home > notizie > Notizie Matera | SassiLand > Leggi notizia
[ 98.735.275 visualizzazioni ]
27/06/2012 21.43.36 - Articolo letto 7588 volte

Il dizionario Materano / Italiano di Antonio D'ercole

Voci di Sassi Voci di Sassi
Media voti: Il dizionario Materano / Italiano di Antonio D'ercole - Voti: 0
Continua con le lettere R e S
Matera Dizionario Materano / Italiano , "Voci di Sassi" di Antonio D'ercole

Lettera R

R’fèll: refe, filo resistente per cucire.
R’fìs: residuo, che avanza.
R’mànì: 1) rimanere, restare fermo in un luogo, 2) meravigliarsi, stupirsi.
R’mès: rimasto, residuo, che è avanzato, restato.
R’mìt: eremita, persona solitaria e scontrosa.
R’nzùl: lenzuola.
R’quès: serbare, qualsiasi cosa che si mette da parte per eventuali necessità.
R’sèrij: rosolio.
R’sèt: risata, riso prolungato e fragoroso.
R’sièl: persona allegra, pronta al riso, gioiosa.
R’tàgn: l’insieme delle suppellettili e degli arnesi da lavoro (soprattutto dei contadini).
R’tìdd: 1) cerchio, raduno, l’insieme di più persone in un luogo, 2) anche un modo del gioco della lippa.
R’tlè: 1) rotolare, 2) girare a vuoto.
R’vnìt: rasserenato, tranquillizzato.
R’vtòll: rovi, sterpaglie.
Racanedd: telo pesante, quadrato, con ganci, che, un tempo, serviva per il trasporto della paglia.
Racattìr: rigattiere, commerciante in genere.
Racattìs: arraffone, colui che prende qualsiasi cosa e alla rinfusa.
Racch: orecchio.
Racch’pìzzìt: 1) persona attenta a origliare con “orecchie diritte”, senza destare sospetti, 2) invito anche a essere diligente.
Raclen: paltò, pastrano.
Raddèdd: attrezzo con lungo manico e spatola finale, per togliere il fango dal vomere dell’aratro, durante l’aratura.
Radùcl: graticola, griglia.
Rafanìdd: ravanello.
Raggh: grossa ammucchiata di paglia, ben disposta, che si conserva durante la trebbiatura, per l’occorrenza annuale.
Ragghiè: 1) ragliare, il verso dell’asino, 2) cantare molto male.
Raggiùnè: ragionare, argomentare, conversare.
Ragiunament: ragionamento, l’atto e l’effetto del ragionare, conversazione, pensieri a sostegno di una tesi.
Ragnatàl: ragnatela.
Raijt: ragù.
Ramanedd: insalata riccia.
Rambègn: rampogna, canto a dispetto, stizza con canzonatura.
Rambìcont: rampicante, edera.
Ramoggh: ramo spezzato.
Rancl: roncola, attrezzo con lama adunca, fissata a un corto manico, usata dai boscaioli.
Ràs: 1) rosa (fiore), 2) Rosa (nome di persona), 3) resa (quantità prodotta).
Rasc: reggere, sorreggere, sostenere.
Rasc’chè: 1) raschiare, scorticare, 2) non pagare il dovuto.
Rasc’chèt: graffiato, il segno lasciato sulla pelle dal graffio.
Rasc’còn: oberato di debiti, che non assolve agli impegni.
Rascìnnènz: discendenza, stirpe, ceppo, origine.
Rasìl: rasoio.
Rasol: spatola.
Rastìdd: rastrello.
Rastjddè: rastrellare, raccogliere e ammucchiare con il rastrello.
Rat: ruota.
Ratn: redini, briglie, guide per animali.
Raziunè: razionare, dividere (soprattutto i viveri).
Razz: rete di qualunque genere, tenda.
Rebb: 1) roba, stoffa, qualsiasi tipo di tessuto, 2) la quantità del raccolto campagnolo.
Recch: una certa quantità.
Renn: rendere, ridare quello che si è avuto o preso.
Renzarenz: radente - radente.
Res: raso, (tessuto di seta fine, lucida e liscia).
Rès’res: radente.
Resc: raggi delle ruote del traino e simili.
Resl: geloni, infiammazione e enfiagione provocata dal freddo alle estremità delle mani e dei piedi.
Retaràt: girandola di fuochi d’artificio.
Rètn: numero di tre animali da tiro e da lavoro.
Rèul: regola, norma.
Rìalìj: regalo, mancia.
Rìccazz: ricchezza, benessere, agiatezza.
Rìcch’l: focaccia con olio in teglia, e con un velo di zucchero.
Rìcchiàn: 1) scapaccione, ceffone, colpo dato col palmo della mano, tra orecchio e guancia 2) omosessuale, gay.
Rìcchièl: medio proprietario di ovini.
Rìcchìn: orecchini.
Rìcchiòsc’n: orecchioni (malattia).
Rìcìv: ricevuta, quietanza.
Rìcl: ruchetta.
Rìddìtt: rutto.
Rièsc: 1) riuscire, avere successo, 2) arrivare alla meta, concludere bene.
Rìfrì: riferire, riportare ad altri a voce o per iscritto, cose viste o udite.
Rìfrìsc’chè: rinfrescarsi dal caldo o dopo un duro lavoro, ristorarsi.
Rifrùsc’ch: rinfresco, ristoro, sollievo, refrigerio.
Riggìrì: digerire
Rìggìtt: riposo, quiete, sistemazione (lett. “ricetto”).
Rìgn: rogna, scabbia (malattia della pelle).
Rìgnìs: 1) rognoso, 2) persona molto fastidiosa.
Rìjalè: regalare, donare.
Rìjarì: radente, molto vicino, che sfiora, lì per lì.
Rìjèl: regalo, mancia.
Rìjòr: dolori per effetti di cause lontane, il risentire dolore per una caduta, una battuta, risentimento.
Rìjscìt: riuscita, esito, risultato.
Rìmjddatìr: composto di acqua e cenere, in preparazione al prelavaggio del bucato.
Rìn: 1) reni, 2) orina.
Rìparìp: rasente, radente, sull’orlo (“ripa-ripa”).
Rìr: ridere, sorridere.
Risc’mjndèt: arredato, ordinato, abbellito.
Rìscdjv: recidivo.
Rìscrì: dicerie?, voci maligne e false.
Rìsct: tedio, gelosia, cattiveria, malignità.
Rìss’d’ùv: tuorlo, la parte interna gialla dell’uovo.
Rìstch: rustico, rozzo, sgarbato, incivile, contadinesco.
Rìt: 1) rete a maglie larghe in corda, per il trasporto di paglia, 2) “Rita” (nome di donna), 3) anche la ruta, le cui foglie contengono un’essenza aromatica.
Rìtt: rotto, spezzato, frantumato, stracciato.
Rìuògn: recipiente, capace a contenere qualsiasi oggetto, di forma e materia.
Rìzz: 1) ruggine, 2) persona rozza, poco fine.
Rjbbambìt: rimbambito, scimunito, scemo, stupidito.
Rjbblìchè: 1) replicare, respingere, con argomenti validi, le opinioni altrui, 2) ripetere cose già dette.
Rjbbòsc: ribasso, diminuzione di prezzo, sconti.
Rjbbuscièt: “debosciato”, dissoluto, scapestrato, vizioso.
Rjbbusciòrs: depravarsi, viziato.
Rjcchtèdd: orecchiette (pasta fatta a mano).
Rjchètt: ricotta.
Rjchittìn: piccolo arnese cilindrico in legno, su cui si avvolge il filo, rocchetto.
Rjcijèl: orefice.
Rjcindè: risciacquare.
Rjcintatìr: acqua dell’ultimo risciacquo.
Rjcrìmnè: incriminare, denigrare, calunniare il merito di una persona, incriminare.
Rjcrùzij: liquirizia.
Rjcurd: 1) ricordo, il ricordare, nota, appunto, 2) oggetto avuto in regalo.
Rjcuttèl: ruffiano, persona che riferisce.
Rjdùcl: ridicolo, buffo, comico, grottesco, strano.
Rjfonn: rifondere, indennizzare, risarcire, ridare, restituire.
Rjgattìr: rigattiere, rivenditore di vestiti e oggetti vecchi, rigattiere.
Rjgnìn: rognone, reni di bestie macellate.
Rjmàr: 1) rumore, suono confuso e prolungato, 2) notizia incerta.
Rjmbaccè: rinfacciare, irriconoscenza.
Rjmbacciònt: chi rimprovera apertamente, chi, rammenta al beneficiato i benefici ricevuti, per umiliarlo.
Rjmbbàmbì: rimbambire, rimbecillire, tornare come bambino.
Rjmbùrz: rinforzo, sostegno.
Rjmet: letame.
Rjmjddatìr: ammollo, operazione di prelavaggio.
Rjmjddè: rammollire, rendere molle, ammorbidire.
Rjmjddèt: molle, ammorbidito, soffice, floscio.
Rjnaccè: rinaccio, rabbercio.
Rjnghìr: ringhiera, inferriata.
Rjnguè: roncare, zappettare togliendo l’erba inutile e dannosa; cavare con la zappa.
Rjnnìnedd: rondinella.
Rjnnìtìr: poppata materna (soprattutto nella parte iniziale).
Rjntòggh: rintaglio, incisione, incavo.
Rjnzètt: ricetta.
Rjnzliamìnt: ronzio, mormorio, brontolio, disapprovazione.
Rjnzliè: 1) borbottare, brontolare, 2) parlare fra denti.
Rjnzquè: bisbigliare, dire sottovoce una cosa, mormorare, borbottare, protestare, brontolare.
Rjnzùl: lenzuolo.
Rjpizzèt: rappezzato, rattoppato.
Rjpjzzè: rappezzare, rammendare.
Rjquàs: per cautela, per riserva, ad ogni buon conto.
Rjschiè: rischiare, mettere a rischio.
Rjscmjndè: fornire di ciò che manca in casa, arredare, allestire, guarnire.
Rjsjndìt: 1) il risentito per una offesa ricevuta, 2) persona ascoltata e nota.
Rjspèst: risposta.
Rjspjttè: rispettare, portare rispetto, avere riguardi.
Rjsquè: 1) rosicchiare, rodere, tritare con i denti, rosicare, 2) guadagnare qualcosa.
Rjsquèt: corroso, consumato, logoro, rosicchiato, sgretolato.
Rjssùll: acciarino, piccolo strumento d’acciaio che blocca le ruote, per impedire che escano dal mozzo.
Rjstabblìt: ristabilito, ripresosi, che va verso la guarigione.
Rjstàcc: stoppia, lo stelo del grano e altro, che rimane dopo la mietitura.
Rjstìcc: stoppia segata, paglia.
Rjstond: avanzo, ciò che resta, rimanenza, residuo.
Rjsùpl: risipola, erisipela.
Rjsust: resistere, non cedere, tenere duro.
Rjtlàcch: 1) scuse, giustificazioni, pretesti, 2) anche ròtula 3) rotellina.
Rjtlan: ballo in cerchio, che gli invitati fanno intorno agli sposi tenendosi tutti per mano.
Rjtlasc: perdere tempo in sciocchezze, oziare.
Rjtlè: 1) tergiversare, sfuggire, eludere, gironzolare a vuoto, 2) girare una cosa su se stessa.
Rjtlìscè: assumere scuse, raggiri, pretesti.
Rjtlònn: vagando.
Rjtnìt: “ritenuto”, riservato, contegnoso.
Rjtrattùst: ritrattista, fotografo, chi di professione esegue fotografie.
Rjtrè: 1) ritirare.
Rjtròrs: ritirarsi, rincasare.
Rjtròtt: ritratto, fotografia.
Rjùlè: dare regola, regolarsi per qualsiasi cosa.
Rjùlet: contegno, condotta, il modo di comportarsi e regolarsi.
Rjuòrd: riguardo, riconoscenza verso una persona, gratitudine.
Rjvìgghiè: svegliare, destare, scuotere dalla pigrizia, dal torpore, stimolare.
Rjvìltèt: rivoltato.
Rjvjgghièt: sveglio, desto, persona pronta e vivace.
Rjvrì: riverire, rispettare, ossequiare.
Rjvtèll: dissennato.
Rjvtòll: macchia intricata di spine e sterpi.
Rjzzàl: brocca, vaso in terracotta, con due manici laterali, per tenervi acqua.
Rjzzìl: orciuolo, boccale per vino in terracotta, panciuto con bocca larga e a punta, con manico.
Rjzzlè: ruzzolare, precipitare, cadere rovinosamente.
Rjzzòn: rozzone, grossolano, plebeo, volgaraccio.
Rjzztìdd: ricciuto, riccioluto.
Rocch: la materia dello spurgo, e l’effetto dello spurgare la gola e i bronchi.
Rodch: radica, radice.
Rodd: spazio di terreno adibito a semenzaio.
Rogg: raggi, radiografia.
Ropìj: rabbia, collera.
Rosc’ch: 1) raschio, graffio, 2) debito.
Rosl: confine di terreno, limite di proprietà.
Rosp: raspa, lima.
Rospl: raspo d’uva.
Rozz: razza, discendenza, stirpe.
Rù’uìn: rovina, grave danno, perdita.
Rucch: ricco, che possiede molti beni.
Rùcch’rùcch: 1) ruffiano, 2) adulatore.
Ruèt: parte esterna e curva dei vecchi grossi pezzi di pane, di forma rotonda, particolarmente croccante e gustosa.
Ruffièn: ruffiano, suggeritore.
Rundèll: rondella, piastrina forata.
Runz’runz: sussurro, il continuo sussurrare, brusio, bisbiglio.
Ruògn: recipiente capace, di qualsiasi forma e materia, per contenere liquido o altro.
Rusp: rospo, ranocchio.
Rust: resta, ognuna delle lunghe setole che rivestono le glume del grano o altre graminacee.
Rùt: rotolo, vecchia misura di peso (gr. 891).

Lettera S

S’bbljtè: rigirare, girare di nuovo e più volte, rivoltare.
S’bbott: sbattere, agitare, frullare.
S’bbrjffè: sbuffare per noia, per ira.
S’bbrjiè: sbrigare, fare alla svelta.
S’chìpl: scopino.
S’chìr: sicuro, certo, tranquillo.
S’clè: 1) scolarsi, 2) anche scolare dal grande caldo sudando, 3) dimagrire rapidamente.
S’cnòcch: 1) cascante, debole, languido 2) burlone, lezioso.
S’ddàtt: disdetta, atto col quale si scioglie un contratto.
S’ddjchè: mettere in fuga, allontanare, cacciare con veemenza.
S’ddjgnè: 1) sdegnarsi per un’azione indegna, 2) risentimento per cose riprovevoli, prendere in antipatia, disamare 3) che non prova più interesse per una cosa.
S’ddjgnèt: 1) schifato, sdegnato, 2) mancanza di affetto, di desiderio.
S’ddjgnìs: che provoca disgusto, ripugna, venuto a noia, che dà sensazione spiacevole.
S’ddògn: stanghe di traini e simili.
S’lògn: 1) zona riparata dai venti, “esposta al sole”, 2) si lamenta.
S’mlàn: cruschello, “semolone”.
S’nìttr: un modo antico per dire soldi.
S’pàdde: piegare all’indietro qualsiasi cosa.
S’pàddet: malformato di spalla, curvo in avanti.
S’vìrch: soverchio, eccessivo, sovrabbondante, superfluo.
S’vìrchiarì: 1) soverchieria, 2) prepotenza, sopruso.
Sabbjllòn: persona di alta statura e corpulenta.
Sacch: sete.
Sacchètt: sacchetto, piccolo o medio sacco.
Sacchìn: piccola tasca, taschino.
Sacrat: segreto, sconosciuto.
Sacrjsten: sacrestano.
Sacrjstin: sacrestia, luogo dove si custodiscono vasi e arredi sacri.
Saggerè: esagerare, eccedere.
Saggerèt: esagerato, eccessivo.
Sàj: sei (numero).
Sajìttr: “saette”, furberie, malizie, furbizie, astuzie.
Sàl: suola.
Salarièt: salariato, chi riceve un compenso fisso per la sua prestazione d’opera.
Salet: 1) troppo costoso, 2) salato.
Salìt a tè: formula di condoglianze, cordoglio, (“salute a te!”).
Salìt: salute, forza, vigore.
Salnùtr: salnitro, sostanza che si forma nei luoghi umidi.
Salviètt: salvietta, tovagliolo.
Salviètt’vàjvvan: contraccambio, cosa che si dà e si riceve per cortesia e buon vicinato (lett. “salvietta che va e viene”).
Salvogg: selvaggio, primitivo.
Salzùzz: salsiccia.
Sandet: 1) salute, 2) nei brindisi,“pì sandèt!”.
Sanè: guarire, ristabilirsi.
Sanèt: guarito da una ferita.
Sangìl: gengiva.
Sanguètt: sanguisuga, mignatta.
Sanuzz: luogo incolto, pascolo per animali.
Sapnètt: saponetta.
Saprìt: 1) saporito, gustoso, 2) detto anche per minestra che ha troppo sale.
Sàr: 1) sorella, 2) sera.
Saracon: avaro, taccagno, spilorcio.
Sarangh: siringa.
Sàrchj: dermatite.
Sarèch: aringa, sarda.
Sarmìnt: sarmento, tralci di vite o piccoli ramo seccho da bruciare.
Sarr: sega.
Sart: serto, corona di pomodori, aglio e simili.
Sartòsc’n: padella per friggere (“sartagosarta- ginis”, lat.).
Sarv: serva, cameriera.
Sat: 1) quieto, tranquillo, fermo, immobile, 2) anche il frutto del melograno.
Satìrn: superbo, scostante, altero, altezzoso.
Savjssèt: eccessivo, oltre i limiti.
Sbiàdit: sbiadito, scolorito, smunto.
Sbianchè: sbiancare, impallidire, diventare pallido (per malessere o per una forte emozione), per paura.
Sbracors: sbracarsi, lasciarsi andare.
Sbrìffòn: sbruffone, spaccone, smargiasso.
Sbrìgghlè: sbrogliare, togliere un ingombro.
Sc’càccarìdd: rossore sulle gote, pomelli.
Sc’càcch l’ùcch: sprone e invito ad essere attento, vigile, diligente, “spalanca gli occhi!”.
Sc’càcchè: sbarrare gli occhi per meraviglia o per paura.
Sc’caffè: schiaffare, conficcare, introdurre.
Sc’caffiè: schiaffeggiare, prendere a schiaffi.
Sc’caffièt: schiaffeggiato, serie di schiaffi.
Sc’càliscè: 1) sbraciare, rimuovere il fuoco del braciere, rinnovare il calore, 2) rovistare, razzolare.
Sc’camè: gridare, urlare (del cane soprattutto).
Sc’camuzz: un continuo gridare, abbaiare.
Sc’càn: schiena, dorso.
Sc’candè: sobbalzare, sussultare per paura e per meraviglia, trasalire (da “schianto”).
Sc’candèt: 1) stonato, con poca voce, 2) detto anche di recipiente di argilla lesionato 3) impaurito.
Sc’candìsc: panico, spavento improvviso e violento.
Sc’cangè: scambiare, sostituire, rimpiazzare.
Sc’cangèt: 1) scambiato, erroneamente sostituito con altro, o preso per altro, 2) chi si sente poco bene.
Sc’cangrascè: divaricare, allargare.
Sc’cangrascèt: scomposto, disunito, stravaccato.
Sc’capesc: non capace, sconsiderato.
Sc’cappràscè: squarciare, schiacciare, screpolare.
Sc’capscè: 1) scalpicciare, calpestare roba molle, calcare ripetutamente coi piedi, 2) mettere sotto i piedi (in senso morale).
Sc’capscèt: scalpicciato, schiacciato, pestato.
Sc’caràl: tipo di verdura.
Sc’caravèsc: scarabeo, insetto munito di zampette, atta a scavare.
Sc’carcèff: carciofo.
Sc’cardè: cardare la lana, togliere col cardo il pelo al panno o al feltro.
Sc’catafòsc: scatafascio, sottosopra, disastro.
Sc’catòsc: sconquasso, scompiglio, rovina totale.
Sc’cattarol: papaveri.
Sc’cattè: scoppiare, schiattare.
Sc’cattìm: schiatta, razza, stirpe, gruppi di una stessa specie.
Sc’cattìs: capriccioso, puntiglioso, dispettoso.
Sc’càttscè: scoppiettare, schioccare, battere le mani, produrre schiocchi con un colpo di frusta.
Sc’cavarèl: conca in terracotta verniciata, buona per molti usi casalinghi.
Sc’chècch: cavolfiore, broccoli, cavoli in genere.
Sc’chètt: schietto, sincero, franco, leale.
Sc’chìfè: schifare, provare schifo per una cosa d’altri.
Sc’chìfìs: schifoso, sozzo, nauseante.
Sc’chìlucch: piccolo coccio, scheggia.
Sc’chìm: schiuma, spuma.
Sc’chìmè: schiumare, togliere la schiuma da un liquido.
Sc’chìngiùgn: piccolo danno dovuto a leggerezza (lett. “scongegno”).
Sc’chìpjttèt: 1) schioppettata, sentenza netta e secca, giudizio feroce 2) molto caldo.
Sc’chìppatìdd: agnello abortito o ammazzato per parto gemellare, per meglio nutrire l’altro.
Sc’chìppè: cadere pesantemente, stramazzare.
Sc’chìppèt: crollato, caduto rovinosamente.
Sc’chìppètt: schioppetta, pistola.
Sc’chìrcèt: “scorciato”, scheggiato, scorticato, abraso.
Sc’chircìn: soldi, moneta.
Sc’chìrjscìt: imbrunito, sul far della sera.
Sc’chìsclènd: donna sporcacciona, sudicia.
Sc’chisclìnd: sudicio, sozzo, molto sporco, turpe.
Sc’chìscljndè: sporcare, imbrattare, insozzare.
Sc’chìtè: sputare, sputacchiare.
Sc’chìtìr: sputo, la saliva che viene sputata.
Sc’chìtozz: catarro, sputo.
Sc’chjfàzz: schifezza, sporcizia.
Sc’chjsciùggh: inezia, minuteria, cosuccia.
Sc’clùcch: coccio, frammento.
Sc’còff: schiaffo, colpo dato sulla guancia, insulto.
Sc’cònt: schianto, sobbalzo, sussulto, scatto, spavento improvviso e violento.
Sc’còrd: 1) scheggia, 2) ragazza molto bella e formosa.
Sc’còsc: bruscolo, piccola particella, briciola pagliuzza.
Sc’cqualìsc: tramestio, voci confuse e silenziose (proprio delle galline razzolanti).
Sc’cquavàn: acquazzone (forte rovescio di pioggia, soprattutto estivo).
Sc’cquòtl: scatola, recipiente di cartone o d’altro.
Sc’cuè: giocare, scommettere al gioco.
Sc’cùpp: un modo di dire per una caduta accidentale e secca.
Sc’cùtt: solo, soltanto, solamente.
Sc’fàtt: “sfottere”, importunare, infastidire, seccare.
Sc’fùttìt: “sfottuto”, deriso, che è schernito, beffato.
Sc’fùttjtòr: “sfottitore”, persona importuna, noiosa, seccatore.
Sc’fùttmìnt: “sfottimento”, sfottere, ingiuriare.
Sc’gljment: scioglimento, diarrea, dissenteria.
Sc’làtìr: gelatura, brina, gelata.
Sc’mrìt: gibboso, che ha la gobba.
Sc’nìcch: ginocchio
Sc’nnèr: gennaio.
Sc’ppnè: 1) estirpare, 2) rubacchiare, prendere con impeto qualsiasi cosa.
Sc’quarìl: giocattolo, qualsiasi ninnolo.
Sc’quator: giocatore.
Sc’quìccè: schizzare.
Scadìt: scaduto, che ha perso prestigio.
Scafalìtt: piccolo attrezzo in rame con manico, buono per stirare piccola biancheria, scaldino.
Scafazzè: schiacciare, pestare.
Scafazzèt: rovinato, schiacciato, compresso, distrutto.
Scalanchè: abbattere, buttare giù, rovesciare (da “calanco”).
Scalanghèt: crollato, spossato da fatica, malridotto.
Scalfè: marcire, imputridire.
Scalfèt: marcio, marcito, guasto, fradicio, putrido.
Scallatìr: scottatura, ustione.
Scallè: 1) scaldare, scottare, 2) deludere, 3) dare una prima cottura.
Scallènt: bollente, caldissimo.
Scallèt: 1) scottato, ustionato 2) detto anche per “lessato”.
Scalvchè: defalcare
, diminuire, decurtare, sottrarre una somma da un capitale, dedurre.
Scalzachèn: scalzacane, persona inetta, incapace, povera in arnese.
Scambagliè: campicchiare, arrangiarsi con piccole spesucce.
Scambagnè: spalancare, aprire completemente.
Scambagnèt: scampagnata, gita in campagna in allegra compagnia.
Scambè: “scampato”, finere della pioggia.
Scambscè: 1) sgambettare, 2) girovagare, bighellonare, gironzolare.
Scampagnè: spalancare, aprire completamente porte o finestre (verso la campagna).
Scampìsc: spazio libero, ampio.
Scanagghiè: esplorare, scrutare, indagare (come fa il cane).
Scandaljzzè: scandalizzare, dare scandalo, per atti o parole scandalose.
Scangè: scambiare, permutare, fare una permuta, barattare.
Scanòsc: 1) disconoscere, sconoscere o non voler conoscere, 2) mostrare ingratitudine, 3) interdire.
Scanzafatì: scansafatiche, sfaccendato, ozioso, fannullone.
Scanzè: scansare, evitare, schivare.
Scanzèt: scansato, evitato, allontanato.
Scanzì: scansia, mobile per riporvi libri e altro, scaffale.
Scapcìrrèt: sconsiderato, testa dura, non maturo.
Scapèsc: incapace, inetto, senza volontà.
Scapjddè: scapigliare, scompigliare i capelli, scarmigliare, sciogliere i capelli.
Scapjddèt: scapigliato, che ha i capelli disordinati, arruffati, sciolti.
Scapjstrèt: scapestrato. dissoluto.
Scapjzzè: addormentarsi improvvisamente, cascando con la testa sul petto.
Scaplè: cessare un lavoro, smettere.
Scappàtor: scappatoia, sotterfugio, pretesto.
Scappè: rompere, fare a pezzi.
Scappèt: 1) spaccato, 2) una visita breve (una “scappata”).
Scaptè: patire danno, rimetterci, perdere di stima e onore (da “discapito”).
Scarambìn: caratteri di scrittura incerta, eseguita dai semianalfabeti e alunni delle prime classi.
Scarfì: sorteggio.
Scarjchè: 1) scaricare, levare un carico, versare, 2) liberare da un peso morale per rimetterlo ad altri.
Scarnì: scarnire, scarnificare, dimagrire.
Scarnìt: scarnito, scarno, molto magro, emaciato, scarnificato.
Scarrassèt: semiaperto, socchiuso, non completamento aperto.
Scarrizzlè: deragliare, uscire dalle rotaie.
Scarvjttè: bucare, forare, incavare.
Scàrz: scherzo, burla, facezia.
Scàs: scucire, disfare la cucitura.
Scasè: scasare, cambiare casa, traslocare.
Scasòrs: trasferirsi, cambiare casa.
Scassè: cassare, cancellare, depennare da nota di debito.
Scatapòcc: disordinato, sconsiderato.
Scatnè: solcare, zappare profondamente.
Scavaddè: scomporre, scongegnare.
Scàvoggh: incavo, scanalatura, giro dell’abito intorno al collo o al braccio.
Scazzètt: copricapo in genere di stoffa per bambini, sotto cuffia, papalina.
Scem: andiamo.
Scettabbònn: banditore, chi dà e dava (“gettava”) il bando.
Scettl: brodaglia inutile, risciacquatura.
Schèll: cravatta (“scollo”).
Schèmt: scomodo, disagiato, disagevole.
Schèrz: scorza, buccia, corteccia, parte superficiale di alberi e frutti.
Schiànd’ddèt: 1) spiantato, 2) persona che non ha mestiere, fannullone, povero in molte cose.
Schianèt: malandato, prostrato, sciupato.
Schiarì: schiarire (del cielo) diventare luminoso.
Schìcchièt: separato, staccato, diviso, divorziato.
Schìcchiònt: antipatico, fastidioso, appiccicoso, inconcludente.
Schìffij: cuffia, copricapo per neonati, quasi sempre in tela.
Schìfflè: crollare, rovinare, demolire, abbattere.
Schìfflèt: rovinato, distrutto.
Schìgghnèt: scoglionato, eunuco, evirato, nauseato.
Schìgnè: stemperare, togliere la tempera, il filo ad un metallo (coltelli, accetta, ecc.).
Schìgnèt: 1) sdentato, 2) taglio compromesso di coltelli, forbici, ecc.
Schìmbìnnatèrij: profondità, abisso, che penetra molto in basso.
Schìmmàv: smuovere, allontanare da un posto.
Schìmmìgghlè: scoperchiare, togliere il coperchio, scoprire.
Schìmtè: scomodare, disturbare, impedire.
Schìndè: 1) scontare una pena materiale o morale, 2) defalcare.
Schìngiùgn: inconveniente involontario, guasto, marachella.
Schìngjrtèt: 1) sconcertato, disorientato, sconvolto, 2) detto di persona sciatta.
Schìngrè: scongiurare, fare scongiuri, supplicare.
Schinzèt: scondito.
Schìpett: “scopetta”, spazzola.
Schìpjttè: spazzolare, pulire con spazzola.
Schìpl: scopino, piccola scopa.
Schìpplan: ceffone, scapaccione, colpo dato col palmo della mano dietro la nuca.
Schìrcet: scorciato, sbucciato, scorticato, graffiato.
Schìrcìn: soldi, danari, moneta.
Schirdarìl: dimentico, di poca memoria, distratto.
Schirdè: dimenticare, non ricordare.
Schìrjscìt: imbrunito.
Schìrnè: scornare, rimproverare, svergognare.
Schìrnòrs: “scornarsi”, vergognarsi, umiliarsi.
Schirtè: accorciare, rendere più corto.
Schìrzàn: rettile (biscia nera).
Schìrzarìl: persona che è sempre di buon umore, buontempone, mattacchione, scherzoso.
Schìrzzedd: crosta di ferita.
Schìs: scusa, pretesto.
Schìsìt: scucito.
Schìsogn: nascondiglio.
Schìtet: spensierato, che non ha pensieri preoccupanti, sereno.
Schìzzlè: sbaccellare, sgusciare, sgranare, sbucciare.
Schjndènt: scontento, malcontento.
Schjnguòss: sconquasso, parapiglia, improvviso disordine, subbuglio.
Schjnìcchiè: piegarsi per debolezza sulle ginocchia, accosciarsi.
Schjnzèt: scondito, non condito.
Schjnzlèt: sconsolato, triste, persona abbandonata, trascurata.
Schjsògn: nascondiglio, luogo segreto.
Schjtèdd: 1) scodella di legno, 2) anche cranio, scatola cranica.
Schjtèt: tranquillo, senza pensieri, non sospettoso.
Schjtiddìzz: “scodelluccia”, piccolo recipiente in terracotta che, un tempo, serviva per conservare il lievito.
Schjtjzzèt: dimezzato, accorciato, ridotto, frazionato.
Schjtlè: scuotere, scrollare violentemente.
Schjtrjzzè: schiacciare con un carico di peso eccessivo, sovraccaricato.
Schjtrjzzèt: stanco, spossato, sfinito.
Schjvèt: 1) dicesi di vecchia gallina che non fa più uova, 2) aver perso tutto al gioco.
Schjzzètt: 1) occipite, la parte più alta della testa, 2) anche il retroscarpa sul tacco.
Schjzzlè: sbucciare.
Schjzzlèt: 1) sbucciato, senza la buccia, 2) anche persona pelata, senza capelli.
Scì: andare.
Scì’scìj: donna disordinata, senza regole, trasandata.
Sciàbbròcch: sciattone, persona trasandata.
Sciàcquè: sciacquare, lavare cosa già lavata.
Sciàddàr: detto di donna non ordinata, sciattona, trascurata.
Sciàijr: sciagura, grave disgrazia, disavventura.
Scialàsc: scialare, sciupare, dissipare.
Sciàlt: sciolta, diarrea, dissenteria.
Sciammàrij: 1) giamberga, (vestiti), 2) detto anche di borghese, galantuomo, 3) donna sciatta.
Sciàmt: 1) fiore che precede il frutto, particolarmente dell’ulivo, 2) anche una parte di lavoro, 3) mannello di spighe.
Sciàngh: giovenca.
Sciànn: scendere, discendere.
Sciapìt: scipito, insapore, insipido.
Sciaplòn: inetto, incapace di qualsiasi cosa utile, disordinato.
Sciàr’sc: sorgere, affiorare dell’acqua.
Sciarabbèll: calesse, carrozza per signori, con due ruote, parafanghi e mantice, tirato da un solo cavallo (“char à bancs”, fr.).
Sciarcnìdd: 1) piccola fascina di legna.
Sciarg: sorcio, topo in genere.
Sciàrjscè: sparpagliare qua e la alla rinfusa.
Sciàrjsciàsc: 1) allargarsi, spandersi 2) “soprattutto delle nuvole e l’apparire del sereno”.
Sciarrètt: calesse, carrozza con due ruote, tirata da un solo cavallo (vedi “sciarabbèll”).
Sciàsc’l: 1) giuggiole, frutti gialli, dolciastri, 2) porzione assortita di botte.
Sciasciàcch: spoletta (attrezzo in legno che serviva alle tessitrici di telaio a mano).
Sciàscianè: scompigliare, sconvolgere, mettere sottosopra.
Sciàscianèt: disordinato, confuso, senza ordine.
Sciascìll: condimento di un piatto antico di verdure naturali (“cardoncelli”), mangiato in prevalenza il giorno di Pasquetta.
Sciasciòn: irriflessivo, sventato, impulsivo, disordinato, sregolato, noncurante.
Sciàurèt: sciagurato, infelice, disgraziato, miserabile.
Scìcquònt: sciupone, sprecone, scialacquatore.
Scìddèt: malformato, cadente su di un lato.
Scìgljment: diarrea.
Scìgn: giugno.
Scìljffèt: slombato, malandato.
Scìllerèt: “scellerato”, negligente, trascurato, indolente, incurante, inaffidabile.
Scìllùsc’t: sollecito, svelto, rapido.
Scìmiè: scimmiottare.
Scìmm’r: gobba (“gibba”).
Scìmmènd: 1) giumella, quanto contenuto nel cavo delle mani unite tra loro.
Scìmmènt: 1) giumenta, cavalla.
Scìmmrìt: gibbuto, gobbo, gobbetto.
Scìmnì: scimunire, diventare stupido.
Scìmt: fasci di spighe di grano mietuti a mano, mannelli.
Scìmtìdn: scemenza, demenza, pazzia.
Scìmùss: soprabito.
Scìng: giunco (pianta palustre senza foglie).
Scìnguèt: 1) cionco, sciancato, deforme, balbuziente, 2) spuma di latte rappreso.
Scìnn’r: genero.
Scìnnèr: gennaio.
Scìnnìt: 1) discesa, pendio, scesa, 2) anche giovane che perde l’illibatezza.
Sciòccqu’ i scìtt: dilapidatore, dissipatore, (“lava e getta”).
Sciòll: scialle, che le donne mettono sulle spalle.
Sciònd: giunta, la cosa che si unisce ad un’altra.
Sciònn i pìt: donna libertina, prostituta.
Sciòrc’n: sàrcina, piccolo fascio di legna sminuzzata.
Sciorp: sciarpa.
Scìppnè: scippare, estirpare, togliere dalle radici.
Scìppnèt: strappato, divelto, estirpato, scippato.
Scìqquàn: spendaccione, scialacquatore.
Scìqquè: sciupare, sperperare, sprecare.
Scìquarìl: giocoso, scherzoso, allegro.
Scìr: usciere.
Scìrnarìl: giornaliero, l’operaio che lavora a giornata.
Scirnèt: giornata.
Scìrrècch: scirocco.
Scìrrìbb: sciroppo.
Scìsc’lùcch: piccolo scaldino, in rame o latta, che i vecchi un tempo usavano per scaldarsi.
Scìscèt: non ordinato, sregolato, che non tiene ordine nelle cose.
Scisciòcchj: spiacevole imprevisto, cosa non prevista, contrarietà.
Scìt d’ chèp: che ha perso la testa, chi commette stranezze, “uscito di testa”.
Scìt: andato.
Scìtavnìt: “andata e venuta”, andirivieni, servizio fatto in fretta.
Scìtt: vomito, getto.
Scìttatìdd: bambino abbandonato dai genitori, trovatello.
Scittàtìr: “gettatoio”, canale di scarico, fogna.
Scìttè: 1) gettare, buttare, lanciare lontano, 2) anche il vomitare.
Scìttrè: comando per allontanare un gatto.
Sciùch: gioco.
Sciùdd: ali in genere.
Sciùgn: 1) scimmia, 2) detto anche di donna sciocca.
Sciùv: giogo.
Scìvlè: scivolare, slittare.
Scjpptìdd: corpino interno per neonato, parte di un indumento che copre il busto dalla vita in su.
Scjrgiùcch: topolino.
Scjrnèt: giornata.
Scjscjamìnt: disordine, confusione.
Scjttlòn: sciattone, sbavone.
Scjudì: giovedì.
Scjvlè: scivolare, cadere su una superficie liscia o sdrucciolevole.
Scjvlìnd: zona liscia cementata, sdrucciolevole, in leggera pendenza.
Scnìcch: ginocchio.
Scolapiòtt: scolapiatti, colapasta, ramaiuòlo.
Scolz: scalzo, a piedi nudi.
Scorp: scarpa.
Scors: 1) scarso, misero, insufficiente, avaro, 2) peso inesatto rispetto al dovuto.
Scorzamarìdd: vento turbinoso, vortice d’aria.
Scostumatazz: scostumatezza, scorrettezza, sgarbo, indelicatezza.
Scostumèt: scostumato, maleducato.
Scquànet: vecchi grossi pani, di forma larga e bassa, “cornetto”.
Scquiccè: spruzzare.
Scquicclìscè: gocciolare, l’inizio di una piccola pioggerella.
Scquìsc’tèt: tranquillo, persona non turbata da dispiaceri e altro, serenità.
Scqùng: di sbieco, di lato, di fianco.
Scrafagnè: schiacciare, spiaccicare, avvilire.
Scràsc: imbrunire, oscurarsi, il far della sera.
Scrìanzèt: screanzato, scortese.
Scriè: annientare, distruggere, sterminare.
Scrìfàn: 1) grossa scrofa, 2) bagascia.
Scrìflètt: dado a vite, bullone.
Scrijèt: sparito, perso, introvabile, irreperibile, scomparso.
Scrìm: riga, ripartizione dei capelli, scriminatura.
Scrìpl: scrupolo, rimorso, tormento.
Scrìplìs: scrupoloso, meticoloso.
Scrìsciòdd: frusta per incitare i cavalli, sferza.
Scrìttir: scrittura, contratto, atto, documento scritto, rogito.
Scròf: 1) scrofa, 2) persona sudicia moralmente e materialmente.
Scrùccan: scroccone, chi vive a spese d’altri.
Scrucchè: scroccare, mangiare o divertirsi a spese d’altri, sfruttare.
Scuccè: scocciare, seccare, infastidire, annoiare.
Scùffl: buccia di pomodoro (buccia molle in genere).
Scùng: sconcio, osceno, schifoso.
Scunzlèt: sconsolato, afflitto, desolato.
Scurz: scorza, crosta, buccia dura.
Scùtt: scotto, troppo cotto.
Sdè: sudare.
Sdèt: sudato, sudata, sfacchinata, grande faticata.
Sdìl: 1) sedile, 2) municipio, edificio comunale.
Sedij: sedia in genere.
Segnalèt: lasagna fatta in casa, fettuccine.
Sèl: suola della scarpa.
Semb: sempre, ogni volta, senza interruzione.
Sen: sano, intatto, illeso, integro.
Sen’sèn: “sano sano”, bonaccione, ingenuo, sciocco.
Send: udire, stare a sentire, dare retta, assecondare.
Senz: essenza, estratto.
Senz’ardìr: timido, impacciato, avvilito.
Senza’dlàr: non clemente, senza pietà, crudele.
Senza’dràtt: disordinato, sregolato, confuso.
Senza’pinzìr: chi non si dà pensiero, spensierato, allegra distrazione.
Sert: 1) sorte, destino, buona o cattiva fortuna, 2) “tua sorella”.
Serv: sorba (frutto).
Sèt: 1) soldo (moneta in rame di una volta) 2) stai fermo!, 3) melagranata.
Sfaccèt: sfacciato, che o chi non ha vergogna di nulla, sfrontato.
Sfalzìn: poltrone, scansafatiche.
Sfang: ritegno, il ritenere, riserbo nel parlare e nell’agire, il trattenere.
Sfarnàn: pastone, un pasto di acqua e sfarinati di crusca o altro, per ingrasso di animali.
Sfarnè: sfarinare, ridurre in farina o in polvere.
Sfarsiè: fare farsa, festeggiare rumorosamente.
Sfascè: sfasciare, rompere, rovinare, distruggere.
Sfascèt: sfasciato, rovinato, squarciato, sconquassato, rotto.
Sfascjddè: sfavillare, mandare faville, sprizzare scintille, sfavillare, che sfavilla.
Sfassè: “sfasciare”, togliere la fasciatura.
Sfasulèt: rimasto senza soldi per averli persi al gioco, per imprevista spesa.
Sfatièt: sfaticato, sfaccendato
Sfavjddè: sfavillare, vaneggiare, dire cose senza senso, delirare.
Sfazzanè: schiacciare, disfare.
Sfazzanèt: scotto, scucinato, molto cotto.
Sfazzjòn: soddisfazione, contentezza, piacere, gioia, consolazione.
Sferz: sforzo, fatica eccessiva, sia del corpo che dell’intelletto.
Sfìjatè: sgolarsi.
Sfìjrè: 1) sfigurare, fare cattiva figura.
Sfìl: sfizio, desiderio vivo, capriccio.
Sfìmè: sfumare, svanire, perdersi nel nulla.
Sfìnnè: 1) sfondare, sfociare, sbucare, 2) perforare, forare da parte a parte.
Sfìnnèt: sfondato, senza fondo, insaziabile, senza limiti.
Sfìquè: sfogare.
Sfìquòrs: sfogarsi liberamente, manifestare pene, sentimenti, passione (amore in genere).
Sfìrnè: 1) sfornare, levare dal forno, 2) mandare fuori in quantità.
Sfìrrè: sfuggire, cadere di mano di una cosa, sfuggito.
Sfìrrèt: sferrato, visita breve, capatina.
Sfìrtquèt: sbracciato, con le maniche rimboccate.
Sfìsc: sfuggire, sottrarsi, scampare.
Sfìssè: bastonare.
Sfìssèt: 1) che ha perso le forze, fiacco, spossato, bastonato, 2) bastonate, botte in quantità.
Sfìziòrs: sfiziarsi, scapricciarsi.
Sflè: sfilare, sfilacciare.
Sflèt: sfilacciato, che si sfilaccia.
Sflìs: goloso, ghiotto, pieno di desideri.
Sflòzz: scansafatiche, poltrone.
Sfòlc: stappare, levare il tappo, togliere qualunque ostruzione.
Sfòtt: sfatto, troppo maturo, disfatto.
Sfracassè: fracassare, ridurre in pezzi qualche cosa, colpendola con forza.
Sfradè: dimezzare, diminuire, frazionare, ridurre.
Sfradèt: dimezzato, frazionato.
Sfragg: sfregio.
Sfranigghlè: sfarinare, sbriciolare, ridurre in briciole, sminuzzare.
Sfranigghlèt: sfarinato, sbriciolato, sminuzzato, ridotto in briciole.
Sfrascjddè: sfracellare, rompere, schiacciare, maciullare.
Sfrattè: sfrattare, dare lo sfratto.
Sfrichè: picchiare dando colpi ripetuti, “sfregare”.
Sfrichèt: persona che soffre, che ha sofferto e ne porta i segni, deperito, malmesso, malandato.
Sfrìd: sfrido, il calo di qualcosa.
Sfrìjèt: sfuriata, scoppio d’ira.
Sfrìnet: dissoluto, scapestrato.
Sfrìnòrs: sfrenarsi, sbrigliarsi, scatenarsi, sfogarsi.
Sfrìnzèt: sfrondato, sfoltito, senza foglie, sfoltito.
Sfrìsc: friggere.
Sfrìscè: rasentare, toccare appena, lambire.
Sfriscìnt: sofferenza, fatica, condizione faticosa.
Sfriscjndèt: sfinito, spossato, prostrato, distrutto.
Sfrong: 1) cambiare una moneta di maggior valore, in tanti di un valore minore.
Sfrott: sfratto.
Sfrutt: fritto, cotto in padella con olio o simile.
Sfruttè: usufruire, utilizzare, godere di qualcosa.
Sfutt: 1) soffitta, mansarda, terrazza scoperta, 2) non affittato, libero, sfitto.
Sfuzij: sfizio, capriccio, curiosità, sghiribizzo, desiderio.
Sgarbet: sgarbato, rozzo.
Sgraziet: sgraziato, mancante di grazia, di cortesia.
Sguaièt: sguaiato, che manca di compostezza, di misura, smodato.
Sì’capùsc!: ovvio!, ovviamente!, si capisce!
Sìbbadèt: sbadato, disattento, distratto, sventato.
Sìbbafè: sbollire, uscire da uno stato di ebbrezza.
Sìbbagghiè: spagliare, togliere una cosa dalla paglia che l’avvolge, sparpagliare la paglia.
Sìbbagliè: sbagliare, errare.
Sìbbanì: svanire, perdere l’essenza, la fragranza, la forza, svaporare.
Sìbbanìt: svanito, evaporato, dissolto nel nulla.
Sìbbìlch: sepolcro, tomba.
Sìbbìmmjquè: evaporazione di qualsiasi cosa impregnata di muffa e altro, svanito.
Sìbbìssatèrij: precipizio, grande rovina.
Sìbbissè: subissare, mettere a soqquadro ogni cosa, rovinare.
Sìbbittè: sgonfiare.
Sìbbittèt: sgonfiato, non più gonfio.
Sìbbòtt: sbattere, agitare, muovere, dibattere.
Sìbbrìffè: sbuffare (per noia, per caldo, per ira, per fatica).
Sìbbrìssèt: soppressata, salsiccia di forma schiacciata.
Sibbùss: 1) subisso, abisso, cavità profondissima, 2) grandissima quantità.
Sibtàrìl: che è solito levarsi “subito”, di buon mattino, mattiniero.
Sìccàzz: secchezza, magrezza.
Sìccdìt: accaduto, avvenuto.
Sìcch: respiro, fiato, palpito, conforto.
Sìcch’tìdd: secchiello, barattolo, vaso generalmente piccolo, di latta o altro.
Sìcchè: seccare, inaridire, inaridirsi.
Sìcchiàn: secchione, grosso secchio in genere.
Sìcchiètt: secchiello.
Sìch: sugo, succo.
Sìchìr: sicuro, certo.
Sicl: solco, scavo fatto con l’aratro.
Sidè: sudare, affaticarsi.
Sìffrùtt: soffritto d’interiora d’agnello.
Sigg’rì: suggerire, raccomandare.
Sìggh: subbio (il cilindro sul quale è avvolto l’ordito).
Signìr: nobili, signori.
Sìgnrì: Signoria, “lei“ (modo di rivolgersi ai grandi).
Sìgnrìn: signorino, nobile.
Sìj: suo, di lui, di lei.
Sìl: solo.
Silch: solco.
Sìmbittè: disinfettare, sterilizzare.
Sìmònìj: smania, agitazione, delirio, frenesia.
Sìn: si.
Sìnd: senti! “ascolta”!
Sìnj i nòn: sì e no, tiremmolla.
Sinònch: perfino, finanche.
Sìnz: sensi, organi di senso, saggezza, intelligenza.
Sipp: inzuppo, qualsiasi cosa imbevuta di vino.
Sipt: subito, presto, immediatamente, alla svelta.
Sìquè: succhiare, aspirare.
Sìquìs: sugoso, succoso.
Sìr: siero.
Sirch’lè: succhiare, sibilare mangiando.
Sird: sordo.
Sìrratìr: segatura.
Sirrè: segare, tagliare con la sega, falciare.
Sirrètt: ferro dentellato, posto in basso alla cavezza, per tenere a freno cavalli, muli, ecc.
Sirs: sorso.
Sìs: su, sopra, in alto.
Sist’l: noia, sensazione di stanchezza
, tedio.
Sivìrch: soverchio, eccedenza, che supera i limiti prescritti, eccesso.
Sjbbagghiè: spagliare.
Sjbbambè: svampare, opera di preparazione dei forni a legna, prima dell’infornata dei vecchi grossi pani.
Sjbblìtèt: rivoltato, voltato sottosopra, rovesciato.
Sjbbrìvignèt: svergognato, umiliato, spudorato.
Sjbbrìvùgn: vergogna, modestia eccessiva, pudore.
Sjbbùggh: subbuglio, grande trambusto, scompiglio.
Sjbbùlt: capovolgimento.
Sjddògn: stanghe del traino (nel mezzo, si assicurava l’animale da tiro, ai lati gli animali del “bilancino”).
Sjddùgn: sdegno, disprezzo, indignazione verso una persona.
Sjgghibbè: “sgobbare”, lavorare molto e curvo.
Sjgghìtt: singhiozzo; pianto dirotto o convulso.
Sjgghittèj: singhiozzare, avere il singhiozzo.
Sjggìziàn: “soggezione”, imbarazzo, rispetto timoroso verso una persona, fastidio, impaccio.
Sjllèt: soldato, militare.
Sjmbatì: simpatia, sentimento spontaneo di attrazione verso qualcosa o qualcuno.
Sjmbòtch: simpatico, amabile, affabile.
Sjmigghiònz: somiglianza, affinità.
Sjminzèll: chiodini piccoli e sottili (per scarpe soprattutto).
Sjmmàrdìt: slavato, sbiadito, che ha perso colore e sapore.
Sjmmèn: settimana.
Sjmmènt: seme.
Sjmnatìr: seminatoio a spalla (trattavasi di un sacco legato agli estremi, con imboccatura aperta per il prelievo dei semi).
Sjmnè: seminare.
Sjmnòrij: seminario.
Sjngrìtè: sincerità, schiettezza, franchezza, lealtà.
Sjnnalènz: sonnolenza, sopore, fiacchezza.
Sjnnalzè: innalzare, sollevare, elevare, alzare in alto.
Sjnnè: sognare, illudersi.
Sjnzièl: serio, assennato, attento, saggio.
Sjnzùbl: sensibile, di buoni sentimenti.
Sjparè: separare, dividere, staccare cose unite o vicine, allontanare.
Sjparèt: separato, staccato, diviso, allontanato.
Sjpìrbìjs: superbo, altero, altezzoso.
Sjppànt: sponda, bordo, parapetto.
Sjppìnt: puntello, sostegno, supporto.
Sjspìr: sospiro.
Sjssùdij: sussidio, soccorso in denaro, sovvenzione.
Sjstlìs: annoiato, tediato, seccato, indolente.
Sjstònz: sostanza, (“di sostanza”, nutriente).
Sjttìrrè: sotterrare, interrare.
Snàch: sennò, oppure, altrimenti, ovvero, ossia.
Sné: suonare.
Snel: senale, grembiule.
Snì’porl!: addirittura!
Snìttr: soldi, moneta.
Sobt: sabato.
Sòcc: non so.
Socch: 1) tasca, 2) sacco.
Sogn: sangue.
Solz: salsa.
Sond: Santo.
Sondl: sandalo.
Sonz: sanza, ciò che resta delle olive molite.
Sop: sopra, su.
Sopacorich: sovraccarico.
Sopapjnzìr: soprappensiero, preoccupato, inquieto.
Soprannàm: soprannome, nomignolo.
Sord: sarda, acciuga.
Sort: sarta, sarto.
Sorta’màj!: povera me! (“sorte mia”).
Soss: vallate e quartieri di Matera (Sasso Barisano e Sasso Caveoso).
Sott.p.sott: di nascosto, sottobanco, alla chetichella.
Sottamiss: 1) colpo o pugno, dato sotto il mento, 2) parte anche di finimenti di animali, per guidarli e tenerli a freno.
Sottaponz: sottopancia di finimenti da tiro, che tiene assicurati sella o basto.
Sottasàp: sottosopra, in gran disordine, a soqquadro.
Spaccòzz: crepa, fenditura lunga e sottile fessura.
Spacfìchè: saldare un conto, un debito, appianare un disaccordo.
Spaddàr: “spalliera”, lo schienale di ogni specie (di sedia, testata del letto e altro).
Spandè: spaventarsi improvvisamente, prendersi un colpo.
Spang: spingere, incitare, stimolare, pungolare, sollecitare.
Spannìt: steso, sciorinato (da “spandere”).
Spannìtìr: stenditoio, luogo per stendere e asciugare i panni.
Spant: 1) spinta, 2) tettoia di campagna.
Sparagnapen: gioco di abilità, a mani per terra e piedi rivolti in alto.
Sparagnè: risparmiare, fare economia con oculatezza.
Sparasc: sparire, scomparire, dalla vista altrui.
Sparatròcch: cerotto per ferita.
Sparet: sparato, ucciso o ferito da uno sparo.
Sparigghièt: sparigliato, diviso.
Sparljttè: sparlare, dire male di qualcuno.
Sparnjzzè: spandere, diffondere, divulgare, spargere intorno, versare.
Sparnjzzèt: steso, sparso, diffuso estesamente.
Sparògn: risparmio, economia.
Sparpagghiè: sparpagliare, spagliare.
Sparpagghièt: disunito, lontano uno dall’altro, diviso, separato.
Sparpòggh: allegro, pieno di vita, vivace, pronto, sveglio, irrequieto.
Spassèt: spassata, defecata fatta all’aperto, in campagna.
Spassìs: spassoso, piacevole.
Spatazzè: spezzettare, dividere, soprattutto carne.
Spatìcc: 1) pettine ornamentale femminile, che un tempo le donne mettevano in cima al loro tupé, 2) detto anche di costolette d’agnello ecc.
Spatlè: svolazzare di animali per spavento improvviso (soprattutto di pennuti e volatili).
Spatriè: espatriare, emigrare.
Spavjndè: 1) spaventare, 2) imparare a proprie spese.
Spèch: spago.
Spenn i sponn: “spendere e spandere”, spendere con eccessiva larghezza.
Spenn: spendere.
Spert: sporta (grande cesta di canne o vimini).
Spès: piatto largo e piano.
Spiàjè: spiegare, precisare.
Spiàjèt: spiegato, chiaro.
Spiàjùsct: spiegati!
Spianè: 1) spianare, 2) manifestare, esprimere chiaramente il proprio pensiero.
Spiccè: “spicciare”, sbrigarsi, fare in fretta, far presto.
Spìcchièl: specchio, mobile per toletta.
Spicciòr’s: spicciarsi, disimpegnarsi in fretta, sbrigarsi.
Spicf’chè: specificare, dichiarare qualcosa in particolare, precisare, chiarire.
Spiciarì: 1) “spezieria”, farmacia, 2) il davanti i pantaloni (ironico).
Spicièl: speciale, speziale, farmacista.
Spidjcchiè: spiccicare, spillare, appropriarsi indebitamente e abilmente.
Spidjcchiòn: spilorcio, avaro.
Spiè: spiare, guardare di nascosto senza farsi scorgere.
Spigghiàmbìs: indigente, misero, disadorno, modesto, meschino.
Spigghiè: spogliare, derubare, rapinare.
Spigghièt: spogliato, svestito, disadorno, derubato.
Spìjajè: spiegare, precisare, chiarire, indicare.
Spìlarc: spilorcio, avaro, tirchio.
Spìndatìr: 1) l’ultimo pezzetto di sigaro, moccolo, 2) punte di ventresca di maiale.
Spìndìl: sveglio, dinamico.
Spìnnè: 1) spennare, pelare, togliere le piume o i peli, 2) derubare.
Spìnt: spunto, il sapore acido che prende il vino andato a male.
Spìnzè: intingere.
Spirdìt: sperduto, spaesato, disorientato, non a proprio agio.
Spìrij: spurgo.
Spìritìs: spiritoso, arguto, allegro.
Spìrt: scaltro, furbo, esperto, navigato.
Spìt: spiedo, ferro lungo e acuminato per arrostire carni.
Spìtel: 1) ospedale, 2) detto per persona smagrita.
Spìttirrònt: traboccante, pieno fino all’orlo.
Spìzz’chjllè: “spizzicare”, mangiucchiare poco e svogliatamente, piluccare.
Spìzz’culliè: ottenere con le buone maniere quanto si chiede, un po’ per volta.
Spìzzchè: spiccicare, distaccare, staccare, spillare qualsiasi cosa con astuzia.
Spìzzè: spezzare, fare a pezzi, rompere.
Spìzzòrs da minz: fare con sofferenza, con sforzo, con sacrificio.
Spjclè: spigolare, raccogliere le spighe sfuggite ai mietitori.
Spjddìchè: disunire, distaccare, separare, staccare via.
Spjdjcchiòn: pidocchioso, avaro.
Spjlmnèt: spolmonato, sfiatato, stanco di parlare inutilmente.
Spjlpè: spolpare, scarnare, togliere denari o proprietà con inganno.
Spjlpèt: spolpato, molto magro, emaciato, scarno, ridotto all’osso.
Spjndè: 1) sbocciare, germogliare, 2) perdere la punta.
Spjndèt: spuntato, privo di punta.
Spjndìl: attivo.
Spjndòn: spigolo, cantuccio, angolo.
Spjnliscè: sfilacciare.
Spjnliscèt: sfilacciato, sdrucito.
Spjnzàluzz: sposalizio, la cerimonia del matrimonio, nozze.
Spjnzè: inzuppare, bagnare, intingere.
Spjnzèt: macerato, che è stato a mollo, madido.
Spjsé: sposare, sposarsi.
Spjsèt: sposato.
Spjttìrrè: traboccare, straripare, sbottonare, denudare (il petto).
Spjttìrrèt: 1) strapieno, pienissimo, traboccante, sbottonato nelle vesti, a petto nudo 2) disordinato nel vestire.
Splèt: spelato, calvo.
Splurè: esplorare, osservare con minuziosa attenzione una cosa, una persona, per scoprire, per sapere, investigare.
Spocn: asparagi.
Spodd: 1) spalla, 2) salita, ascesa.
Spolverìn: spolverino, leggero soprabito primaverile (soprattutto femminile).
Spond: spavento, sobbalzo improvviso.
Sponn: spandere, stendere all’aria qualcosa per asciugare, sciorinare.
Sport: 1) spartire, dipartire, dividere in parti, 2) dividere durante una lite.
Sposs: spasso, ricreazione, passeggio, condizione di ozio e disoccupazione (anche non voluta).
Spranzòn: misero, uomo modesto, povero in canna.
Sprìmjnt: esperimento, prova, saggio.
Sprimjntè: sperimentare, provare, saggiare.
Sprìnè: spronare, sollecitare, stimolare.
Sprìpust: sproposito, errore madornale.
Sprìqquàn: sporcaccione, sudicione, persona molto sudicia, sciattone.
Sprìuè: potare, tagliare via ad un albero il superfluo, spurgare.
Sprìvust: sprovvisto, mancante di ciò che occorre, sprovveduto.
Spròn: sperone, piccola prominenza.
Sprònz: speranza, vana illusione.
Sprù’uèt: potato, ripulito, nettato.
Spùcc’t: sbrigati!, spicciati!.
Spùcch: spicchio (di qualunque cosa).
Spùgn’l: spillo.
Spùng: spingi!
Spuntàpet: fermo in ferro tra porta e pavimento.
Spùrd: 1) spirito, alcool.
Spustè: 1) spostare, rimuovere 2) vaneggiare, perdere la lucidità mentale.
Squàfiàn: donna grassa, corpulenta.
Squagghià’chìmm: inutile, buono a nulla.
Squagghiè: squagliare, liquefare, sciogliere.
Squagghièt: 1) disciolto, liquefatto, sciolto, 2) scomparso.
Squalandròn: albero con pochi rami, spoglio, legnoso.
Squalòn: scalino piuttosto alto (“scalone”).
Squambbòn: persona formosa.
Squannìdd: piccolo scanno, sedile, piccolo sedile senza spalliera, panchettina.
Squapuzzl: frate, laico.
Squaquanèt: squarciata, grassa, sciatta, sfatta.
Squarfìdd: salvadanaio.
Squarpèr: scarparo, calzolaio.
Squarpìdd: scalpello.
Squartiè: squartare, dividere in grossi pezzi, uccidere.
Squartòn: poco studioso, somaro (nello studio).
Squiccè: schizzare, spruzzare.
Squìlibrèt: squilibrato, pazzo.
Squìsctèt: 1) tranquillo acquietato, quieto, sereno, 2) libero da pensieri.
Squònnl: girello per bambini.
Sràch: suocera.
Srìvazìj: servizi in genere, faccende domestiche, impegni.
Sròstr: sorellastra, nata da padre o madre diversa.
Srùch: suocero.
Stabblì: stabilire, decretare.
Staccaredd: giovane giumenta.
Stacchè: staccare, disciogliere, sciogliere nodi o legami.
Stacchèt: 1) distacco dei campi da mietere, 2) slacciato, slegato.
Stacciàn: staggio, grosso palo in legno (spesso conficcato nel terreno, per legarvi gli animali).
Staccnèt: staccionata, recinto o ripari.
Staddìr: stalliere.
Staddùgn: 1) detto di animali a riposo in stalla, 2) persona che non lavora da tempo, viziato dall’ozio.
Staffèdd: calzatura comune da casa, ciabatta, pantofola.
Staffòn: staffa (ferro laterale fisso al telaio del traino, per consentire l’agevole salita sul mezzo).
Stagghiè: assegnare, ripartire, un lavoro, una zona, un peso.
Staggiòn: estate, stagione in generale.
Staggné: stagionare.
Staggnèt: stagionato.
Stajù’l: paletto.
Stamatìn: stamattina, questa mattina.
Stambarì: stamperia, tipografia.
Stambèll: stampelle, grucce.
Stambèt: calcio, pedata.
Stampscè: scalciare, tirare calci.
Standèt: stentato, fatto con sacrifici.
Stanètt: stanotte, questa notte.
Stannòrij: stendardo, vessillo, gonfalone.
Stàrn: sotterraneo cantina, deposito.
Stàrp: sterile (detto di pecora senza proprio agnello).
Stascedd: stecca, tavoletta, listello.
Staser: stasera, questa sera.
Statan: stadera, bilancia.
Statenjch: il prodotto estivo della terra.
Statì: estate.
Statnèdd: piccola misura per peso, con un prolungamento finale ad uncino.
Ste’attìnt: sta attento!
Stemch: stomaco.
Stènn: distendere ciò che era avvolto o piegato, stendere, allungare, stiracchiare.
Stèrc l’ùcch: strabuzzare, travolgere gli occhi, stralunarli.
Stèrc: storcere, schernire, imitare per scherzo e per offesa.
Stèrt: 1) storta, slogatura, distorsione, 2) non dritta.
Stess: stesso, identico, medesimo.
Stìcc: staio (antica misura in latta).
Stìffè: stufare, annoiare, seccare.
Stìffèt: disgustato, stufato, nauseato.
Stìgghièt: consunto, liso, logorato, consumato.
Stìm: stima, ritegno.
Stìndìn: intestino.
Stìng: lentisco, arbusto sempreverde.
Stìngìt: stinto, scolorito, sbiadito.
Stìnnìt: steso, disteso, spiegato, teso.
Stìp: armadietto, credenza in cui si “stipano” stoviglie, tovaglie, pane.
Stìrnnasc: temperare, fare la punta (soprattutto di vomeri, accetta, scure, ecc.).
Stìsc’n: tartaruga, testuggine.
Stìsc’né: 1) strusciare, sciupare strofinando, 2) strusciarsi addosso a qualcuno adulando.
Stìtè: spegnere, smorzare.
Stìtuarìj: scemenza, bazzecola, cosa da poco o da nulla (“stupideria”).
Stjfèt: carne in umido, stufato.
Stjmè: stimare, valutare.
Stjnnàsc: distendersi, rilassarsi, riposarsi.
Stjpàn: grosso guardaroba, grosso armadio (“stipan”).
Stjppè: sbottonare, aprire.
Stjppèt: 1) intervento di praticoni di un tempo, per curare distorsioni, ecc. (filato di lino, albume e fasciature), 2) sbottonato.
Stjrdàsc: stordire intontire.
Stjrnàsc: rimuginare, temperare, forgiare.
Stjrnìtt: starnuto.
Stjscè: pulire, passare lo straccio, strusciare.
Stjtè: smorzare, spegnere.
Stlàsc: 1) dimagrire, diventare magro, rendere sottile, assottigliare, 2) appuntire (da “stilo”).
Stné: stonare, stordire.
Stnèt: stonato, intontito, che non ha riposato bene.
Stòcc: coccio adoperato per i vari giochi di un tempo (poteva essere anche una scatola vuota di cromatina).
Stòdd: stalla.
Stòggh: 1) cottimo, contratto per il quale, si dà o si assume un lavoro a prezzo prefissato, 2) porzione stabilita di qualsiasi cosa. - 252 -
Stòpp: stoppa, canapa.
Straccquèt: stanchezza, fiacca, spossatezza.
Stradon: vicolo, insenatura di strada principale, dedalo.
Strafaccièt: scomparso, che non c’è più.
Straffàgghiàn: grosso pezzo di qualsiasi cosa, di pane sopratutto.
Strafjcuè: soffocare, per il mangiare frettoloso.
Strafùch: alimento, vitto ricercato e abbondante.
Strafurmèt: malformato, gigantesco, immenso.
Stralunèt: stralunato, strambo, bizzarro, lunatico.
Strambalèt: strambalato, molto strano, strambo, stravagante.
Stramèn: fuori mano (“extra mano”).
Stràng: stringere, serrare, chiudere.
Strapaiè: pagare oltre il dovuto, strapagare.
Strapazzè: strapazzare, trattare male, usare senza riguardo, sciupare, maltrattare.
Strapazzèt: strapazzato, affaticato, maltrattato.
Strapozz: strapazzo, grave fatica superiore alle proprie forze.
Strapùzz: irregolare, di sbieco.
Straqquèt: sfinito, infastidito, stanco.
Strascìn: 1) segno lasciato a terra da cosa trascinata, traccia, 2) anche arraffone.
Strascné: trascinare, indurre, avvincere, attrarre con forza.
Strascnèt: trascinato, invogliato, indotto.
Stratlàmmènt: distrattamente, svagatamente.
Stravacont: stravagante, eccentrico, bizzarro, singolare.
Stravdà: “stravedere”, avere molto caro qualcuno.
Stravìs: strambo, traviato, corrotto, sciagurato.
Strazzaquorr: 1) arraffone, chi arraffa (come chi “sfascia” il carro della Bruna, prendendo quel che capita).
Strazzè: stracciare, strappare, lacerare.
Strazzèr: cenciaiuolo, straccivendolo.
Strazzèt: 1) ridotto a brandelli, stracciato, vestito di stracci 2) dolce di mandorle.
Strazziè: straziare, dare molto dolore, rovinare, dare profondo dispiacere.
Strazzòn: straccione.
Strè: stirare, rendere liscio con ferro caldo.
Strìcchlè: sbrogliare, dipanare, risolvere una questione.
Strìflèt: sfilacciato, disfatto, nauseato per troppo cibo.
Strìfnè: strofinare, stropicciare, sciupare.
Strìgghiè: strigliare (pulire e rendere lucido il pelo dei cavalli).
Strìgghièt: 1) strigliato, strigliata, 2) rimprovero aspro.
Strìgnè: giocherellare, scherzare, trastullarsi (come fanno gli animali).
Strìmml: trottola.
Strìmmùsc: senso di grande meraviglia, di sorpresa, comunque inaspettata.
Strìngìt: ristretto, ridotto.
Strìnnàsc: temperare, rendere più resistente.
Strìnzl: 1) “stronzo”, 2) detto anche di persona stupida o inetta.
Strìscè: strusciare, rasentare.
Strìsciabbànt: sciupone, chi consuma tutto.
Strìscìònt: strisciante, servile, adulatore.
Strìt: dispetto, sdegno, stizza.
Strìtt: logoro, consumato, distrutto.
Strìttìgghiè: slogare, lussare.
Strivìrij: nome generico di cose, masserizie, strumenti di lavoro.
Strjbbè: disturbare, disturbarsi per una cosa che non è di gusto, dare un incomodo, turbare.
Strjbbèt: disturbato, nauseato, distrutto.
Strjcatìr: strofinatoio, asse di legno con scanalature per bucato.
Strjclè: sfregare, stropicciare con forza (soprattutto quando si lavano i panni).
Strjffìs: spassoso, piacevole.
Strjfùnz: poco, esiguo, piccolo pezzo.
Strjmèt: stremato, ridotto senza forze, esausto, svigorito.
Strjmmlè: stramazzare, cadere a terra con violenza come una trottola.
Strjmmlèt: tramortito, che ha perso i sensi, svenuto, caduto a terra in malo modo.
Strjppiè: storpiare, eseguire male qualunque cosa.
Strjppièt: storpiato, infortunato, minorato, storpio.
Strjsc: consumare, logorare, distruggere lentamente.
Strjscìgn: 1) grillaio (falco) 2) persona magra e goffa.
Strjttìgghièt: distorsione, lussazione, lacerazione di un legamento.
Strjzzè: strizzare, spremere, torcere, ammiccare.
Stròmb: strambo, strano, bizzarro, bislacco, strampalato.
Stròmbl: strabico, cieco da un occhio.
Strònij: estraneo, forestiero.
Stròzz: 1) straccio, cencio, brandello di stoffa, 2) persona molto deperita, 3) fiocchi di neve.
Stru’uìt: istruito, colto, erudito.
Strùggh: striglia (per cavalli).
Strùgn: scherzo, burla, celia.
Struì: istruire, insegnare, informare.
Struìt: istruito, dotto.
Strùtt: 1) stretto, 2) anche “vivere di stenti”.
Strùtt’strùtt: stretto stretto, intimamente.
Struzzìn: strozzino, usuraio.
Stùd’ch: stupido, scemo.
Stùd’cqùgn: stupido fino ad essere cretino, idiota.
Stùggh: scaffale, per riporvi merce posta in vendita o altro.
Stùl: stuolo, moltitudine di uccelli ecc.
Stupdì: incretinire, impazzire, affannarsi.
Sturdì: stordire, rintronare.
Sturdìt: stordito, intontito.
Stùrt: storto, contorto.
Stùzz: 1) goccia, stilla, 2) un piccolo pezzo di una qualsiasi cosa solida separata dal tutto.
Su’ccà!: giacché, poiché, dal momento che, visto che.
Succh: secchio.
Sudc: 1) sedici (numero) 2) anche il deretano, il sedere.
Suffrì: soffrire, patire dolore fisico o morale.
Sùl: suolo, superficie per costruire.
Suldèt: soldato, militare, (anche “s’llèt”, forma più antica).
Sulèj: solaio, copertura, tetto.
Sumt: da solo.
Sùn: 1) sonno, 2) anche suono.
Sunjch: sindaco.
Suòtt: un modo dialettale di dire schiaffo, secco e violento.
Suppurtè: sopportare, tollerare.
Suspètt: sospetto, diffidenza.
Suttèn: 1) sottana, sottoveste, 2) sottano (ripostiglio sotterraneo).
Suzz: uguale, pari, identico.
Svàlt: svelto, spedito, spigliato, disinvolto.
Svapurè: svaporare, svanire.
Svintìr: sventura, mala sorte, disgrazia.
Svitèt: svitato, poco intelligente.
Svnì: svenire con perdita dei sensi, venire meno.



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
Vota questo contenuto

Ultimi commenti

Da p.zza Vittorio Veneto - zona Ipogei

webcam Matera Clicca qui per osservare in tempo reale ciò che sta accadendo in piazza Vittorio Veneto - zona Ipogei a Matera ! Osserva il semplice movimento cittadino, o gli eventi organizzati in piazza, o semplicemente il tempo che fa. Nella pagina potrai trovare anche utilissime indicazioni per giungere a Matera o relative all' evento che potrai osservare .

Da via La Martella e via Appia

webcam Matera Clicca qui per osservare in tempo reale il traffico sulla via Appia, all'altezza dello svincolo per via La Martella a Matera

Vista Cattedrale di Matera

Clicca qui per osservare la Cattedrale di Matera sulla Civita degli antichi Rioni

Eventi di oggi