Il premio Mia Martini a Matera

 Cinquanta ragazzi tra i 15 e i 30 anni si sono esibiti ieri a Matera durante i provini del “Premio Mia Martini” che ha avuto luogo a Palazzo Gattini. Un gruppo variegato di giovani, di età diversa, che vogliono tentare la strada della musica hanno avuto l’occasione di mettersi in mostra durante l’esibizione aperta al pubblico mentre una giuria li ha votati. “Il livello dei partecipanti” afferma una delle organizzatrici, Antonella Milillo “è medio alto. Il 60% sono giovani di Matera mentre gli altri giungono da Campania, Puglia e Calabria. Ci aspettiamo che escano fuori dei talenti lucani come accaduto per Francesco Milillo che ha vinto il disco d’oro a Villa D’agri. A Bagnara Calabra si terranno gli stage formativi, poi ritorneremo a Matera per la finale regionale. Gli incontri artistici, sono un appuntamento importante di crescita artistica e professionale,una straordinaria esperienza umana che inevitabilmente conduce a una crescita artistica e musicale. La finale nazionale si dovrebbe tenere, invece a Parigi”. Il Premio Mia Martini, ideato dal regista Nino Romeo nel 1995, anno della scomparsa dell’indimenticabile interprete della canzone italiana, ha quest’anno festeggiato la quindicesima edizione con grande successo sia di critica che di pubblico. Nel corso degli anni il premio è diventato un appuntamento tra i più rinomati e prestigiosi del panorama musicale italiano ed Europeo grazie anche agli illustrissimi ospiti che sono passati da Bagnara Calabra per omaggiare Mia Martini.

Tantissimi i giovani artisti che hanno calcato il prestigioso palcoscenico di Bagnara, iniziando proprio di qui un percorso musicale in continua ascesa e che ha permesso loro di intraprendere un’importante carriera nel mondo della canzone e dello spettacolo. L’organizzazione del premio non vuole fermarsi a contemplare il passato, ma vuole offrire in maniera sempre più crescente nuove possibilità di affermazione e di visibilità a tantissimi giovani artisti che vogliono arricchire il loro percorso a livello qualitativo.

Giovanni Martemucci