23/04/2013 18.47.14 - Articolo letto 2409 volte
Donne e lavoro, misure di conciliazione
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Nel corso del 2012, 120 donne hanno abbandonato il posto di lavoro per prendersi cura dei figli. La Consigliera di Parità Fanelli con la Direzione regionale del Lavoro presenta i dati
Basilicata
Troppo spesso, ancora oggi, le dimissioni di una donna lavoratrice coincidono con il suo diventare madre. La tutela della “genitorialità” si manifesta anche nella garanzia della conservazione del posto di lavoro della lavoratrice madre e del lavoratore padre attraverso il divieto di licenziamento e l’obbligo di convalida delle dimissioni. Per snidare il fenomeno delle cosiddette “dimissioni in bianco”, la legge stabilisce che le risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro, se presentate durante i primi tre anni di vita di un figlio, necessitano della convalida da parte del servizio ispettivo del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali competente per territorio.
I dati delle dimissioni convalidate nel 2012, rilevati dalla Direzione generale per l’attività ispettiva, confermano una seria difficoltà, da parte delle lavoratrici madri, nel tentativo di continuare a lavorare e contemporaneamente prendersi cura dei figli. Per consentire alle donne lavoratrici di non dover per forza scegliere tra l’essere madre e l’essere una professionista o un’operaia, la Consigliera regionale per le Pari opportunità, Maria Anna Fanelli, promuove sul territorio una serie di misure atte a contrastare i fenomeni di discriminazione sui luoghi di lavoro e rilancia la Carta per le pari Opportunità: un documento finalizzato all’equità e alla coesione sociale ma anche alla competitività e al successo dell’impresa, sottoscritta anche della Giunta regionale della Basilicata lo scorso 16 aprile.
La Carta, che si rivolge sia agli enti pubblici che alle aziende private, rappresenta una misura a sostegno delle politiche relative alla promozione del lavoro femminile e delle pari opportunità. Adottando la Carta le imprese si impegnano a contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro, impegnandosi al contempo a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione aziendale, con particolare riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna.
La Regione Basilicata, su invito della Consigliera Fanelli, ha inteso adottare la Carta impegnandosi a promuovere i valori contenuti nel documento, sia all’interno dell’amministrazione regionale che nel territorio della regione, per contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro e valorizzare il lavoro femminile e le consequenziali pratiche inclusive nel mondo del lavoro.
Donne dimissionarie, le proposte della Consigliera Fanelli
La Consigliera regionale di Parità, rilevati i dati relativi alle donne dimissionarie, accoglie con soddisfazione l’adozione della Carta per le pari opportunità da parte della Giunta regionale e di altri enti e sottolinea la necessità di modelli idi intervento integrati per il benessere negli ambienti di lavoro
“Gli esiti della convalida delle dimissioni delle lavoratrici madri confermano ancora di più quanto sia necessario intervenire con strumenti e formule di informazione e consulenza preventiva rivolta alle donne a rischio di dimissioni”.
Così la Consigliera regionale di Parità Maria Anna Fanelli, commenta i dati rilevati dalla Direzione territoriale del Lavoro nel corso dell’attività ispettiva del 2012.
Per la Fanelli “è necessario intervenire in maniera preventiva informando le donne sui temi della maternità, delle leggi, dell’opportunità di rivolgersi all’ufficio della Consigliera di parità e della possibilità di rivolgersi ai Centri per l’impiego e di accedere a progetti specifici qualora si debba inevitabilmente prendere la decisione delle dimissioni, anche attraverso un numero verde che dovrebbe essere appositamente predisposto e che fornisca suggerimenti, tutela, accompagnamento alla scelta, consulenza e conciliazione. Successivamente – aggiunge la Consigliera – è necessario un modello di intervento integrato per la donna dimissionaria che non può essere abbandonata a se stessa ma che dev’essere presa in carico da operatori specializzati che l’accompagnino in un percorso di formazione e di rinforzo delle competenze anche attraverso tirocini per un suo auspicabile rientro nel mondo del lavoro. Diventa dunque indispensabile la presenza di strumenti di conciliazione attraverso un modello integrato di rete in cui i soggetti interessati (mondo del lavoro, Sanità, formazione) si confrontano, interagiscono ed operano in sinergia. In quest’ottica – aggiunge Fanelli - ben si inserisce la Carta per le Pari opportunità e l’uguaglianza del lavoro, recentemente sottoscritta dalla Regione Basilicata”.
“Adottando questo strumento – spiega la Consigliera Fanelli - ogni impresa, pubblica o privata, intende contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro legate a genere, età, disabilità, etnia, fede religiosa, orientamento sessuale, impegnandosi al contempo a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione aziendale, con particolare riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna”.
“Per l’attuazione di una reale conciliazione dei tempi di vita e di lavoro – evidenzia la Fanelli – sono necessari gli asili nido in famiglia, anche a seguito dell’importante sperimentazione della Giunta regionale in alcuni Comuni lucani, a cui mi auguro faccia seguito l’approvazione di specifiche leggi regionali per le Tagesmutter. Altre soluzioni che potrebbero evitare le dimissioni sono modalità lavorative differenziate come: part-time, job sharing, telelavoro o lavoro a distanza, la turnazione, la flessibilità e la banca delle ore. Ma è necessaria una cultura, anche imprenditoriale, disponibile a strutturare un’organizzazione del lavoro integrata con le esigenze di cura della famiglia e adottare azioni positive e buone pratiche volte ad aiutare la lavoratrice, come anche il lavoratore padre. E’ quindi auspicabile che il lavoro aziendale si fondi su una situazione di benessere organizzativo in cui gli spazi, le mansioni, gli orari di lavoro e l’equità del trattamento personale ed economico, possano mettere i lavoratori nelle condizioni di essere efficaci, produttivi, mantenendo un adeguato grado di benessere fisico, psicologico e sociale. Uno stato di benessere – conclude Fanelli - che avrebbe ricadute benefiche tanto sul luogo di lavoro che nell’ambiente familiare”.
Scheda 1 - dati 2012 sulle dimissioni delle lavoratrici madri
Nel corso nel 2012 sono stati 122 i lucani che hanno lasciato il proprio impiego convalidando le dimissioni negli uffici dell’Ispettorato del Lavoro. Di questi 120 sono donne e 2 sono uomini. La pratica della convalida negli uffici territoriali, finalizzata a far emergere il fenomeno delle cosiddette “dimissioni in bianco”, attraverso la compilazione di un apposito questionario che l’Ispettorato sottopone ai dimissionari, ha evidenziato un importante fattore, ovvero le ragioni che hanno indotto alle dimissioni. In ben 108 casi su 122, le ragioni delle dimissioni sono da attribuirsi all’impossibilità di conciliare il lavoro con la gestione della famiglia. Da sottolineare che tra questi non rientrano i due uomini in quanto i padri lavoratori, in entrambi i casi, hanno lasciato il lavoro per “passaggio ad altra azienda”. In sostanza sono le donne a lasciare il lavoro quando diventano madri o quando non riescono più a far fronte alle difficoltà derivanti dalla genitorialità per problematiche connesse alla cura dei figli.
Analizzando i dati e le motivazioni addotte alle decisioni delle dimissionarie, emerge che: 73 donne si sono dimesse per “desiderio di prendersi cura della prole in maniera esclusiva”; 18 per “incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per assenza di parenti di supporto”; 12 per “incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per mancanza accoglimento al nido”; 5 per “elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato (asilo nido o baby sitter), costi che n molti casi possono assorbire il salario della madre. Negli altri casi i motivi delle dimissioni sono stati: “passaggio ad altra azienda (4 donne e 2 uomini); 1 per “mancata concessione del part-time/orario flessibile/modifica turni di lavoro”; 7 per “cambio di residenza o distanza tra luogo di residenza e sede di lavoro o per ricongiungimento al coniuge”. La maternità, quindi, coincide ancora con l’abbandono del posto di lavoro.
Rapportando i dati del 2012 con quelli dell’anno precedente, quando le dimissioni convalidate erano 114, emerge che si è verificato un incremento di circa l’8 per cento, sostanzialmente in linea con quanto accaduto a livello nazionale dove l’aumento è stato del 9 per cento, con dati che sono passati da 17.681 (2011) a 19.187 (2012). Anche le motivazione sono praticamente inalterate in quanto le ragioni che spingono all’abbandono del lavoro sono quasi esclusivamente da ricercarsi nella nascita di uno o più figli e i tempi in cui le donne decidono di rimanere a casa coincidono con la maternità o comunque entro i primi tre anni di vita del bambino.
Scheda 2 – la Carta per le pari opportunità
Gli enti pubblici e le aziende private che sottoscrivono la Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro si impegnano a:
• Definire e attuare politiche aziendali che, a partire dal vertice, coinvolgano tutti i livelli dell’organizzazione nel rispetto del principio della pari dignità e trattamento sul lavoro;
• Individuare funzioni aziendali alle quali attribuire chiare responsabilità in materia di pari opportunità;
• Superare gli stereotipi di genere, attraverso adeguate politiche aziendali, formazione e sensibilizzazione, anche promuovendo i percorsi di carriera
• Integrare il principio di parità di trattamento nei processi che regolano tutte le fasi della vita professionale e della valorizzazione delle risorse umane, affinché le decisioni relative ad assunzione, formazione e sviluppo di carriera vengano prese unicamente in base alle competenze, all’esperienza, al potenziale professionale delle persone;
• Sensibilizzare e formare adeguatamente tutti i livelli dell’organizzazione sul valore della diversità e sulle modalità di gestione delle stesse;
• Monitorare periodicamente l’andamento delle pari opportunità e valutare l’impatto delle buone pratiche;
• Individuare e fornire al personale strumenti interni a garanzia della effettiva tutela della parità di trattamento;
• Individuare strumenti concreti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro favorendo l’incontro tra domanda e offerta di flessibilità aziendale e delle persone, anche con adeguate politiche aziendali e contrattuali , in collaborazione con il territorio e la convenzione con i servizi pubblici e privati integrati; assicurando una formazione adeguata al rientro dei congedi parentali;
• Comunicare al personale, con le modalità più opportune, l’impegno assunto a favore di una cultura aziendale della pari opportunità, informandolo sui progetti intrapresi in tali ambiti e sui risultati pratici conseguiti;
• Promuovere la visibilità esterna dell’impegno aziendale, dando testimonianza delle politiche adottate e dei progressi ottenuti in un’ottica di comunità realmente solidale e responsabile.
De Filippo: Conciliazione donne-Lavoro, dovere ma anche opportunità
“Per BankItalia il mancato pieno coinvolgimento delle donne italiane nel sistema lavorativo fa perdere 7 punti di Pil al Paese”
“Il problema di mancanza di competitività dell’Italia è anche legato al potenziale inespresso rappresentato dal mondo femminile. Per questo ogni iniziativa tesa a migliorare le condizioni per l’inserimento e il mantenimento delle donne al lavoro non è solo un di per sé importante atto di giustizia, ma anche un’opportunità”. In questo modo il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, spiega l’attenzione della Regione alle misure di conciliazione Donna e lavoro che non solo ha portato la giunta ad adottare la Carta delle pari opportunità, ma vede attivamente impegnati gli organismi regionali nella diffusione di questa cultura d’impresa.
“Il mancato pieno coinvolgimento delle donne italiane nel sistema lavorativo – ha concluso De Filippo – per BankItalia è causa della perdita di circa 7 punti di Pil. E solo quando la questione sarà correttamente inquadrata come opportunità e non solo problema si riuscirà ad essere veramente incisivi e accelerare quel processo di riallineamento di opportunità che nel nostro Paese è ancora troppo lento”.
Dichiarazione Viti su adozione Carta pari opportunità
“Una norma che onora la cultura civile del Paese e che si iscrive in un progetto di tutela della maternità e della paternità responsabili”
“La relazione annuale sulla convalida delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri che la Direzione generale per l’attività ispettiva è tenuta a rendere e che la Consigliera di Parità Maria Anna Fanelli meritoriamente diffonde, convalida l’efficacia della norma che il Legislatore ha posto a base della ‘genitorialità’ garantendo la conservazione del posto di lavoro attraverso il divieto del licenziamento e l’obbligo di convalida delle dimissioni”.
Lo dichiara l’assessore al Lavoro e alla Formazione della Regione Basilicata, Vincenzo Viti, in merito all’adozione della “Carta per le Pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro” da parte della presidenza della Giunta regionale della Basilicata.
“Si tratta – spiega l’assessore – di una norma che onora la cultura civile del Paese e che si iscrive in un progetto di tutela della maternità e della paternità responsabili. Il monitoraggio – aggiunge Viti – evidenzia che uno dei dati più critici rivelati dai casi di abbandono del posto di lavoro, risiede nella difficoltà di conciliazione fra i tempi di lavoro e i temi posti dalle carenze nell’organizzazione dell’assistenza ai minori in carico ai genitori. Si tratta di approfondire temi e obiettivi di un welfare costruito sul presupposto di una diversa e più umana organizzazione del lavoro. Un tema – conclude Viti - che riguarda anche noi e che segnala l’urgenza di un nuovo pensiero sociale e istituzionale”.
Donne e lavoro, Pittella: “Favorire politiche aziendali idonee”
L’assessore alle Attività produttive invita aziende e soggetti privati ad “avvalersi di questo strumento per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”
“Pare che purtroppo la maternità coincida ancora spesso con l’abbandono del posto di lavoro da parte delle donne lavoratrici. Rapportando i dati del 2012 sulle dimissioni delle lavoratrici madri lucane con quelli dell’anno precedente, emerge infatti un incremento di circa l’8 per cento, sostanzialmente in linea con l’andamento nazionale. Questo il motivo che ha spinto la Regione Basilicata, dietro suggerimento della Consigliera di Parità Fanelli, ad adottare la Carta per le Pari opportunità quale strumento contro le discriminazioni nei confronti delle donne lavoratrici, nel periodo pre e post parto”.
Così l’assessore regionale alle Attività produttive, Marcello Pittella che definisce le misure antidiscriminatorie sul lavoro “norme di civiltà indispensabili in un momento in cui il Paese lamenta un grave calo demografico. Misure come la Carta per le pari opportunità – spiega Pittella - si iscrivono in un progetto di tutela della maternità e della paternità responsabili”.
Il tema della conciliazione inoltre resta un tema nevralgico per la tutela della famiglia e di uno stile di vita improntato sul benessere degli individui. Il mio invito alle aziende ed ai soggetti privati – conclude l’assessore – è di avvalersi a loro volta di questo strumento per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro favorendo l’incontro tra domanda e offerta di flessibilità e quant’altro necessario, mediante politiche aziendali e contrattuali idonee, in collaborazione con il territorio e la convenzione con i servizi pubblici e privati integrati”.
Donna-lavoro, Martorano: tema attuale che va sostenuto con forza
“Per promuovere il sostegno alle donne lavoratrici il governo regionale è da tempo impegnato a ricercare strumenti e misure che sostengano la conciliazione delle mamma lavoratrici”
“Il tema della conciliazione donna –lavoro è più che mai attuale, soprattutto in un momento in cui il lavoro femminile, oltre ad assicurare maggiore dignità e autonomia alla donna, supporta i fabbisogni che si manifestano quotidianamente nella cura e nel benessere della famiglia”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Salute Attilio Martorano in occasione dell’adesione della Consigliera regionale di parità alla Carta delle Pari opportunità promossa dalla Giunta regionale.
“Sulla famiglia, e implicitamente sul sostegno alle donne lavoratrici – ha aggiunto - il governo regionale è da tempo impegnato a ricercare strumenti e misure che sostengano la conciliazione delle mamma lavoratrici. La Carta per le pari opportunità, la Consulta della famiglia, la sperimentazione degli asili nido sono il frutto di un’attenzione che la Regione Basilicata mostra di avere nelle politiche a sostegno della famiglia, vero punto di forza della Basilicata, che si caratterizza storicamente per la tenuta delle relazioni famigliari che rappresentano uno dei punti di forza e di distinzione della cultura della nostra regione”.
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