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15/01/2013 16.04.52 - Articolo letto 4426 volte

"CULTURA, ORMAI ESULE PENSIERO NEL VESPERO MIGRAR"

GIUSEPPE RANOIA GIUSEPPE RANOIA
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L'intervista a GIUSEPPE RANOIA
di ANTONELLO LOMBARDI
Montalbano Jonico Nel 1969 nasceva a Montalbano Jonico una promessa del teatro italiano, Giuseppe Ranoia. Oggi, dopo venticinque anni di carriera, se non fosse così fermamente ancorato al valore dell'umiltà, potrebbe vantarsi di un ingombrante e prestigioso curriculum. L'artista lucano ha infatti lavorato nei più importanti e rinomati teatri d'Italia, come attore ma anche come cantante lirico, ricordiamo tra i più, Il Quirino di Roma, il San Carlo e il Mercadante di Napoli, la Pergola di Firenze. Grandi e prestigiose sono anche le firme degli artisti con i quali ha lavorato, nomi e cognomi d'arte, ricordiamo, Renato Carpentieri, Roberto De Simone, Moni Ovadia, Maddalena Crippa, Katia Ricciarelli etc.
Ad accogliere noi di SassiLand nel suo studio, un Ranoia che come sempre trabocca di idee e inventiva, e che allo stesso tempo ci risulta agguerrito e deluso dall'ormai sofferente cultura lucana, inginocchiata dalle decisione bizzarre di una politica affarista. Come dargli torto?
 
Nel tentativo di dare un contributo artistico alla nostra regione, lei spesso lavora instancabilmente a numerosi progetti. Sa dirci in che acque naviga la cultura lucana?
Certamente la situazione non è positiva per la nostra regione. Bisognerebbe innanzitutto definire la cultura, in base al suo valore e significato. L'azione dell'uomo che fa cultura non deve mirare solo al guadagno, ma deve tener conto principalmente dello spirito di condivisione spesso assente. Non dimenticando che noi tutti abbiamo l'obbligo di tramandare alle future generazioni quanto abbiamo ricevuto”.
Puglia, Calabria e Basilicata a confronto.
Contrariamente alla vicina Puglia o alla Calabria, che rivolgono maggiore attenzione alla produzione di opere consistenti dal punto di vista teatrale e culturale in generale, in Basilicata troviamo più ostacoli, manca totalmente la rete di comunicazione tra gli eventi, non c'è collaborazione e la politica spesso vincola l'evento culturale ai propri interessi”.
Ranoia , nominato anche direttore artistico a Colobraro, del progetto “Sogno di una notte a QUEL Paese”, negli ultimi ultimi due anni ha sfatato la stupida credenza popolare, che vedeva la cittadina portatrice di sventure.Da una debolezza è riuscito a sviluppare un vero punto di forza, incrementando notevolmente cultura e azione turistica. Merito anche del sindaco di Colobraro, Andrea Bernardo, che a differenza di molti politici ha pensato al bene del suo paesello, prodigandosi alla scelta dell'artista, prescindendo da interessi politici, “Io non ho parenti a Colobraro, e non potrò ricambiare in voti la riconoscenza ricevuta”-ha affermato ironicamente Ranoia-”L'esempio del sindaco di Colobraro-ha continuato-,ci serve per comprendere che bisognerebbe pensare ad un rilancio serio dell'arte, che non deve e non può essere rilegata a materia politica o di tipo imprenditoriale. In una società civile ha una funzione di sostegno per la crescita, favorisce una maggiore capacità analitica e una vita qualitativamente elevata. Prescindendo dai guadagni, sarebbe opportuno considerarla cosi come si fa con l'istruzione e con la salute”.
Da sempre si batte energicamente nel sociale per la cultura. Quali battaglie sta sostenendo attualmente?
Sono molto attento alla salvaguardia del patrimonio storico-culturale. Nella mia Montalbano ad esempio, ho polemizzato molto su quello che poi si è rivelato un intervento di restauro disastroso, a discapito delle mura medievali che circondano il centro storico del paese. Attualmente condanno l'inesitenza di un contenitore culturale, che servirebbe a tutta la comunità, come punto di ritrovo , e come laboratorio nelle diverse attività culturali. Queste richieste purtroppo trovano terreno fertile tra i cittadini, ma indifferenza tra la comunità politica in maniera trasversale”.
Dove trova il coraggio di restare?Non ha pensato di abbandonare la sua terra nel tentativo di cercare fortuna altrove?
Sono consapevole di essere un “pionere” e che qui non potrò beneficiare come magari in altri posti. Ma penso anche che l'individuo trovi la sua pienezza nella condivisione del sapere accumulato, ed io ho intenzione di condividere il mio bagaglio culturale con la gente della mia terra. Se il mio discorso di condivisione inizierà a prendere piede forse le future generazione ne trarranno beneficio”.
Quella di Ranoia è una visione della cultura che non vuole soltanto divertire o intrattenere, ma principalmente si preoccupa di educare, e di invitare a riflettere. Sperando che sia proprio la riflessione ad aprire nuovi orizzonti culturali a favore delle generazioni future.

http://www.youtube.com/watch?v=zjzWLQR1ScA
Giuseppe Ranoia mentre recita una poesia di Elie Wiesel

Antonello Lombardi



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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