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29/11/2013 11.38.37 - Articolo letto 2646 volte

UIL, ALLARMANTE BOZZA REVISIONE CIG IN DEROGA

Carmine Vaccaro Carmine Vaccaro
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Commento di Carmine Vaccaro, segretario generale regionale dell'organizzazione sindacale
Basilicata “Se per tutto il 2013 sarà valido l'accordo quadro regionale sugli ammortizzatori sociali in deroga, secondo l’intesa firmata a luglio da Regione Basilicata e sindacati, non possono non preoccupare le prime indiscrezioni diffuse da agenzie  sui contenuti della bozza del decreto sulla cig in deroga, secondo cui nel 2014 il trattamento di mobilità in deroga potrà essere concesso per una durata massima di 7 mesi (10 al Sud) a coloro che hanno beneficiato del sussidio per meno di 3 anni e per una durata massima di 5 mesi (8 al Sud) per chi ha già beneficiato dell'ammortizzatore per più di 3 anni”. Lo evidenzia il segretario regionale della Uil della Basilicata Carmine Vaccaro aggiungendo che, in base all’ultimo Rapporto della Uil sulla cig, nei primi dieci mesi del 2013 in Basilicata in media sono 265 ogni mese i lavoratori ammessi alla cig in deroga, mentre le ore concesse ad ottobre (16.300) segnano un incremento del 70,3%. Questo strumento di sostegno al reddito ha assicurato a livello nazionale una protezione per 76 mila posti di lavoro, a fronte degli oltre 170 mila dello scorso anno. E’ dunque doveroso, nei confronti di tanti lavoratori, che venga garantita, anche per il 2014, una maggiore riserva finanziaria che attualmente la Legge di Stabilità non assicura. Inoltre, rispetto a settembre, è aumentato il bacino delle imprese che necessitano di cassa integrazione, come emerge dalla crescita delle gestioni di cassa integrazione ordinaria e straordinaria. E se questi dati, per quanto negativi, riguardano lavoratori che, grazie alla cassa integrazione, sono all’interno del ciclo produttivo, triste e di più difficile soluzione in assenza di politiche di crescita, è la situazione di coloro che sono “fuori” dal mercato del lavoro e continuano ad aumentare, come testimonia la vistosa crescita, tra un anno e l’altro, delle domande di Aspi e mobilità. Si tratta di persone che hanno già perso il lavoro, passando da un forte disagio al vero e proprio dramma personale e familiare. Sempre allarmante è la previsione del provvedimento del Governo per chi  ha beneficiato di meno di tre anni di mobilità in deroga e non potrebbe comunque superare nel complesso il tetto di 3 anni e cinque mesi (3 anni e 8 mesi al Sud); per il 2015 e il 2016 il trattamento di mobilità in deroga non può essere concesso a coloro che hanno già beneficiato di 3 anni del sussidio (anche non continuativi). Per chi invece ha beneficiato di meno di 36 mesi ci sarà la possibilità di avere al massimo ulteriori 6 mesi (8 mesi complessivi per i lavoratori del Sud). Il limite massimo complessivo non può superare i 3 anni e 4 mesi. Dal 2017 la mobilità in deroga non può più essere concessa. Non si può sottovalutare – conclude -l'effetto di una scelta che incide sui livelli di "sopravvivenza" di decine di migliaia di persone”.


Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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