Ferrosud spa smentisce le dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti istituzionali e sindacali agli organi d’informazione, dichiarazioni da questi ultimi poi pubblicate e diffuse nei giorni scorsi.
Da queste dichiarazioni, che - come precisano i vertici di Ferrosud - non hanno fondamento, si evince che Trenitalia avrebbe riattivato quella importante commessa la cui mai opportunamente motivata interruzione, unilateralmente decisa dal Committente negli ultimi mesi del 2008, ha cagionato, alla Ferrosud, gravissimi danni, con pesanti riflessi sulla sua capacità finanziaria, economica e produttiva, tanto che l’Azienda si è vista dapprima costretta a ricorrere alla CIGS e successivamente a proporre un concordato preventivo, con prosecuzione dell’attività.
Dalle dichiarazioni - con questa nota smentite - si rileverebbe la convinzione che questo fatto, da solo, sarebbe sufficiente a risolvere, per di più nell’immediato, ogni problematica dell’Azienda.
I vertici di Ferrosud, nella loro smentita, ribadiscono come “tali anticipazioni non abbiano, allo stato attuale, fondamento, e, pur auspicando che, nel futuro, possano riprendere le lavorazioni su quei rotabili, precisano come, anche qualora Trenitalia dovesse rivedere le sue posizioni in merito e risolvere il contenzioso in essere, non sia possibile ipotizzare né un abbandono della procedura concordataria, peraltro già ammessa dal Tribunale di Matera, né la rinuncia al ricorso alla cassa integrazioni guadagni, che del concordato è strumento integrante”.
Paventare e sostenere ipotesi diverse, produrrebbe immotivate attese che non potrebbero avere altro che nefaste conseguenze sull’intera vicenda dell’Azienda materana.
Il percorso del concordato e l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale sono, infatti, come precisano i vertici di Ferrosud, “una scelta obbligata per superare l’attuale stato di difficoltà dell’Azienda e sono gli unici strumenti utili a consentire la prosecuzione dell’attività, elemento qualificante, quest’ultimo della procedura concordataria, anche nella finalità della tutela del ceto creditario”.
Solo attraverso questi due strumenti sarà possibile non disperdere quel patrimonio rappresentato della commesse già in portafoglio (il budget 2010 prevede un valore della produzione pari ad oltre 9 milioni di euro) e, soprattutto, sarà possibile mantenere anche per il futuro, presso lo stabilimento materano quelle attività che Ferrosud ha già garantito dal 2002 ad oggi, ovvero da quando Ansaldobreda spa dismesso la struttura che non riteneva più d’interesse strategico.
Gli stessi vertici di Ferrosud, a margine della smentita, sottolineano quindi come “il concordato e la cassa integrazione rappresentino, nel presente, una priorità assoluta anche qualora, in futuro, vi dovessero essere sviluppi positivi, peraltro auspicati dall’Azienda, legati alla vicenda Trenitalia”.