Conflitti di interessi nella maggioranza, parte seconda. La commistione di mansioni politico-amministrative e la pratica della “doppia carica”, se si guardano la Giunta ed il Consiglio comunale di Matera, sembrano essere i caratteri distintivi di questa maggioranza di centrosinistra. Già nei giorni scorsi mi ero soffermato su alcuni casi di “doppio mandato” che, per una amministrazione che si auto-definisce votata al massimo rispetto del cittadino e delle sue esigenze, sarebbero da evitare, per lo meno in ragione di una eticità e moralità che la politica deve ritrovare. E' cambiato poco però: il portavoce del Sindaco, Roberto Cifarelli, continua a ricoprire l'incarico di presidente dell'Ente Parco della Murgia Materana; l'assessore al Bilancio, Rocco Rivelli, resta ancorato anche alla poltrona da presidente del Parco di Gallipoli Cognato; il consigliere comunale Angelo Sardone, come se nulla fosse, si presenta ancora come presidente dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale della Provincia di Matera. Senza alcuna remora si continua a “tenere il piede in due scarpe” e questi sono soltanto i casi più lampanti. E' evidente, se ancora ci fosse il bisogno di dimostrarlo, quanto questa classe politica tornata al governo della città abbia una fame di potere quasi insaziabile, in barba a quei principi di moralità sbandierati dal Sindaco, Salvatore Adduce, dai palchi della campagna elettorale e che, all'interno della coalizione, più di tutti dovrebbero essere rappresentati dal partito de “L'Italia dei Valori”, però completamente assente in questo dibattito e, anzi, sempre più lanciato nell'acquisizione di nuove postazioni istituzionali. Lo stesso Adduce, tra l'altro, è l'emblema di questa situazione: dal primo cittadino attendiamo ancora le dimissioni dalla Presidenza dell'Agrobios. Occorre, quindi, che l'opposizione avvii una discussione seria ed azioni concrete per scongiurare in tutti i modi che la cosa pubblica, nel Materano, venga amministrata in modo “oligarchico” e non democratico e più rappresentantivo e pluralistico possibile. Ed insieme all'opposizione che appare l'unico schieramento partito col piede giusto in Consiglio comunale, deve mobilitarsi anche la comunità degli elettori, in primis quella di coloro che hanno dato fiducia al centrosinistra credendo ad una sua avvenuta “rigenerazione” ed oggi si trovano puntualmente traditi. Uno dei primi slogan utilizzati da Adduce per la propaganda elettorale recitava in dialetto “apri gli occhi”, forse è il caso di cominciare a farlo per davvero.
Giovanni Angelino