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18/09/2012 7.27.35 - Articolo letto 5775 volte

Con Sant’Innocenzo entra l’autunno

Statua di Sant´Innocenzo - Grassano Statua di Sant´Innocenzo - Grassano
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Grassano festeggia il suo Patrono. Nel rispetto di una tradizione lunga oltre tre secoli. Suggestiva e carica di fede la processione del giorno 22. Mentre il 23 le coppie si “ri-sposano”.
di ANTONIO GRASSO
Grassano Dall’estate all’autunno. A Grassano il “passaggio di testimone”, da una stagione all’altra, coincide coi solenni festeggiamenti in onore del Patrono, Sant’Innocenzo Martire, soldato romano della legione Tebea sterminata da Massimiliano Erculeo su ordine dell’imperatore Diocleziano. Nato nel 303 a.C., i suoi resti mortali furono rinvenuti nel 450 a.C. in seguito ad una piena del fiume Rodano e traslatati ad Agauno, nella stessa Francia. E’ per questo che, in processione, la statua raffigurante il milite martirizzato è – a tutt’oggi – affiancata da uomini in rigorosa uniforme romana. In tutto una quarantina, fungono simbolicamente da scorta al Santo durante l’intero percorso penitenziale. Nel rispetto di una tradizione lunga oltre tre secoli. L’appuntamento è per il tardo pomeriggio (ore 18) del 22 settembre (giorno della sua memoria, citato in un antico calendario martirologio). Solo allora Sant’Innocenzo può uscire in processione per le vie dell’abitato. Atto apicale – per la parte religiosa – delle serie delle celebrazioni. Che ha inizio il giorno 17 con un triduo di preparazione. Mentre il 21 – dopo la l’Eucaristia - tocca a San Rocco uscire in processione. Insieme al Patrono, infatti, si affianca la “tradizionale” devozione per il taumaturgo di Montpellier, “che si fece povero per amore dei poveri”. Povertà che in passato faceva da sfondo alla stessa festività, condizionandone lo svolgimento. Non avendo, infatti, risorse economiche disponibili alla causa, l’unico forma di partecipazione e contribuzione consentita alla popolazione locale era rappresentata dalla donazione volontaria di qualche chilogrammo di grano ottenuto nelle messi. Tutto il grano raccolto - in apposite “vasazze” portate a dorso di asini – veniva, a processione terminata, accatastato nel cosiddetto “magazzino di Sant’Innocenzo”, all’interno della chiesa Matrice intitolata a San Giovanni Battista. Dopodichè, rivenduto all’asta. Il ricavato veniva utilizzato per il pagamento dei vari capitoli di spesa della festa. In cambio, come forma di ringraziamento, il parroco dava agli asini adoperati nella raccolta una foto di Sant’Innocenzo da apporre sul loro fronte. Così da metterli sotto la sua protezione. Ai fedeli, invece, venivano donate spighe di grano intrecciate. Col tempo, questa tradizione da baratto si è persa. Il magazzino non c’è più. Ma gli asini ed i cavalli sono ugualmente rimasti alla testa del corteo penitenziale, con i sacchi carichi di grano e le foto del Santo Patrono sul fronte. E alla fine dell’annuale processione, il sindaco – in barba a un fedele copione civile – rimette le chiavi della città nelle mani del Santo Patrono. Conclusione – il girono 23 – con la caratteristica cerimonia dei “matrimoni ripetuti”: coppie di coniugi aventi compiuto il 25esimo ed il 50esimo anno di nozze si “risposano” in chiesa Madre al cospetto di Sant’Innocenzo.


Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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