“Le attività agro-forestali attraverso pratiche di gestione sostenibile, possono incidere positivamente sul presidio del territorio e sulla prevenzione dei fenomeni di dissesto, tenuto conto che buona parte del territorio lucano è tutt’ora agricolo e forestale”. Così il presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata, Raffaele Nardone, comunica le motivazioni del convegno. Bisogna costituire un’unica banca dati regionale frutto dell’integrazione e condivisione delle singole banche dati presenti nei vari dipartimenti regionali (Autorità di Bacino, Ufficio difesa del suolo, Dipartimento Agricoltura, ..) in modo da individuare le misure di mitigazione più idonee in aree agro-forestali. Questo permetterebbe anche di redigere un manuale di “buone pratiche” in agricoltura con l’obiettivo di contrastare il degrado dei suoli, contenere i fenomeni di dissesto e i loro effetti sulle infrastrutture. “Molti dissesti che coinvolgono la rete stradale provinciale derivano proprio dalla mancanza delle buone pratiche agricole dovute anche alla meccanizzazione delle lavorazioni del suolo, alla creazione di sbancamenti, esecuzione di livellamenti, scarsa manutenzione della rete idrografica producendo, di conseguenza, una forte pressione sul suolo e contribuendo alla genesi dei dissesti e degrado.” continua Nardone. Emerge, pertanto, una necessità di ridare centralità alle politiche agricole e forestali e di iniziare un nuovo percorso di riflessione sulle sistemazioni idraulico forestali realizzate nell’intera regione Basilicata negli anni ’70, afferma Carmine Cocca, Presidente della Federazione regionale degli Ordini dei dottori Agronomi e Forestali di Basilicata, rispetto alle quali bisognerebbe riaggiornare un quadro complessivo di quanto già realizzato sul territorio per pianificare una seria manutenzione degli interventi già esistenti e programmare una nuova strategia che possa consentire di collegare i nuovi interventi di forestazione alle opere di sistemazione idraulico forestali già esistenti. Con tali misure, si potrà tutelare il nostro territorio anche mediante il patrimonio forestale che potrà diventare un parte determinante in un sistema complessivo necessario a garantire la pubblica incolumità, evitando che il bosco riprenda la sua centralità esclusivamente nel corso delle cronache estive riguardanti gli incendi boschivi. In tutto questo è necessario, conclude Cocca, che si accosti al patrimonio forestale l’agricoltura, soprattutto nelle aree marginali sulle quali bisogna adoperarsi con le giuste lavorazioni, e la zootecnìa che con i giusti carichi di bestiame resta una risorsa importante per mantenere i boschi, non in rinnovazione, puliti e tutelati dagli incendi boschivi. Da ciò, conclude Cocca, la necessità di lanciare un messaggio condiviso tra due categorie professionali, Dottori Agronomi Forestali e Geologi, che devono lavorare in maniera complementare per tutelare il territorio lucano che non è immune da rischi.