In occasione della “Giornata della memoria”, ritengo utile, nella complessità del quadro ideologico e politico contemporaneo, rimarcare la necessità di porre gli accenti della critica storica rispetto ad un nuovo, subdolo e latente antisemitismo di ritorno.
stiamo assistendo infatti al vergognoso e virulento spettacolo della riedizione di un inspiegabile odio, pretestuoso quasi preventivo, nei confronti di una comunità (quella Ebraica) da sempre sul proscenio della imputazione da parte della umanità.
Sorprende a tal proposito l’incredibile e preoccupante “rovescio di trasversalità” che ultimamente accomuna una certa coscienza civile.
Dopo la fine della Seconda Grande Guerra infatti, gli intellettuali, gli storici ed i partiti politici, si diedero un gran da fare per scongiurare a proprio carico, l’infamante sospetto di appartenere a quelle categorie umane ricalcitranti nell’accettare gli Ebrei all’interno del contesto mondiale. A partire da quel momento insomma ognuno, a proprio modo, tendeva a riconoscersi nelle ragioni dei poveri perseguitati.
Oggi, come anticipato, sta accadendo qualcosa di assolutamente grave, che rischia di condurci i un ri-corso storico che all’orizzonte ha come risvolto una nuova ipotesi di “Soluzione finale”.
Oggi non si chiama più Antisemitismo ma, in ossequio al politicamente corretto, “resistenza all’imperialismo di Israele”, gli slogan restano comunque sempre gli stessi, le bandiere date alle fiamme pure. Il protocollo internazionale sta producendo vecchi e nuovi razzisti; L’Iran di un pazzo, hamas, Bin Laden, neo-fascisti e post-comunisti, ci danno infatti il polso di quanto fertile sia, ancora oggi, il seno della madre di tutti gli imbecilli.
A questi però dobbiamo inevitabilmente agganciare gli esaltati nostrani, gli Occidentali che odiano casa propria; il “fuoco amico” insomma, che spara dai nostri tetti. Sono troppi infatti gli adepti che quotidianamente e, lo ribadisco, trasversalmente, si arruolano nell’esercito dei “resistenti”, in ragione di pseudo-congetture pretestuose che si richiamano alla fantasia di battersi per i fratelli Plestinesi, o peggio ancora, per non perdere l’ennesima occasione di utilizzare strumentalmente l’Antisemitismo in chiave anti-USA, unico Paese quest’ultimo da sempre a garanzia di Israele insieme alla parte buona dell’Europa e dell’Italia.
Questo perché, come dice Marcello Pera, forse siamo una realtà che non ha più radici o che rinnega quelle che ha; forse perché il mito del Comunismo buono che ha combattuto il Nazismo, in realtà altro non sarebbe se non una Grande bugia .
Ci sarebbero tanti elementi insomma per guardare con preoccupazione ad un tragico e Nietzschiano eterno ritorno di certi eventi, alimentati da un comburente inedito ed avventizio rispetto all’antisemitismo, chiamato “ Negazionismo”; una sorta di folle e trasversale partito politico, che conta purtroppo molti iscritti.
Non basta a quanto pare la storia, l’unica ed avalutativa verità che, se molto spesso riesce ad illuminare gli occhi dei ciechi, a volte è incapace di reggere l’urto con favole romantiche, che serpeggiano nella testa di chi gli occhi non li ha mai avuti.