Sugli ultimi atti della gestione commissariale e della precedente amministrazione Buccico, Angelo Tosto chiede in una nota l'immediata revoca dei provvedimenti.
"Dopo le notizie ed i commenti sull’esito delle elezioni amministrative, che hanno tenuto banco nei primi giorni post voto -sostiene Tosto- l’attenzione ora deve necessariamente spostarsi e focalizzarsi sul futuro della città di Matera al fine di sgombrare il campo da nebbie ed ombre che l’avvolgono.
Purtroppo il tempo sembra tiranno e porta subito a nudo tematiche scottanti che riguardano il grande male che ha attanagliato e che continua ad attanagliare Matera, ovvero l’uso indiscriminato del cemento. La vicenda dell’ approvazione del piano relativo all’ex area Barilla, da me anticipata alla stampa in data 14 aprile e poi subito ripresa ed argomentata da amministratori ed ex amministratori con interventi e prese di posizione ufficiali, sicuramente è un esempio fra i più eclatanti. Ma attenzione perché non si tratta né dell’unico né del più grave atto di pianificazione posto in essere senza alcun rispetto delle procedure di partecipazione democratica previste per legge. Si tratta infatti di migliaia di metri cubi di cemento che si vorrebbero riversare, con le stesse modalità e le stesse irregolarità che furono del progetto Matera ’90 deliberato nell’ultima seduta di Giunta dell’amministrazione Buccico senza che ciò venisse discusso ed approvato in sede Consiliare. Stesse modalità, stessa storia, stessa indifferenza istituzionale a dispetto delle regole.
Ora un altro tassello, o meglio altro macigno, che richiede approfondimento e soprattutto chiarimento istituzionale è quello relativo all’approvazione del Programma Triennale delle Opere Pubbliche, in cui figura l’eclatante caso di Piazza della Visitazione, per la quale sono state impiegate risorse per 500.000 euro in quest’anno per il solo incarico progettuale.
Gravissime le irregolarità presenti su tale vicenda poiché si è agito in assenza di conformità urbanistica ed ambientale, e soprattutto in assenza della disponibilità finanziaria con cui far fronte a tali impegni di spesa. Chiaramente su questi episodi, come per i precedenti, vanno subito individuate, non solo le responsabilità, già evidenziate, della gestione commissariale che ha supplito al solo ruolo politico, ma anche, e soprattutto, le responsabilità della parte tecnica, quella cioè dei dirigenti comunali che hanno avallato con i loro pareri di legittimità l’approvazione dei suddetti piani.
Su questo aspetto nessuna voce si è levata da parte dei rappresentanti della maggioranza come pure nessuno di loro ha espresso la propria opinione su altre varianti approvate durante la gestione commissariale. Mi riferisco, ad esempio, alla variante relativa al Borgo Venusio. Anche in questo caso, si è proceduto con “insolita tempestività” e senza il rispetto delle più elementari regole di partecipazione né tantomeno di quelle più tassative regole normative. Un solo esempio. Si parla di cessione al Comune, da parte del costruttore, del 35% di edilizia residenziale pubblica laddove la legge di riferimento prevede un minimo del 40%. Non solo, ma a ben vedere ci si accorge che la cessione di cui si parla riguarda solo l’area, tra l’altro non edificabile, su cui poi l’amministrazione Comunale potrà, se vorrà, realizzare i detti alloggi a propria cura e spese.
La variante, inoltre, prevede l’eliminazione della prevista multisala cinematografica, proprio per dar spazio agli ulteriori 72 alloggi di edilizia privata.
Al di là delle modalità e della natura dell’intervento, c’è di che riflettere anche rispetto all’aggravio sulle finanze comunali che ciò potrà comportare allorché le imprese, che a suo tempo hanno partecipato alla gara, apriranno ragionevolmente un contenzioso con l’amministrazione, in conseguenza delle mutazioni contrattuali sopravvenute rispetto all’affidamento originario. Contenziosi che certamente si aggiungeranno a quelli già presenti di cui qualcuno dovrà in ogni caso tener conto e rispondere pubblicamente: Mattatoio; Autoparco etc. etc..
Ecco perché mi aspetto che la revoca di tali interventi sia oggetto della prima decisione che il sindaco Salvatore Adduce dovrà sottoporre all’esame del Consiglio Comunale affinché si dia prova tangibile di voler fermare il più che trasversale partito del mattone prima che esso affossi definitivamente la nostra città.
Su questo tema sarò un guardiano inflessibile pronto a qualunque azione se non dovessero darsi a breve risposte risolutive e chiarificatrici".