OLIVETO SI RITROVA INTORNO AL “MAGGIO”

Il Maggio di Oliveto

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Cerro ed agrifoglio “sposi” nella caratteristica cerimonia nuziale che si celebra nel piccolo centro del Medio Basento in onore del Patrono, San Cipriano Martire.
di ANTONIO GRASSO

Oliveto Lucano Come i convitati di un qualsiasi ricevimento nuziale, gli olivetesi (non solo quelli rimasti in paese, ma anche i tanti sparsi per il mondo) si ritrovano – oggi – intorno al loro “patrimonio comune”: “il Maggio di San Cipriano”. Un appuntamento irrinunciabile. Tra il sacro ed il profano. Emblema di una comunità che trae in sé le ragioni per continuare a vivere. A dispetto della sua odierna dimensione demografica. Già con l’ingresso di agosto il paese si “trasforma”. Ritornano gli emigranti. Si ripopolano i vicoli. Almeno fino alla conclusione dei solenni festeggiamenti in onore del filosofo vescovo di Cartagine, martirizzato durante le persecuzioni di Valeriano (anno 258). Festeggiamenti del Santo Patrono che in passato culminavano il giorno 16 settembre (naturale data di celebrazione di San Cipriano per la Chiesa Cattolica ndr). Ossia sul finire della stagione agraria. Poi, il tramonto della cosiddetta “civiltà rurale” (da un lato) e l’emigrazione di massa verso altri lidi di fortuna (dall’altro) hanno letteralmente scompaginato gli usi, i costumi, le tradizioni. E anche la festività del Maggio si è dovuta adeguare, con l’anticipazione ai giorni 10, 11 e 12 agosto. Come nell’analoga e ben più conosciuta cerimonia nuziale che si tiene nella vicina Accettura (che come Oliveto Lucano ricade nel perimetro del Parco regionale di Gallipoli - Cognato, un’area a spiccata vocazione culturale arborea ndr), protagonisti del sodalizio sono un cerro (sposo) e un agrifoglio (sposa). La due specie silvestri, dopo essere state abbattute (entrambe nella foresta di Gallipoli – Cognato; il cerro la prima domenica di agosto e l’agrifoglio la mattina del 10 successivo ndr), vengono trasportate in paese per l’accoppiamento e l’innalzamento al cielo. Il cerro con l’ausilio di automezzi da campagna; l’agrifoglio, invece, condotta a spalla dai giovani “cimaioli”. Suoni, danze e canti popolari ne scandiscono la traversata, fino all’ingresso trionfale in paese. Per poter ammirare in tutta la sua verde maestosità la coppia unita in matrimonio, però, bisognerà attendere (il giorno 12) che la processione di San Cipriano raggiunga il “tradizionale” anfiteatro “Dietro la Niviera”.

Tags: oliveto lucano | il maggio di san cipriano

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Rubrica: Cultura / Spettacoli

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