La sua è una vera e propria passione, una missione se vogliamo. Nunzia Oriolo, soprano di Nova Siri, della musica e del canto ne ha fatto una vera e propria ragione di vita. Fare musica lirica in una regione come la Basilicata non è certo facile ma nunzia Oriolo ci riesce: tante le cose già fatte e tante quelle in cantiere per il futuro. Di lei stupisce il fatto che non fa pesare il proprio curriculum artistico. Si vede da subito che, nonostante l’inconfondibile classe e la bellezza che la contraddistinguono, erompe, bontà e semplicità. Ma mai banalità. Nella vita artistica vanta diverse esperienze. Oltre al diploma in “Canto” conseguito presso il Conservatorio musicale “E. Duni” di Matera, la Oriolo ha alle spalle una dura palestra: otto anni di pianoforte sempre presso lo stesso Conservatorio. Già, il pianoforte come strumento indispensabile di auto accompagnamento per le proprie esibizioni. Saper suonare favorisce al contempo le esercitazioni durante i giorni in cui “nessuno mi vede e mi sente, dediti a preparare i concerti”. “Non disdegno assolutamente – ci ha confidato poi il soprano – di farmi accompagnare da bravi pianisti”. Ed infatti Nunzia Oriolo ha lavorato in tandem con maestri al piano del calibro di Enzo De Filpo, Nicola Samale ed altri. “Apprezzo molto – ha continuato l’artista – il giovane e bravo pianista emergente Alessandro Vena, con il quale lavorerò presto insieme”. Ma Nunzia Oriolo ama coniugare tutto ciò che è musica nelle più svariate sfaccettature. Ed è per questo che ha deciso, mettendo in evidenza ancora una volta la propria sensibilità, di diventare musicoterapeuta, una frontiera paramedica, quasi inesplorata dove “conoscere la musica può essere d’aiuto agli altri”. Infatti Nunzia Oriolo, per dare corso alla sua missione umana e musicale ha studiato quattro anni alla Scuola di Musicoterapia di Assisi. “Esiste – ha spiegato – una musica per ogni stato d’animo. Grazie ad essa, nella sua applicazione terapeutica, si riesce ad ottenere risultati positivi per patologie che non necessitano di cure farmacologiche”. Una branca “poco conosciuta nel sud Italia” è il suo cruccio. “Da noi si dà il più delle volte spazio all’improvvisazione con rischi devastanti verso il destinatario della terapia”. La sua musica preferita? “Senza dubbio – ci ha detto – il repertorio belcantistico: Puccini, Bellini e Donizzetti. Ma anche Verdi – ha rivelato - che però non posso interpretare a pieno poiché il mio registro vocale è lirico leggero e non drammatico”. Il soprano lucano ha maturato esperienze artistiche di tutto rispetto. Oltre a più di cento concerti da solista “dove la responsabilità è doppia”, spiccano nel 2003 l’esibizione nel Coro del Teatro Petruzzelli di Bari con l’opera “Il Messiah” di G.F. Haendel diretta dal maestro Elio Orciuolo e nel 2007 al Teatro Stabile di Potenza nell’opera “Isabella Morra” diretta dal maestro Nicola Samale. Per il futuro? Chiediamo. “Sto lavorando – ha concluso – ad una serie di concerti da solista che preparo di pomeriggio poiché di mattina insegno Educazione musicale nella Scuola media di Scanzano Jonico”. Fare l’educatrice completa senza dubbio la poliedricità di un’artista a trecentosessanta gradi, con i piedi per terra, che nonostante i numeri, non ha mai inseguito spasmodicamente il successo, non scendendo mai a compromessi, segno di una maturità non solo artistica, ma anche interiore.
Giovanni Martemucci