano l'iniziativa, risultato già ottenuto da organizzatori di altro tipo. Sarebbe un piacere lavorare assieme, soprattutto per canalizzare le nostre energie e raggiungere obiettivi di maggior rilievo di quelli conseguibili autonomamente ma, per far ciò, occorre prima di tutto volontà di cooperare e rispetto per la dignità altrui. In questa occasione né l'una né l'altra qualità sono state dimostrate.