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10/09/2013 12.15.55 - Articolo letto 2417 volte

La bozza di documento sul petrolio in Basilicata

Estrazione petrolifera, trivellazioni Estrazione petrolifera, trivellazioni
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In vista dell'incontro a porte chiuse che si terrà l'11 settembre tra tutti i sindaci lucani
Basilicata Riceviamo e pubblchiamo la bozza di documento sul petrolio attorno alla quale ruoterà la discussione prevista per l'11 settembre nella prossima riunione dei sindaci lucani:

“Stati generali sul Petrolio in Basilicata”
Hotel Grumentum – 11 Settembre 2013 – ore 18,30
 
Gentile Collega, così come stabilito nelle varie riunioni tra Sindaci, si è convocata un’assemblea generale a cui sottoporre la bozza di documento sul petrolio in Basilicata. A tale documento e soprattutto a quello definitivo che dovrà contenere le azioni che i Sindaci porteranno avanti da ora in poi sul tema, sarà dedicata l’assise dell’11 Settembre.
Per ragioni organizzative si chiede di valutare il documento-bozza prima dell’incontro che si terrà a porte chiuse.
Ad ogni Sindaco che vorrà sarà concesso un tempo pari a 5 minuti per presentare le proprie idee e proposte. Farà da sintesi il coordinamento provvisorio già nominato nelle scorse riunioni.

 

BOZZA DI DOCUMENTO PROGRAMMATICO

La storia di una protesta

 
Da anni la Basilicata ed in particolare  l’Alta Val d’Agri, nell’ultimo decennio, assicura il più alto approvvigionamento di oil & gas a livello nazionale; con la realizzazione della quinta linea nel Centro Oli di Viggiano e la conclusione dei lavori a Tempa Rossa di Corleto Perticara nel Medio Agri, tale approvvigionamento sarà ancor più determinante.
Paradossalmente la presenza e l’utilizzo di consistenti risorse (idrocarburi, acqua) non compensano ad oggi, le legittime richieste di un territorio che rappresenta a noi Sindaci tutte le difficoltà per affrontare il quotidiano, con i propri figli, oggi ancor più di ieri, costretti a cercare opportunità lavorative in altre zone d’Italia se non all’Estero.
L’impegno dei Sindaci è stato vanificato da una non comprensibile indifferenza, un impegno che dovrebbe coinvolgere tutti i livelli istituzionali per assicurare, la tutela ambientale, salute e lavoro per promuovere, benessere e tranquillità alle popolazioni che vi abitano.
Stanchi, rispetto a tanta inerzia, e di non poter dare risposte a chi legittimamente, a fronte dei pesanti aspetti negativi delle estrazioni petrolifere, attende ricadute positive specie in ambito occupazionale, che non siano i pochi mesi di lavoro legati ad eventi occasionali o eccezionali e consapevoli della drammatica realtà in cui versa l’intero territorio regionale, ed in particolare la Val d’Agri, i Sindaci di  SARCONI-MONTEMURRO-SPINOSO-GRUMENTO NOVA-PATERNO  e TRAMUTOLA, già nel Febbraio 2013 hanno ritenuto opportuno rimettere il mandato nelle mani del Prefetto affinché ciò potesse essere da stimolo per affrontare con determinazione le emergenze evidenziate e dare segnali concreti alle collettività, deluse e mortificate da un’apatia che non può e non deve appartenere ad una classe dirigente che, invece, deve dare risposte ai propri concittadini.
Stretti dalle preoccupanti situazioni in cui versano i Comuni Lucani, la questione “Filiera del Petrolio” oggi si allarga e coinvolge altre aree della Regione Basilicata, vedi Val Basento e non solo. E’ di questi giorni la protesta di altri Sindaci, dei comuni facenti parte della concessione mineraria Gorgoglione, contro un metodo, consolidato già nell’Alto Agri, che vede attori solo le compagnie petrolifere e pochi altri. 
Il nuovo percorso
 
Oggi la Regione Basilicata, naviga a vista, senza una precisa idea di sviluppo, tra evidenti anomalie e contraddizioni, e la preoccupazione aumenta se si pensa al ruolo del territorio una volta esaurito l’effetto petrolio, ed in particolare i territori maggiormente interessati alle estrazioni come la Val d’Agri, la Val Camastra ecc.. L’esempio della Val Basento e Tito (Aree SIN), che scontano in Basilicata un fenomeno di fine industrializzazione legato alla fonte petrolio, dove non è stato concepito, ancora oggi, un modello di reindustrializzazione, basato su tecnologie mild ecocompatibili a basso impatto, all’insegna della sostenibilità ambientale e della salute.
Basti pensare che, nei due siti interessati, ad oggi, non si è ancora provveduto alla bonifica dei processi industriali consumati negli ultimi cinquant’anni. Al contrario, invece, è il caso Tecnoparco di Pisticci Scalo, vi giungono milioni di metri cubi di acque di estrazione del petrolio, che determinano per “approssimazione tecnologica del processo di smaltimento”, un effetto sommatorio ed un conseguente aumento dell’impatto ambientale di questo territorio (Vedi Miasmi e tracce di petrolio nei sedimenti nel fiume) e di tutto il territorio a valle interessato dal Basento, dove insistono attività agricole di pregio, fino a mare, territorio quest’ultimo ad elevata valenza turistica.
 
Per queste ed altre legittime motivazioni, l’Intera Regione Basilicata, ha il dovere di ripensare ad un nuovo modello della filiera del petrolio, capace anche di reinvestire le risorse attuali, di una fonte energetica esauribile come il petrolio, per la crescita e lo sviluppo di tutto il nostro territorio.
 
LE NOSTRE PROPOSTE
 
I Sindaci dei Comuni di Grumento Nova, Montemurro, Paterno, Tramutola, Sarconi, Spinoso, Pisticci,  ed altri che vorranno sostenere questi principi, al fine di superare la situazione di allarme, ambientale e sociale persistente in Basilicata, in conseguenza delle estrazioni petrolifere e nell’ottica di ripensare il modo attraverso il quale tale risorsa può concretamente incidere in positivo soprattutto sulle attuali e sulle nuove generazioni lucane,
 
 
CHIEDONO:
 
  1. Di riconoscere il valore strategico della Regione Basilicata in campo energetico nazionale, attraverso azioni immediate al superamento delle persistenti criticità in termini di sviluppo socio-economico;
  2. Di attivare un diverso sistema di monitoraggio e di intervento “modello ombrello” , permanente su tutto il territorio regionale per: salute, ambiente, acqua, suolo, sottosuolo, ciclo dei reflui, cause di decesso, ecc., anche prendendo spunto da Sistemi di Monitoraggio già sperimentati altrove e già pronti ad essere impiegati, vedi PIANO DI MONITORAGGIO DELL’ARIA elaborato dai ricercatori dell’Università di Firenze e di Oxford e presentato, alla presenza della Regione, a Moliterno il 26 Novembre 2012 a cui anche l’Eni, con nota del 22-11-2012, ha dato pieno valore. Progetto che, per la presenza di centraline anche nei paesi a valle del centro oli, completerebbe il monitoraggio già implementato dall’Arpab a seguito della DGR 627/2011;
  3. Di predisporre un piano di salvaguardia e tutela della risorsa acqua sia superficiale che sotterranea da ogni forma di possibile rischio derivante dalle attività estrattive;
  4. Una maggiorazione del 30% delle attuali royalties destinate alla Regione, con la quale promuovere lo sviluppo dell’intera Regione Basilicata, dando priorità alla rimozione di criticità locali conseguenti alle attività estrattive ed ammodernamento delle infrastrutture regionali;
  5. Di destinare il 30% dell’attuale tassazione applicata sui carburanti prodotti dalle estrazioni in Basilicata,  alla defiscalizzazione delle attività produttive operanti su tutto il territorio regionale, con maggiore attenzione a soluzioni innovative che rendano la Regione meno dipendente dai mercati esterni;
  6. Di  assegnare un’aliquota di almeno il 30% del gas prodotto nelle lavorazioni del petrolio, alla Regione Basilicata per concedere sgravi alle famiglie ed alle attività produttive;
  7. Di predisporre, da parte delle Società titolari di Concessioni per la coltivazione di idrocarburi in Basilicata, specifici piani strategici occupazionali per almeno 2000 unità lavorative ogni 50 mila barili estratti al giorno; unità lavorative prelevate dai comprensori interessati dalla filiera del petrolio regionale;
  8. Di dare rapida attuazione a quanto previsto nel cosiddetto “Memorandum”;
  9. La piena applicazione della legge n.40/95 che prevede testualmente : “Articolo 1 – L' aliquota relativa ai giacimenti petroliferi siti nella Val d' Agri devoluta alla Regione ai sensi della legge 11- 1- 1957 n. 6 è destinata allo sviluppo delle attività economiche ed all'incremento industriale del comprensorio interessato così come delimitato dalla tabella A (35 Comuni del Programma Operativo)”, finora completamente disattesa;
  10. Che per lo sviluppo delle aree della filiera del petrolio, ed in particolare del comprensorio Val d’Agri si dia priorità assoluta alle seguenti azioni:
  • Predisporre ed attuare il Piano di emergenza e protezione civile dell’intero comprensorio;
  • Rendere operativo l’Osservatorio ambientale, il monitoraggio dell’aria, dell’acqua, del suolo e sottosuolo, monitoraggio delle colture, Valutazione Impatto Sanitario;
  • Ampliare le aree industriali ed incentivarne gli insediamenti;
  • Gestire i rifiuti a livello comprensoriale con sistemi innovativi;
  • Ammodernare le infrastrutture comprensoriali: reti del gas, reti irrigue, reti fognanti, impianti di depurazione, reti idriche, reti viarie (collegamento della Val d’Agri alla Salerno-Reggio Calabria);
  • Rendere funzionali tutte le aree artigianali o industriali di tutti i comuni del comprensorio;
  • Incentivare interventi che facciano nascere nuove imprese nel settore energetico, vedi tecnologie verdi, per lo sfruttamento di risorse locali (acqua, boschi, terreni incolti), per filiere corte nel commercio, nell’agricoltura, nella zootecnia, ecc.,
  • Pieno efficientamento degli enti istituzionali presenti nel comprensorio;
  • Incentivare lo sviluppo delle singole comunità assegnando parte delle risorse disponibili per il Programma Operativo direttamente ai Comuni di cui alla Tabella A, con  semplificazione dei meccanismi di spesa.
  1. Che lo sviluppo del comprensorio Val d’Agri, avvenga mediante una ripartizione delle risorse di cui alla legge 40/95 con il criterio di prossimità e cioè in funzione della distanza dai punti di maggiore criticità: Centro oli, pozzi petroliferi e presidi di smaltimento delle acque di estrazione (fluidi di perforazione e acque di strato); gli stessi criteri vanno applicati per il reperimento di personale da impiegare in tutte le attività estrattive, acquisendolo da manodopera locale in misura non inferiore all’80% di tutto il personale impiegato.
  2. Di stabilire gli stessi criteri anche per lo sviluppo del comprensorio “Tempa Rossa” o altri comprensori interessasti dalle estrazioni petrolifere o attività correlate alla filiera petrolifera (come in Val Basento, nell’area industriale di Tito, ecc.), da individuare e regolamentare con analoga norma di legge regionale o Piani Operativi.
  3. Di sospendere qualsiasi ulteriore autorizzazione tendente all’aumento di produzione idrocarburi nella Regione Basilicata, almeno, fino a quando non sono state superate le attuali criticità elencate nei punti precedenti e raggiunti gli obiettivi indicati.



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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