Nella città di Matera continua a consumarsi il ricatto elettorale sotto forma di garanzia e promessa di posti di lavoro. E' sotto gli occhi di tutti, e alcuni volevano fosse proprio così, quello che accade all'interno di un ente sub istituzionale, l'Ageforma, che in piena campagna elettorale bandisce avvisi pubblici di selezione di figure professionali con scadenze immediatamente precedenti all'election day di fine marzo. Questo è un atto grave: la dimostrazione dell'utilizzo personale delle istituzioni, che spiega come per un determinato gruppo di potere sia possibile mantenere i consensi solo ed esclusivamente con il ricatto morale, speculando sull'impellente bisogno, soprattutto dei più giovani, laureati ed in cerca di prima occupazione, di un posto di lavoro seppur temporaneo. Ma ad oscurare ancora di più la vicenda e ad indignarci profondamente è il fatto che il presidente di Ageforma, Nicola Trombetta, sia candidato alle prossime elezioni comunali nella lista del Partito Democratico e che utilizzi la stampa e l'opinione pubblica per avere una cassa di risonanza finalizzata ad aumentare il numero dei voti. Tutto questo è stato già sottoposto al Presidente della Provincia attraverso una interrogazione urgente a risposta scritta a firma del consigliere Augusto Toto. Ma nostro malgrado prendiamo atto che l' Ente Provincia, con specifico compito di controllo, non sia intervenuto, lasciando il forte sospetto che il tutto sia condotto ad un gioco delle parti. A parere di Michele Corazza, segretario provinciale de La Rosa Bianca, l'utilizzo sano delle istituzioni non può essere ricondotto a giochi di bottega o peggio ancora alla volontà esclusiva di utilizzare il principio di rappresentatività quale strumento di consolidamento del potere o di incremento della carriera politica. Ai cittadini interessati a questi bandi non ci resta che chiedere di non sottoporsi a questo ricatto ma di continuare ad avere la schiena dritta utilizzando secondo coscienza il valore del voto segreto. Ai tanti giovani chiediamo una civile e silenziosa ribellione, che parta dal segreto dell'urna, per riavviare un processo di sviluppo attraverso il principio meritocratico. Abbiamo fiducia e siamo convinti che l'ente preposto faccia non solo luce ma promuova un'azione che sgomberi qualsiasi dubbio su questo legittimo sospetto.