D’Estate c’è sempre qualcuno che sotto la calura dell’ozio balneare accende la lampadina della creatività e si fa venire idee geniali E’ quanto è capitato al mio amico Vincenzo Viti sul trasferimento della statua di Alcide De Gasperi dal rione Spine Bianche a P.zza San Pietro Caveoso. E’ un idea che lo scrivente ritiene, senza usare tanti preamboli, totalmente sbagliata; mentre è in totale accordo con quanto detto da Augusto Viggiano. Idea sbagliata perché De Gasperi, così come altri politici illustri di quel tempo anche dell’opposizione, dopo aver toccato con mano il degrado della vita nei Sassi, varò una stagione per promuovere l’ esodo “biblico” verso il “piano”della popolazione materana stipata fino ad allora in malsani ed angusti tuguri. Negli anni 50 questa operazione che fu logistica, ma anche e soprattutto culturale e sociale, richiamò i migliori urbanisti, architetti e sociologi del mondo per disegnare i nuovi quartieri di Matera cercando di salvare le tradizioni e la cultura del “Buon Vicinato”. Nacquero cosi gli splendidi quartieri di Spine Bianche, La Nera, Serra Venerdì, Villa Longo e dei Platani, oltre che i borghi di La Martella e Venusio. Quartieri con palazzine dell’INA casa alte al massimo 3-4 piani, dotati di piazzetta, scuole, chiese e tanto tanto verde, con finanche centri sociali (stiamo parlando degli anni 50 e 60). Quindi l’opera di De Gasperi-Colombo è legata più alla creazione di questi bellissimi quartieri utili a dare una vita degna al popolo che abitava i Sassi. Non a caso, checché ne dica Viti, Di Lorenzo, Buccico o il vecchio e stimatissimo sindaco Gallo (mi meraviglio soprattutto di quest’ultimo!) , fu deciso di posizionare la statua del grande statista (il più grande che l’Italia abbia mai avuto, insieme al suo presidente della Repubblica Einaudi!) in uno dei nuovi quartieri costruiti grazie alla sua opera. De Gasperi pertanto sta bene dove sta e guai a chi la tocca! Piuttosto l’amministrazione si impegni a riqualificare in termini di arredo urbano e di verde questi esemplari quartieri che dobbiamo sentire parte integrante del patrimonio culturale dell’UNESCO. Piuttosto si impegni ad essere all’altezza di questa irripetibile stagione tornando a disegnare quartieri della medesima qualità invece di dare continuità al sacco urbanistico della città costruendo rioni bastardi ed invivibili come è stato fatto invece “dolosamente” nell’ultimo quarto di secolo. Quartieri come San Giacomo 2, centro direzionale, la zona 33 o Aquarius meriterebbero di essere rasi al suolo perché indegni del retaggio urbanistico bello ed armonioso della nostra città. Caro Sindaco quando ospiti vengono a trovare chi scrive, il giro turistico che viene loro offerto comprende l’escursione nei Sassi; ma anche la visita a questi bellissimi rioni periferici sui quali la statua di De Gasperi veglia sempre più “sconsolato e malinconico”.